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La Calabria delle imprese familiari. Un saluto ad un protagonista positivo: Lillo Mauro

| Il 27, Mag 2013

Ecco il ricordo di Giuseppe Panarello, responsabile nazionale Cicas Startuppers

La Calabria delle imprese familiari. Un saluto ad un protagonista positivo: Lillo Mauro

Ecco il ricordo di Giuseppe Panarello, responsabile nazionale Cicas Startuppers

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Ho letto che è venuto a mancare un imprenditore calabrese, eccellente ed esemplare, che ha contribuito alla costruzione di una città come Reggio Calabria, di questa Regione e di questo paese, ma soprattutto ha contribuito culturalmente ad una valenza positiva della Calabria e dei Calabresi.

Ogni dipartita richiede rispetto e silenzio, ma non posso prescindere da un meritato apprezzamento, ampio e grande. Tuttavia non possiamo nascondere che il tessuto di una “spugna” che Pasquale Mauro non ha mai gettato per la Calabria e per la sua imprenditorialità è oggi intriso di cordoglio ma anche di amarezza.

Si, non solo la perdita di un uomo valente e protagonista positivo dell’economia e della società locale, ma soprattutto “Con la scomparsa del comm. Mauro, la Città – si legge nella nota del Presidente della Provincia Raffa – è rimasta priva di un autorevole rappresentante della vecchia è illuminata imprenditoria capace di realizzare nel profondo Sud un’azienda che nel suo genere continua ad essere una delle eccellenze italiane”.

La città di Reggio, e il più vasto “biliardo” sul quale si gioca il suo sviluppo socio economico, ha perso un “pezzo” forte del suo Capitale Sociale.

In un mondo attuale che parla di Start-Up, di imprese innovative, di rilancio della cultura dell’intraprendere con le nostre risorse, Pasquale Mauro ha rappresentato l’essenza di un imprenditoria di Famiglia sana.

Si quelle Famiglie protagoniste di valori e modelli di business che dovrebbero oggi ospitare tanti startupper per trasmettere oltre alla dedizione al lavoro ed alla famiglia, la concretezza del fare impresa, lontani dalle carambole finanziarie, lontane dalle spregiudicatezze e sempre tese alla costruzione di LAVORO per se e per gli altri.

Se diamo al capitale sociale di una comunità il primo semplice significato di un complesso di patrimonio, anche di esperienza, conoscenze e reti di relazioni di valore, ebbene con la perdita di un imprenditore come imprenditore, pur permanendo la sua attività aziendale ovunque la sua famiglia la svolga, il nostro capitale si impoverisce.

Certo è che in questa terra, le imprese familiari che hanno dato lustro alla Calabria in Italia, con le loro produzioni, con i loro mercati, anche nazionali, conquistati e con le esperienze che hanno costruito senza giganteschi fondi europei che si sforzano di creare improbabili poli di innovazioni sono rimaste poche.

Anche l’attenzione pubblica su queste si affievolisce a favore degli imprenditori di assalto, improbabili quanto anacronistici e miracolosi poiché promettono di fare tanto e subito a condizione che i fondi pubblici gli siano dati.

Leggo nelle righe del Presidente della provincia di Reggio Calabria Raffa, tra le righe delle sue parole :”Ed ancora: “L’azienda Mauro, di cui lo scomparso fu uno dei protagonisti, fin dall’inizio dello scorso secolo è stata una delle aspirazioni occupazionali di intere generazioni di reggini con una funzione sociale che altrove veniva svolta delle grandi industrie. La famiglia dello scomparso, con il commendatore Demetrio fondatore del primo stabilimento di torrefazione, durante la Rivolta del ’70 ha avuto un ruolo importante nella difesa degli interessi morali e materiali di Reggio. Di Lillo Mauro ricordiamo il genuino quanto sobrio stile che ha caratterizzato il suo essere uomo e imprenditore”.

Vi trovo cordoglio, apprezzamento ma anche note politiche specie quando rimprovera a tutti noi ed alla sua città che una dipartita cosi non può passare inosservata. Per l’uomo e per la nostra società.

Voglio leggere oltre queste righe e aggiungo concetti che questa assenza mi rende più chiari: una forte critica necessaria al ruolo che la politica pubblica ha svolto nella determinazione di un tessuto imprenditoriale molto discutibile; e di converso una più generale riflessione sul ruolo della pubblica amministrazione; le forme ormai dilaganti di criminalità economica e criminalità organizzata i cui confini non sempre appaiono netti; il limite notevole allo sviluppo di imprenditorialità e di capacità di generare valore aziendale e organizzativo rappresentato da una realtà penalizzante del sistema creditizio, e che non ha alibi quando si annota che le sole sofferenze Parmalat sono superiori a quelle dell’intero sistema bancario del Sud.

Questi argomenti in se non sorprendono, da molti anni sono sul tappeto e molti si esercitano nelle loro analisi, nel dare ricette, che spesso si esauriscono nella classica affermazione mista di rassegnazione, fatalismo ed arroganza: …”ora ci penso io che sono nuovo”….!

Tutti hanno ricette, ma nessuno lavora alla costruzione degli ingredienti; tanti cercano l’oro e pochi imbracciano i picconi. Tanti parlano di tutto, dimenticando clamorosamente la realtà e come essa va determinandosi.

Rileggendo la forte provocazione dispiaciuta e amara del Presidente Raffa e di fronte a questi Uomini, come Lillo Mauro, capaci di tanto bene, diventa ancora più amara la considerazione di fatti e risultati di un intervento straordinario dello stato per il Sud che, pur avendo dimensioni notevoli, anziché generare opportunità e valore del capitale sociale ha provocato diseconomie evidenti e trasformazioni sociali che hanno spostato in basso il terreno del confronto e delle relazioni produttive di questa terra.
Alle imprese familiari, a queste famiglie, a questi Uomini cosi capaci spetta il ruolo di Faro delle giovani generazioni. E’ innegabile.
Accorgiamocene tutti, per una buona vita ed una memoria indelebile, a questa terra servono questi uomini e queste storie.

Giuseppe Panarello

Resp. Nazionale Cicas Startuppers