La boiata della “fattibilità” per un nuovo ponte Analisi di Giovanni Alvaro
Circolava nei giorni scorsi una dichiarazione di Delrio, fatta durante una intervista del Corrierone, che sembrava una vera e propria fake news. Essa aveva tutti i crismi della falsità perché, infatti, ad una domanda se “i primi soldi (per il Ponte ndr) saranno nella legge di Bilancio in arrivo?”, si rispondeva con un secco e chiaro “No, per il Ponte sullo Stretto siamo ancora allo studio di fattibilità”. Sembravano semplici parole in libertà rese per non dover dire che si è contro il Ponte provocando problemi alla campagna elettorale del ragazzo d Rignano.
Visto il clamore che l’assurda dichiarazione di Delrio aveva scatenato, il Ministro ha corretto il tiro aggiungendo che il governo, spostando indietro l’orologio di alcuni decenni, sarebbe orientato a considerare morto il progetto che aveva superato ogni esame, e intenderebbe riaccendere il timer a partire dalla scelta del tipo di attraversamento da realizzare tra Sicilia e Calabria, con queste parole: “Per il corridoio Napoli-Palermo, adesso, stiamo facendo uno studio di fattibilità che valuterà varie opzioni, inclusa quella sospesa. L’unica certezza è che lo faremo con soldi pubblici, e non con il project financing”. La scelta di ripartire da zero è la più grande boiata che si potesse pensare.
La valutazione sul tipo di attraversamento era già stata fatta nel 1992 (26 anni fa), e poi quando il Cipe volle vedere meglio, nel 1999, nominò due advisor per la valutazione finale: la Steinman Int. – Gruppo Parson per gli aspetti tecnici, e una ATI guidata dalla Pricewaterhouse Coopers per sistemare gli aspetti territoriali, ambientali, economici e finanziari. Nel 2000 gli advisor consegnarono i rapporti finali riconoscendo la fattibilità economica, finanziaria, trasportistica ed ambientale del Ponte, e ritenendo la soluzione scelta la più vantaggiosa rispetto a qualsiasi altro scenario alternativo.
Se, come ha scritto il Comitato Scientifico della Stretto di Messina “al Progetto Ponte hanno lavorato nel tempo oltre 100 tra i migliori ingegneri e professionisti italiani ed stranieri, 12 Istituiti scientifici e Universitari nazionali ed esteri, 39 Società ed Associazioni…” presentando poi il progetto, per essere analizzato dai massimi esperti mondiali del settore, e riscuotendo solo approvazioni. A che serve, quindi, ripartire da zero? Se fosse vero sarebbe solo un volgare sperpero di denaro pubblico che fa sorgere spontaneo il sospetto che per il nuovo lavoro si intendono ‘arruolare’ nuovi ingegneri, nuovi architetti, altri Studi scientifici e Universitari che, certamente, non lavorerebbero solo per la gloria.
Facendo circolare, tra l’altro, queste ipotesi si rischia di portare acqua al mulino dei qualunquisti. Ma Renzi non se ne cura perché a lui interessa, in questo momento, pescare in ogni direzione con ogni mezzo possibile e immaginabile. Quindi ben vengano i musicanti che sfornano dichiarazioni e interviste. Avanti Renato Mazzoncini ceo di FS (il Ponte si farà senza bisogno di project financing), avanti Gianni Vittorio Armani, Presidente dell’Anas (sulla stessa falsariga), avanti Montezemolo (meglio prima rifare le vie di comunicazione viarie e ferroviarie in Sicilia) che si è tenuto, comunque, alla larga dal problema dell’isolamento che patiscono siciliani e calabresi. Chiude la parata il bulletto di Rignano che canta il refrain di 100.000 posti di lavoro, che potrebbero essere creati dal Ponte, per incantare i giovani disoccupati del Sud.
La verità è che la sinistra gioca, da sempre, col Ponte usato solo per catturare consensi. Il Cav lo ha perfettamente capito dichiarando che “i governi della sinistra riguardo il Ponte sullo Stretto non sono credibili”. Sono più corretti i grillini che dicono che non va fatto, così come non andavano fatti l’Expo, le Olimpiadi a Roma, la Tav, e tanto altro ancora. Loro sono per la decrescita felice che per averla non c’è bisogno di investimenti basta non governare e vivremmo in una eterna crisi senza alcuno sbocco. Per Forza Italia e Musumeci, candidato a Presidente in Sicilia, la scelta è indiscutibile: Ponte e Subito.
Giovanni ALVARO