Intercultura, apertura a Reggio punto vendita “Open” Propone la cooperazione socio-lavorativa tra piccoli commercianti stranieri e partner locali
Grande partecipazione di pubblico, ieri pomeriggio 27 luglio, in via Filippini, angolo Giudecca, per l’apertura ufficiale di Open, il nuovo punto vendita che promuove l’intercultura attraverso la cooperazione socio-lavorativa tra piccoli commercianti stranieri e partner locali. Una vera e propria festa multicolore, proprio come il nastro tagliato simbolicamente da due bambini, immagine del futuro e speranza di un mondo più coeso. A presenziare l’evento anche l’assessore alle politiche sociali e comunitarie del comune di Reggio Calabria, Giuseppe Marino e l’assessore provinciale con delega alle Politiche e Pianificazione Culturale – Beni Culturali – Difesa della Legalità, Eduardo Lamberti-Castronuovo.
“L’apertura di questo punto vendita rappresenta una tappa importante del progetto “Open – Tante vie per l’integrazione”, iniziativa finanziata con il sostegno di Fondazione con il Sud e portata avanti da un partenariato multiculturale. Si tratta, infatti, di un’opportunità lavorativa per alcuni giovani italiani e stranieri che gestiranno insieme questo spazio commerciale. Giovani con esperienze e cultura diversa, ma che condividono gli stessi valori, che possiamo definire universali, di rispetto del prossimo, del lavoro nella legalità e della sostenibilità sociale e ambientale”. Le parole pronunciate da Mariella De Martino, presidente dell’Associazione International House, capofila del progetto Open, suonano come un importante messaggio alla collettività reggina. “Open è un luogo in cui si può vivere l’interculturalità e i principi equo solidali, ma soprattutto rappresenta un esempio importante di organizzazione del lavoro nel rispetto della legalità”. A rimarcare il ruolo fondamentale di questa iniziativa sul piano della legalità è stato l’assessore Lamberti-Castronuovo: “Un aspetto significativo di questo progetto – ha affermato – è proprio il valore di “operazione per la legalità” che racchiude. Ci sono molti lestofanti che sfruttano la manodopera immigrata, sottopagandola, ma incassando cifre esose dai committenti”. Lamberti fa un esempio concreto: il giardinaggio. “Per la cura del verde i cittadini pagano cifre cospicue, ma che non vengono equamente distribuite. Un’iniziativa come Evergreen (uno dei servizi ospitati presso il centro Open che mette insieme un team multietnico per la gestione e cura del verde pubblico e privato) è da sostenere perché si fonda sul rispetto del lavoro degli immigrati”. “L’integrazione non si realizza facendo soccombere la cultura degli stranieri, ma nasce proprio dallo scambio tra la nostra e le altre culture. Open è un esempio di come fare vera integrazione”.
Convinti del “modello Open” anche i partner del progetto, come Calabria Solidale, un marchio che mette in rete piccoli produttori calabresi che promuovono i principi di legalità, trasparenza, solidarietà, rispetto del lavoro e tutela dell’ambiente. “Si tratta di un’idea innovativa – ha sottolineato Michele Luccisano, presidente della rete di Calabria Solidale – perché soprattutto in questo periodo si parla d’integrazione, ma si fanno solo parole. Open è quindi una bella scommessa che per adesso abbiamo vinto, ma dobbiamo continuare a sostenere”.
A dare il proprio contributo tanti partner locali che hanno sposato il commercio etico e sostenibile: presso Open non si trova solo ethnic food, ma anche eccellenze italiane come i capperi di Salina, la fava cottoia di Modica, le specialità locali quali vino e olio, e ancora i manufatti tessili del Lanificio Leo e tante altre produzioni artigianali. “Guardiamo a un target culturalmente medio alto” ha precisato Mariella De Martino “perché l’integrazione si fa attraverso la cultura che promuove la qualità”.