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TAURIANOVA (RC), VENERDì 24 GENNAIO 2025

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Indagati parroco di Stefanaconi ed ex comandante stazione dei cc di Sant’Onofrio

Indagati parroco di Stefanaconi ed ex comandante stazione dei cc di Sant’Onofrio

| Il 11, Dic 2012

I due sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca Patania 

Indagati il parroco di Stefanaconi e l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio

I due sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca Patania

 

 

VIBO VALENTIA – Il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, e l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro, sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la cosca Patania. I due sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso. Stamani è stata eseguita una perquisizione nei confronti dei due indagati disposta dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal sostituto procuratore Simona Rossi.

Il parroco e l’ex comandante dei carabinieri sono accusati dalla Dda di Catanzaro di appartenere alla cosca della ‘ndrangheta dei Patania di Sant’Onofrio nel vibonese. Ad accusarli ci sono tre collaboratori di giustizia e numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali compiute nei mesi scorsi nei confronti di esponenti della cosca. Il sacerdote, secondo quanto sostengono i magistrati nel provvedimento di perquisizione composto da cinque pagine, avrebbe appreso notizie dal sottufficiale dei carabinieri riguardanti indagini in corso da parte della Dda e le avrebbe riferite ai componenti della cosca. In particolare, il sottufficiale avrebbe riferito al parroco i luoghi di intercettazione ambientale, le date di perquisizioni ed anche gli intestatari di alcune targhe di automobili. Il sacerdote, sempre secondo l’accusa, aveva anche la disponibilità di alcuni atti processuali riguardanti sempre la cosca Patania. Stamani i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno perquisito le abitazioni di Santaguida e del maresciallo Cannizzaro ed hanno sequestrato numerosi documenti che ora sono al vaglio degli inquirenti.

SACERDOTE SAPEVA DI OMICIDI

Il parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, aveva la ”consapevolezza degli omicidi in corso di programmazione e prima che venissero commessi”. E’ quanto sostiene la Dda di Catanzaro nel provvedimento di perquisizione emesso stamani nei confronti del sacerdote e dell’ex comandante della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro. Nel corso di numerose intercettazioni ambientali nel carcere di Vibo Valentia nei confronti dei presunti armieri della cosca della ‘ndrangheta dei Patania sarebbe emerso che l’organizzazione poteva contare sull’aiuto del sacerdote e che quest’ultimo era a conoscenza degli omicidi che si stavano preparando nell’ambito della faida che per diversi mesi ha provocato numerosi morti nel vibonese. Al maresciallo Cannizzaro la Dda di Catanzaro contesta invece di aver omesso di trascrivere numerose intercettazioni ambientali e telefoniche utili alle indagini sulla faida. Il sottufficiale dei carabinieri inoltre, sempre secondo quanto è riportato nel decreto di perquisizione, non ha trasmesso alla Dda alcuni tracciati Gps attraverso i quali emergerebbe il coinvolgimento della cosca Mancuso di Limbadi nell’ambito della faida. Ieri erano stati sentiti come testi numerosi carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio e dalle deposizioni è stata confermata la mancata trasmissione di “atti fondamentali alle indagini” utili ad individuare gli autori di numerosi delitti tra le cosche di Stefanaconi e Sant’Onofrio. La Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio era stata delegata ad eseguire alcuni accertamenti investigativi.

DA MAGGIO MARESCIALLO CC SOSPESO DA SERVIZIO

L’ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro, è sospeso dal servizio dal maggio scorso. E’ quanto si è appreso stamane nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati resi noti i particolari dell’indagine nei confronti del sottufficiale e del parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida. La Dda di Catanzaro ha intanto notificato alla stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio un decreto con il quale viene chiesto la consegna di tutti il materiale d’indagine compiuto nel corso degli anni contro le cosche della ‘ndrangheta. In particolare i magistrati della Dda hanno chiesto ai carabinieri di Sant’Onofrio di trasmettere tutti i supporti informatici, le trascrizioni di intercettazioni ambientali e telefoniche, eventuali nastri sui quali sono state incisi i contenuti delle conversazioni ed ogni altro atto utile alle indagini.

