Klaus Davi: “La scorta sarebbe la fine del mio lavoro” Il giornalista parla delle scorte ai giornalisti e delle vendette delle mafie
«Credo che si debba stare molto attenti a togliere le scorte ai giornalisti, soprattutto a quelli esposti come Saviano, Paolo Berizzi, Federica Angeli, Giovanni Tizian o Michele Albanese. Penso che le mafie temano le inchieste e possano vendicarsi molti anni dopo. Al Ministro degli Interni Salvini, persona avveduta e intelligente, suggerisco prudenza. Io però non la vorrei mai. Per come lo faccio io il giornalismo, girando per quartieri caldi come Archi a Reggio Calabria, la scorta coinciderebbe con la fine del mio lavoro. Non mi rivolgerebbe la parola più nessuno. È noto che ho preso anche casa proprio in quelle zone. A cosa servirebbe la scorta? La Ndrangheta quando decide uccide, non c’è scorta che tenga…», ha affermato il massmediologo e giornalista Klaus Davi, che ha concluso: «Ieri ero lì a riprendere i boss, tra cui Orazio De Stefano. Con la scorta appresso sarei stato ridicolo».