Italia in “zona rossa” a Natale, si tratta per alcune “deroghe” con l’ala rigorista Stop dal 24 al 27 e dal 31 al 3. Giovedì il confronto con le Regioni e la decisione, Conte intende permettere gli spostamenti per vedere parenti anziani
A Natale l’Italia è in lockdown. Il premier Giuseppe Conte ha un nodo da sciogliere ed è quello di escludere un lockdown generale come la scorsa primavera. Non è facile.
Il premieri afferma “Non c’è certezza, c’è una possibilità… Non abbiamo la palla di vetro”. Anche le Regioni sono per la linea rigorista, come ad esempio quello del Veneto Zaia il quale ha chiesto esplicitamente la zona rossa.
“Bisogna «rafforzare il piano natalizio già definito”, perché “gli assembramenti dei giorni scorsi hanno destato preoccupazione”. Ha ben chiaro che le tavolate familiari, i cenoni e i veglioni potrebbero spianare la via alla nuova ondata. Inoltre la mediazione di Conte punta a stabilire alcune deroghe per le messe e i ricongiungimenti familiari: consentire ai congiunti stretti di andare a trovare genitori o nonni anziani e fragili, stabilendo un numero massimo di persone che possano spostarsi, probabilmente due.
Le deroghe allo studio del premier potrebbero essere, ad esempio, gli spostamenti a Natale e Capodanno a chi vive in centri con meno di 10 mila abitanti è stata schivata, a favore di una ben più blanda mozione di maggioranza che invita a trovare una soluzione, diciamo più consona.
Lo scenario ipotizzato sarebbe quello di intervenire in maniera rigorosa dal 24 dicembre al 6 gennaio, in zona rossa, più morbido del lockdown più morbido con “divieto di spostamento anche nel proprio comune e chiusura di ristoranti, bar e negozi, ad esclusione di farmacie, tabaccai ed edicole. Resterebbero esclusi il 28, 29 e 30 dicembre, giorni in cui si applicherebbero le regole delle zone gialle”.
Mentre ci sarebbe un secondo scenario che sembra trovare favorevole il premier Conte, ovvero una zona rossa solo il 24, 25, 26, 31 dicembre e l’1 gennaio. Nel resto dei giorni resterebbero le misure previste dalla fascia arancione. Una soluzione che i rigoristi ritengono non sufficientemente efficace per arrivare con un numero di contagiati accettabile ad affrontare quella terza ondata che gli scienziati sembrano dare ormai per scontata.
C’è anche il duro confronto sul prossimo fine settimana e dovrebbe finire, come Conte spera, senza chiusura di ristoranti e negozi. Metterebbe in grave difficoltà chi ha prenotato treni e aerei per spostarsi prima dei divieti del 21 dicembre.
Mentre per la scuola si prevede per ritornare in classe il 7 gennaio con il 75% dei ragazzi delle superiori è una promessa che il governo vorrebbe mantenere.
(GiLar)