PENTITO INGUAIA PRETE, ‘GLI DISSI DI AGGUATO’

Sono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Daniele Bono ad avere “inguaiato” il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, indagato, insieme al maresciallo dei carabinieri, Sebastiano Cannizzaro, nell’inchiesta della Dda di Catanzaro contro le cosche della ‘ndrangheta del vibonese. Il pentito ha raccontato agli investigatori di aver chiesto aiuto al sacerdote nell’organizzazione dell’agguato ai danni di Francesco Calafati, che rimase ferito, avvenuto nel febbraio scorso.

I particolari relativi alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Daniele Bono sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa svoltasi a Vibo Valentia. Bono ha raccontato agli investigatori di aver avvicinato don Salvatore Santaguida e di avergli chiesto di spostare una telecamera di videosorveglianza in modo da lasciare scoperto il luogo dove doveva avvenire l’agguato contro Francesco Calafati. Il sacerdote, secondo quanto hanno riferito gli inquirenti, si rifiutò di spostare la telecamera, ma decise di non denunciare l’episodio alle forze dell’ordine. Nei confronti del sacerdote sono state anche raccolte una serie di intercettazioni ambientali nelle quali gli affiliati alla cosca Patania fanno riferimento al “prete che ci aiuta”.

DDA CATANZARO: TUTTA SOCIETA’ INFILTRATA. PROCURATORE LOMBARDO E AGGIUNTO BORRELLI, SUBITO INTERVENUTI

“Tutti gli ambiti della nostra società sono infiltrati dalla ‘ndrangheta”. E’ questa l’amara constatazione del Capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, che stamane hanno illustrato gli esiti delle indagini contro le cosche della ‘ndrangheta nel vibonese. In particolare il riferimento di Lombardo e Borrelli e’ all’ indagine che vede coinvolti il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, e l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro. “Non appena ci siamo accorti – ha detto Lombardo – di quanto stava accadendo, siamo intervenuti tempestivamente. Dalle indagini è emerso che il maresciallo dei carabinieri svolgeva indagini contro la criminalità e poi decideva quali atti trasmettere alla Dda e quali invece lasciare chiusi nel cassetto, omettendo così di inviarci tutto il materiale che veniva acquisito”. Borrelli ha evidenziato che su Vibo Valentia, nel giro di pochi mesi, ci saranno dei “risultati che andranno ben oltre quelli già conseguiti a Lamezia Terme. Stiamo per chiudere una serie di inchieste che ci consentiranno di far luce su molti fatti importanti accaduti in quel territorio”.

PREFETTO VIBO VALENTIA: E’ PRIMAVERA DI LEGALITA’

“Quella che stiamo vivendo é una rinnovata primavera della legalità e della speranza”. Lo ha detto il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, circa le indagini della Dda di Catanzaro contro le cosche della ‘ndrangheta. ”Voglio rivolgere – ha aggiunto – un vivo ringraziamento ai magistrati della Dda di Catanzaro e della Procura di Vibo Valentia ed a tutti gli uomini delle forze dell’ordine per l’intenso lavoro che stanno portando avanti contro la criminalità organizzata. L’impegno costante da parte di tutti sta portando a questi importanti risultati”.

PRETE ALLONTANATO PRECAUZIONALMENTE DALLA CURIA

In serata la curia vescovile di Mileto-Nicotera-Tropea ha reso noto di aver concesso al parroco di Stefanaconi «precauzionalmente» e «per facilitare ogni cosa» un «congruo periodo di riposo lontano dalla Parrocchia, affidata provvisoriamente alla cura della Curia diocesana». «Ha colto tutti di sorpresa – è scritto nella nota della Curia – la notizia della perquisizione domiciliare e personale nei confronti del Sacerdote Salvatore Santaguida, Parroco di Stefanaconi, coinvolto suo malgrado in faccende criminose che hanno avuto per protagonisti alcuni clan malavitosi locali». Il vescovo Luigi Renzo, esprime «vicinanza a don Salvatore ed ha fiducia che in breve la magistratura seguendo il suo corso farà piena chiarezza sull’intera vicenda e sui fatti contestati al Sacerdote. Nel frattempo, per facilitare ogni cosa, ha consentito precauzionalmente al sacerdote un congruo periodo di riposo lontano dalla Parrocchia, affidata provvisoriamente alla cura della Curia diocesana».