Jobs Act, voto finale alla Camera entro il 26 novembre Governo presenterà emendamento. Legge stabilità: per ammortizzatori 400-500 milioni in più
(ANSA) E’ di nuovo scontro nella maggioranza sulle modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori da inserire nel Jobs act all’esame della Camera. Domani il Governo presenterà un emendamento al comma sette (quello che prevede l’introduzione del contratto a tutele crescenti) per recepire l’accordo raggiunto all’interno del Pd sui licenziamenti disciplinari ma su questo si è scatenata l’ira di Ncd perchè il nuovo testo non corrisponderebbe a quanto concordato.
Renato Brunetta prende la palla al balzo e dice: “Jobs Act, botte da orbi in maggioranza. Ncd prima abbocca, poi si accorge della presa in giro e reagisce. Un bel vaffa, no? Forza Maurizio Sacconi”. Il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova ha parlato di ”riformulazione” senza novità ma ha spiegato che nella delega sarà’ inserita la previsione della reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamenti disciplinari ”per un motivo dichiarato da un giudice nullo o inesistente” (con le fattispecie da chiarire nei decreti delegati). Il capogruppo Ncd, Maurizio Sacconi ha immediatamente replicato che l’emendamento ”non corrisponde a quanto concordato. Se vedessimo un testo diverso da quello che conosciamo – ha detto – ce ne andremmo dalla Commissione e si aprirebbe un bel contenzioso nella maggioranza”. Per Ncd, infatti, in caso di licenziamenti giudicati illegittimi la regola dovrebbe essere l’indennizzo economico con il mantenimento del reintegro solo nei licenziamenti discriminatori e in casi molto limitati di licenziamenti disciplinari. ”Non c’e’ nessuna forzatura, siamo persone serie, non faccio il gioco delle tre carte – ha risposto Bellanova – dobbiamo stare calmi e sereni. Per i licenziamenti disciplinari ingiustificati sara’ previsto il reintegro ma le fattispecie le scriveremo nei decreti delegati”. Il conflitto che si era aperto al Senato e che alla fine aveva prodotto un testo di delega ”ampio” e senza nessun riferimento all’articolo 18 (si parlava appunto solo di tutele crescenti) con la preoccupazione della minoranza Pd si è quindi trasferito alla Camera dove inserendo la reintegra per i licenziamenti disciplinari ingiustificati per ricompattare il Pd si rischia di rompere con Ncd. E Gianni Cuperlo intanto spiega che aspetta di “vedere quale testo arriverà all’attenzione dell’aula. Se il testo fosse rimasto quello del Senato io non l’avrei votato”. Oggi sono stati votati i commi 3 e 4 (con l’introduzione del divieto di cassa integrazione straordinaria solo per le aziende con cessazione di attività ”definitiva”) mentre in serata si esamineranno i commi 5 e 6 (su semplificazione e razionalizzazione delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese). Domani arriverà l’emendamento del Governo sul comma sette (quello che tratta il contratto a tutele crescenti ma anche mansioni e controlli a distanza) con l’obiettivo di chiudere l’esame in Commissione giovedì 20 e approdare in Aula il 21 (con il voto finale previsto per il 26).