Industrie calabresi nel Regno delle Due Sicilie Questo il tema di un interessante convegno organizzato a Rossano dalla Delegazione Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
“Le industrie in Calabria durante il Regno delle Due Sicilie”. Questo il tema di un interessante convegno organizzato a Rossano dalla Delegazione Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il più antico ordine cavalleresco della storia e della cristianità, in collaborazione con la “Amarelli Fabbrica di Liquirizia”, la più antica azienda dolciaria italiana, nonchè leader mondiale nel segmento della liquirizia pura, che da oltre cinque secoli è impegnata nella raccolta, lavorazione e vendita delle radici di liquirizia. La nota azienda, vanto per la Calabria, ha per l’occasione, messo a disposizione l’Auditorium Alessandro Amarelli, prestigiosa location storica che, insieme al Museo ed alla Fabbrica di Liquirizia, si conferma tra gli attori della vivacità e del dinamismo culturali non solo della Città del Codex, ma di tutto il territorio.
L’incontro, sapientemente moderato dal Prof. Franco Amarelli e introdotto dal “saluto ecclesiastico”del Priore della Delegazione Calabria, Mons. Antonio Morabito, ha visto la presenza di una folta, qualificata e attenta platea di convenuti, “rapiti” dalla lectio magistralis tenuta dal Delegato Vicario della Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Comm.re Dott. Aurelio Badolati, il quale, numeri alla mano, ha elencato le tante “spoliazioni” industriali subite dalla regione Calabriasin dai primissimi anni post-unitari, in virtù di una politica selvaggia di accentramento portata avanti dallo Stato unitario ai danni dell’economia del Sud con la conseguenziale “ trasformazione del Regno delle Due Sicilie che da nazione diventa questione (meridionale). Prima eravamo un popolo, poi siamo diventati terroni”.
Fra le regioni più industrializzate d’Italia, prima del 1860, c’erano la Campania, la Calabria e la Puglia: per i livelli di industrializzazione le Due Sicilie si collocavano ai primi posti in Europa. La stessa attività dell’impianto proto-industriale, il cosiddetto “concio”, fondato dagli Amarelli nel 1731, subì un particolare e positivo impulso nel 1800 con il miglioramento dei trasporti marittimi e con i privilegi e le agevolazioni fiscali concesse dai Borbone a queste industrie tipiche.
“I Borbone – ha sottolineato nella sua introduzione il Prof. Amarelli – erano riusciti a realizzare una politica industriale molto avanzata che aveva fatto diventare la Puglia il granaio e la Calabria il distretto produttivo, regalando in tal modo al Regno una fiorente economia”.
Di spessore anche l’intervento del Prof. Mario Caligiuri, professore ordinario di Pedagogia della Comunicazione presso l’Università della Calabria ed ex assessore regionale alla cultura il quale, rifacendosi ad una ricerca Censis, ha sostenuto che “ si può avere una Calabria ‘Felix’ solo se il patrimonio culturale da giacente diventa vivente. Occorre quindi cercare di identificare il ‘capitale culturale’, cioè quelle condizioni che consentono al patrimonio culturale esistente sul territorio di produrre sviluppo economico e civile. A differenza del ‘capitale sociale’, che i sociologi identificano come elemento essenziale per l’efficienza delle istituzioni pubbliche e in base al quale la Calabria è stata negli anni scorsi considerata come il fanalino di coda, sul piano culturale si stanno invece facendo progressi significativi”.
Al termine del convegno il Delegato Vicario ha donato all’Avv. Fortunato Amarelli e ai Prof.ri Mario Caligiuri e Franco Amarelli, il crest dell’Ordine e una copia del libro “331 giorni di solidarietà” curato dal Cav.Dott. Rocco Gatto e realizzato dalla Delegazione Calabria. Il volume, corredato da foto e articoli di giornali, spiega e illustra le tante iniziative caritatevoli svolte dalla Delegazione Calabria nella regione.
Come detto qualificata e partecipata è risultata la presenza al convegno dei numerosi convenuti. Presenti, tra gli altri, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, Colonnello Marco Grazioli; l’ex Presidente della Giunta Regionale della Calabria, nonché valente magistrato, Dott. Giuseppe Chiaravalloti, Commendatore di Merito dell’Ordine; il I° Maresciallo Antonio Paparo, Comandante Guardia Costiera Delegazione di Spiaggia di Bianco, nonché Benemerito dell’Ordine; l’Avv. Fortunato Amarelli, Amministratore Delegato della “Amarelli Fabbrica di Liquirizia” e Presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cosenza; Il Cavaliere al Merito del Lavoro Giuseppina Mangano in Amarelli, “motore trainante” dell’azienda famigliare, tra lepiù importanti e affermate imprenditrici italiane nonché Vice Presidente di “Les Hénokiens”, prestigioso club mondiale riservato alle trentotto grandi dinastie industriali con almeno duecento anni di storia.
Per la Delegazione Calabria del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, oltre ai già citati Badolati, Morabito, Chiaravalloti e Paparo, erano presenti, il Nobile Cav.Dott. Giuseppe Spizzirri Marzo, Rappresentante per la Città di Cosenza; il Cav.Dott. Rocco Gatto, Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione della Delegazione; il Cav. Dott. Alfonso Barone, il Coordinatore dei Benemeriti, Dott. Roberto Bendini; i Dott.ri, Nobile Andrea Apicella e Francesco Paolo Piro. L’interessante giornata si è conclusa, per la Delegazione Calabria, con la partecipazione ad un ricco buffet offerto dalla famiglia Amarelli, durante il quale è stato possibile degustare i vari prodotti della linea aziendale, e la successiva visita guidata al Museo della Liquirizia. In mattinata, la Delegazione, accompagnata dall’Avv. Fortunato Amarelli, aveva visitato il centro storico della città, potendo così ammirare la splendida Cattedrale di Maria Santissima Achiropita e il restaurato Codice Purpureo Rossanese, da molti indicato come il più antico manoscritto illustrato della storia. Nel pomeriggio, prima del convegno, presso la Cappella della famiglia Amarelli si era svolta la celebrazione della Santa Messa officiata dal Priore della Delegazione, Mons. Antonio Morabito.