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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 26 GIUGNO 2024

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Katya Gentile (Lega), “Occhiuto prese un abbaglio nominando De Salazar” Il personaggio è caratteristico: ha un nome evocativo dei pirati dei Caraibi, un caratteraccio dispotico e lunatico e non si capisce di quali capacità manageriali disponga

Katya Gentile (Lega), “Occhiuto prese un abbaglio nominando De Salazar” Il personaggio è caratteristico: ha un nome evocativo dei pirati dei Caraibi, un caratteraccio dispotico e lunatico e non si capisce di quali capacità manageriali disponga

| Il 12, Giu 2024

Il personaggio è caratteristico: ha un nome evocativo dei pirati dei Caraibi, un
caratteraccio dispotico e lunatico e non si capisce di quali capacità manageriali
disponga, se è vero, com’è vero, che è circondato da una consistente pletora di
consulenti, circa una trentina, a loro volta incapaci di tirar fuori qualcosa di buono in
ambito sanitario, amministrativo e tecnologico. Mi dispiace dirlo, ma Occhiuto prese
un grosso abbaglio nominando De Salazar al vertice dell’Azienda Ospedaliera di
Cosenza, evidentemente mal consigliato, e lo ribadisco oggi, giorno in cui riprendono
le selezioni per la nomina del direttore generale, per provare ad evitare che si ripeta
l’errore. Ciò che scrivo è comprovato e corroborato da tutte le anomalie e le
disfunzioni dell’Annunziata che dimostrano chiaramente l’inadeguatezza di questa
gestione commissariale. Ho più volte evidenziato al presidente Occhiuto che non
bastano i suoi innumerevoli sforzi e il suo decisionismo a raddrizzare la sanità
calabrese, se nella catena di comando mantiene chi, palesemente, scientemente o
per inettitudine rema contro. E questo vale ad ogni livello. Nell’ospedale hub più
grande della Calabria la situazione è ormai drammatica e paradossale (il peggiore
ospedale d’Italia…..). Ci si lamenta della carenza di medici in Italia, tuttavia
all’Annunziata si continua a fare di tutto per accompagnarli alla porta. I medici vanno
via per l’irrazionale e pessima gestione e organizzazione ospedaliera, delle sale
operatorie e del personale sanitario. Ai medici vengono difficilmente concessi spazi e
strumentazioni, posti letto e personale infermieristico, possono utilizzare le sale
operatorie per un solo giorno a settimana e viene continuamente mortificata la loro
professionalità e l’autonomia di gestione del reparto da chi, tra l’altro, non ha
competenze, modi, né tantomeno una visione prospettica dell’ospedale. Il pronto
soccorso, poi, è ridotto ad un lazzaretto. Altro che miglioramenti! Chiedete a chi c’è
stato di recente! Pazienti ammassati per giorni in un limbo di promiscuità ed
inefficienza in attesa che si liberi un posto letto, pregando di non trovare in servizio
soltanto medici cubani con cui, purtroppo, diventa lunga e complicata anche una
semplice procedura di accettazione o dimissione. A poco servirà l’inaugurazione del
nuovo Pronto Soccorso, frutto del lavoro delle precedenti gestioni, atteso che non c’è
il personale sanitario che potrà farlo funzionare. E sebbene le liste d’attesa si
allunghino, alle nostre latitudini si continua a consentire ad alcuni medici ospedalieri
di effettuare visite esclusivamente in regime “privato” di intramoenia o addirittura di
extramoenia, a suon di 250 euro a visita. Nessuno si è posto il problema che le
condizioni per autorizzare l’attività privata dei medici ospedalieri non ci sono più e
che forse sarebbe meglio spendere più ore di servizio in pronto soccorso e nei reparti.
È chiaro, quindi, che il capitolo dell’emigrazione sanitaria, che continua a pesare
centinaia di milioni di euro all’anno sul bilancio della Regione Calabria, è alimentato
da politiche sanitarie sbagliate e inconcludenti come quelle attualmente adottate a
Cosenza. De Salazar continua a decantare in maniera del tutto insulsa e pericolosa i
suoi successi, solo apparenti, riferendosi ad esempio al controllo della spesa, che pare
trovi la sua panacea nel taglio del 20% della spesa sui farmaci. L’uovo di Colombo lo
ha scoperto il tuttologo super consulente, laureato in filosofia, che si accompagna ad
uno stuolo di consulenti di non comprovata capacità, anzi, alcuni dei quali neolaureati
e alla prima esperienza, pagati complessivamente milioni, si, milioni di euro, con i
soldi dei contribuenti calabresi. In questo caso dove sono finiti il Piano di Rientro e la
spending review? Per continuare a parlare di spreco di risorse, basta citare il caso del
palazzo, già sede degli uffici del personale, che viene completamente svuotato da
uomini e cose per lasciar spazio al capriccio di creare al suo posto un polo di
ambulatori; senza aver fatto nessun tipo di valutazione, non tenendo conto della
spesa per l’adeguamento dei locali, senza una progettazione, un finanziamento e per
di più su un immobile che non è di proprietà dell’ente. Il risultato attuale è uno
sperpero dannoso e inutile di risorse economiche per i traslochi, il disagio per i
dipendenti che prima erano allocati in due palazzi e ora sono ammassati in uno, con
scrivanie a castello ed in locali sanitariamente inadeguati, mentre un’intera palazzina
resta abbandonata all’incuria e al degrado da quasi un anno.
Stante così la situazione, caro Presidente e Commissario ad Acta, ti invito a riflettere
attentamente, dalla tua decisione dipendono le sorti della sanità e dell’intera
comunità della provincia di Cosenza. Durante la campagna elettorale assicuravi che la
sanità sarebbe tornata in mano ai calabresi, e allora non facciamoci illudere dalla
sicumera di alcuni personaggi che in Calabria ci sono solo nati e che oggi risultano
essere i primi responsabili del peggioramento dell’andamento generale del nostro
ospedale. Permettiamo ai calabresi di curarsi nella propria terra.