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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 21 NOVEMBRE 2024

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“Italia rischia di essere infoibata” Editoriale di Maurizio Compagnone

“Italia rischia di essere infoibata” Editoriale di Maurizio Compagnone
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L’Italia non vuole capire che la Germania l’ha condannata a retrocedere. La proposta della Cancelliera Angela Merkel di rilanciare un’Europa a due velocità, ha aperto ufficialmente il dibattito sul superamento dell’attuale euro.

Siamo un paese di mentecatti, l’Italia si rende disponibile a sostenere la proposta tedesca di una Europa a più velocità.

Nulla viene detto dal mondo economico e finanziario, la Stampa sorvola presa dal dibattito sulla legge elettorale con il quale votare e sulla data delle prossime elezioni, ormai sicure in autunno.

La Merkel si è sforzata a promuovere il superamento dell’Euro, senza soffermarsi sulle conseguenze che potranno derivare dal superamento della moneta unica e ancor peggio sulla nostra retrocessione nella “Serie Cadetta” o addirittura tra i dilettanti europei. Il nostro paese da Campione del Mondo relegato a campionati regionali.

Dei nostri errori non possiamo dare colpa alla Cancelliera Merkel, la responsabilità è tutta italiota, di una classe dirigente irresponsabile e predatrice, come ha ben detto anche il presidente Donald Tramp, un paese culla di cultura, i cui uomini hanno fatto grande gli Stati Uniti non può meritare una classe politica di così basso spessore, si può dire di tutto a Trump che usa metodi poco urbani ma ha tutte le ragioni di questo mondo.

La classe che ci ha governato negli ultimi 20 anni e che continua tutt’ora a governarci, ha il merito di essere riuscita a distruggere ciò che i padri hanno saputo creare, ha distrutto la creatività e lo spirito imprenditoriale che ha contraddistinto intere generazioni di imprenditori, ha soffocato le iniziative di tanti giovani meritocratici, ha tarpato le ali alla sua economia, portandola ad una economia da terzo mondo. Oggi sopravviviamo solo grazie alla bombola del “GAS” che il sig Draghi continua a riempire.

La risposta contraria di Merkel a Trump per un maggiore sforzo economico dei paesi membri della UE per mantenere la NATO in Europa, ha liberato le mani della Germania, che ora si sentirà in diritto di promuovere un esercito che parlerà tedesco. Il sogno imperialista, mai nascosto di Angela Merkel, se fino ad oggi non lo ha potuto realizzare, è per la ferma opposizione del Regno Unito, oggi la Merkel non ha più le mani legate e sono convinto che imporrà agli altri paesi membri di aderire all’esercito europeo.

La Merkel sa che non può convincere Italia, la Grecia e il Portogallo a correggere le finanze pubbliche, che sono indispensabili per evitare che la Germania sia costretta a tappare i buchi dei Paesi ribelli del Sud. L’euro, per queste economie è un nodo scorsoio che accentua la recessione economica.

Con queste basi l’euro, rischia di coinvolgere il sistema economico tedesco, che fino ad oggi ha beneficiato di una valuta debole per far volare il proprio export. Ma tutto può cambiare in vista delle difficili elezioni tedesche in autunno. Un carico non indifferente per la Germania che se vuole rimanere fedele all’euro, si dovrà accollare i debiti dei 3 paesi deboli del sud Europa, Portogallo, Italia e Grecia e questo terrorizza l’opinione pubblica tedesca, e il mondo finanziario.

Quello che più preoccupa è la grave crisi del sistema bancario italiano e l’ennesima crisi greca che rischia di trascinare nelle sabbie mobili, anche il sistema finanziario dei Paesi forti, che poi la realtà dice altro. Essi sono molto più fragili di quanto si pensi, basta ricordare i 1000 miliardi di crediti in sofferenza presenti in Eurolandia, di cui 250 miliardi sono solo in Italia.

Ma c’è di più l’aumento del costo del denaro a livello internazionale, e il minore a acquisto mensile di titoli di stato da parte della BCE e l’aumento degli spread, il differenziale dei tassi di un Paese rispetto a quelli tedeschi, oltre alle endemiche incertezze politiche, fanno presagire un’accelerazione di una nuova crisi dell’euro.

Berlino si prepara ad affrontare i tempi bui che si avvicinano, e prima del debacle prepara il terreno per uscire dall’Euro. Secondo mie fonti, a Malta si stanno stampando Marchi, a che pro? Io credo che ci sarà un divorzio consensuale, che è sicuramente meno traumatico e doloroso di uno scontro politico tra i Paesi europei.

Il presidente della BCE però al superamento dell’euro non ci sta. Non è ancora chiaro su quali alleati possa contare Mario Draghi, ma non sorprende che la BCE, tutore dell’Euro, è estremamente preoccupata per la mancanza di sostegno del principale Paese dell’Unione.

Segretamente la BCE sta studiando cosa può comportare la spaccatura dell’euro con benefici e costi.

C’è chi ipotizza gli scenari, come il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble, il quale è favorevole alla formazione di un euro di Serie A e di uno Cadetto. Alla massima serie partecipano Germania, Olanda, Belgio, Austria, Finlandia e Francia, relegate alla serie Cadetta Portogallo, Spagna Italia e Grecia.

Una rottura concordata e ben pianificata dell’euro sarebbe la soluzione migliore: anche se non possiamo dimenticare che ci saranno stravolgimenti sui mercati finanziari. Ma nelle condizioni in cui è l’Italia, è sicuramente più conveniente finire nella serie Cadetta, piuttosto che continuare a far parte di una moneta unica che sta portando al declino la sua economia.

Si può prevedere che i costi iniziali saranno assorbiti dopo un certo lasso di tempo da economie, come quella italiana, che ritroverebbero la via dello sviluppo una volta liberatesi dalla camicia di forza dell’attuale Unione monetaria. È ovvio che tutto queste deve passare attraverso le forche della politica.

Il paese del sole, del mare e della sua meravigliosa storia, deve capire, che è in uno stato comatoso e che il suo sistema bancario è sull’orlo del default, l’amministrazione pubblica è un elefante da ridimensionare al più presto, non possiamo più permetterci una macchina inefficiente e costosa, che non è in grado di far fronte anche alle più banali emergenze, terremoto di Norcia e nevicate in Abruzzo, hanno mostrato un paese che non può contare sulle sue istituzioni di protezione.

Se a tutto questo aggiungiamo una classe politica incapace, costituita da ladrocinio istituzionalizzato, da una giustizia che ha le gomme bucate, da personalismi, da organi di stampa servili, non ci possiamo meravigliare che Governo, partiti e stampa fanno di tutto per nascondere che l’Italia è alla vigilia di una retrocessione che comporterà per i suoi cittadini lacrime e sangue. Solo con una classe dirigente competente con uomini giusti nei dicasteri giusti, può in prospettiva vedere ricrearsi quelle premesse per la rinascita del Paese.

Ma questo solo dopo aver dato un calcio nel sedere all’attuale classe dirigente. Quello che mi lascia profondamente basito, il Paese delle meraviglie, non fa autocritica e non si interroga su quante tonnellate di macerie stanno per seppellirla. Solo con un nuovo Umanesimo e un nuovo Risorgimento si può tornare a sperare.

Maurizio Compagnone
Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana”