“La Buona Scuola” che non piace agli insegnanti di tutta Italia Giornata di sciopero in 20 province italiane. Presidi di insegnanti e studenti davanti alle Prefetture di tutte le cinque province calabresi
Gli “Insegnanti Calabresi- PSP Partigiani della Scuola Pubblica” e le sigle aderenti, in occasione dello Sciopero della Scuola del 13 novembre 2015, indetto dai Sindacati di base, con presìdi dei docenti a Roma, hanno ideato, organizzato e coordinato l’evento prefetture con ben 20 province italiane e diversi cortei studenteschi che hanno protestato contro la Riforma della Scuola. I docenti e gli studenti hanno consegnato nelle sedi prefettizie un documento di sfiducia alla Legge 107, in tutte le province della Calabria.
Hanno aderito all’evento della consegna simultanea nelle sedi prefettizie del documento di sfiducia alla Legge 107, le seguenti sigle PARTIGIANI DELLA SCUOLA PUBBLICA (Bologna), Illumin’Italia (Roma), Docenti autoconvocati, Docenti immobilizzati, Coordinamento Scuole di Latina e Viterbo, Associazione per la Scuola della Repubblica, Associazione Populus Comitato Nazionale TFA, Fronte della Gioventù comunista, Mida e Adida nelle province di: Milano, Genova, Roma, Bologna, Latina, Viterbo, Udine, Ferrara, Modena, Ferrara, Lecce, Foggia, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Crotone, Teramo, Caltanissetta, Catania.
L’iniziativa ha lo scopo di affossare una Legge «pasticciona, confusionaria, antidemocratica» e di cui non esistono ancora i decreti attuativi, prima che vada a regime.
A Catanzaro si sono vissuti oggi momenti di toccante condivisione di esperienze di cittadinanza attiva tra studenti e docenti. Il corteo studentesco di almeno mille ragazzi preceduto dai docenti che esibivano lo striscione: la cultura non é una merce, la scuola non é un’azienda, ha preso le mosse da Piazza Matteotti e, a piccole tappe, si é diretto verso piazza L.Rossi di fronte la Prefettura, dove é avvenuto il sit-in. Qui una delegazione di 3 docenti e 3 studenti si é recata in Prefettura, dove ha esibito le ragioni della protesta attraverso la lettura del documento, poi firmato alla presenza del Prefetto, Luisa Latella.
Intanto, i docenti rimasti con il corteo sono riusciti a far accomodare in piazza i ragazzi, dove si sono succedute hit di canti, balli, interventi di alcuni studenti centrati sulla riforma. Gli interventi dei docenti e di altri sostenitori della manifestazione hanno riguardato varie tematiche connesse alla riforma scolastica e alla politica dell’attuale governo. Non sono mancati interventi sul TTIP e sulle trivelle. Elevato il livello delle riflessioni per qualità e varietà. Le tematiche inerenti alla Riforma affrontate sono spaziate dall’abolizione del sostegno alle assunzioni-truffa. Alcuni ragazzi hanno espresso le ragioni della protesta con gessetti colorati sui basoli della piazza.
A Cosenza il viceprefetto Francesca Pezone, dopo il corteo studentesco, indetto dal Fronte della Gioventù comunista che ha percorso la città, ha accolto una delegazione di studenti e docenti che hanno spiegato il contenuto del documento presentato, di sfiducia rispetto alla legge Buona Scuola. Sono stati messi in evidenza: l’inganno dell’alternanza scuola -lavoro che promette formazione e invece opera un vero e proprio sfruttamento degli alunni nelle aziende, l’eliminazione della figura del docente di sostegno, lo strapotere del preside manager che in autonomia decisionale comanda nella scuola, i tagli di 661 milioni di euro alla Scuola Pubblica partoriti dalla Legge di Stabilità del Governo Renzi e i soldi devoluti, già da tempo, agli F35 per la guerra. “Diciamo No alla scuola dei poteri forti, difendiamo la scuola pubblica, libera e laica.”
Mentre a Lamezia Terme il corteo studentesco ha percorso le vie cittadine con una rappresentanza di docenti, a Vibo valentia due insegnanti in delegazione hanno consegnato il documento di sfiducia alla Riforma della Scuola, in rappresentanza dei docenti di Lamezia terme e Vibo valentia. La piccola delegazione è stata ricevuta dal Vicecapo di Gabinetto Sergio Raimondo.
In linea con le manifestazioni nazionali, anche la delegazione di Crotone ha consegnato la lettera di sfiducia nei confronti della L. 107/ 2015 al Prefetto, Dott. De Vivo. Rosanna Basso, referente del Comitato scuola Kr, ha evidenziato gli aspetti di incostituzionalità di una legge che svilisce i capisaldi della collegialità e mina il diritto allo studio. Il Dott. De Vivo, d’altro canto, sottolinea l’importanza delle manifestazioni democratiche per cambiare quanto, come Il giurista Imposimato analizza, risulta incompatibile con la legislazione vigente. Più tardi copie della lettera sono state distribuite tra gli studenti che hanno aderito e non allo sciopero ed è stato oggetto di discussione. Il filo conduttore comune è stato di sostenere ed appoggiare le iniziative per contrastare la legge 107 affinché non si dia spazio ad un sistema privato che possa ledere i principi basilari della democrazia e della trasparenza che l’organizzazione scolastica dovrebbe avere.
Inoltre il comitato per la scuola della Repubblica CZ e provincia e i Partigiani Scuola Pubblica della Calabria esprimono la massima solidarietà nei confronti degli studenti napoletani feriti a causa di cariche della polizia durante la manifestazione contro la legge detta “buona scuola” e nei confronti del docente e della studentessa di Milano che hanno subito identico oltraggio da parte delle c.d. forze dell’ordine.
A Reggio Calabria 5 docenti in delegazione , rappresentanti del comitato docenti autoconvocati reggini, insieme a 5 studenti, tra cui Fioranna Fontana, referente del Fronte della Gioventù comunista e rappresentante d’Iistituto, hanno consegnato il documento contro la Riforma ad una funzionaria della prefettura.
Infine riportiamo qui la parte conclusiva del documento consegnato al Prefetto:
“La scuola che noi vogliamo, dunque, non ha nulla a che vedere con la legge 107/2015, di cui chiediamo la sostituzione immediata negli aspetti che non riguardano il Def, nella consapevolezza che è un testo inemendabile che confligge con il dettato Costituzionale ed è incompatibile con buona parte della legislazione vigente”