Jole Santelli “spegne” le speranze di far rientrare i calabresi fuori sede I numeri attuali di alcune regioni purtroppo non ci consentono di invertire la rotta
Molti calabresi chiedono di poter rientrare in Calabria, altri approfittano del momento per creare polemiche che fanno audience. È facile strattonare la politica ricorrendo ai buoni sentimenti, a chi vuole tornare a casa, ai ragazzi rimasti fuori dalla Calabria, ai genitori lontani dai figli.
Il mio desiderio è quello di riaprire tutto per fare in modo che tutti i figli di questa terra, tutti i papà ed i familiari rimasti al Nord possano tornare per un grande abbraccio liberatorio.
I provvedimenti di chiusura della Regione sono in linea con i decreti del governo: di fatto è stata seguita la nostra linea impedendo la mobilità interregionale.
I numeri attuali di alcune regioni purtroppo non ci consentono di invertire la rotta.
Lo so, non è semplice e serve tanto sacrificio ma rimango convinta che la Politica abbia l’obbligo di coerenza e non debba farsi condizionare dagli argomenti suggestivi spesso strumentalizzati ma bensì deve attenersi ai dati reali, sanitari ma soprattutto al buonsenso orientato alla protezione dell’individuo e della comunità che rappresenta.
Io per parte mia difendo i sacrifici fatti dai calabresi e difendo la politica di prevenzione fatta in Calabria. Sino ad ora nessuno e dico nessuno ha fornito qualche dato reale per cambiare strategia. Come già detto la Calabria ed i calabresi hanno saputo dare buona prova di sé rispettando le regole anti covid-19, facendo sì che da noi il contagio rimanesse basso. E questo è stato possibile anche grazie ai nostri corregionali che vivono o lavorano fuori dalla Calabria.
Consapevoli che il nostro obiettivo resta l’apertura a fine maggio, possibile solo a patto di mantenere il contenimento con rigore e responsabilità.