La Calabria è la regione con il maggior numero di omicidi Oltre il triplo della media nazionale
CATANZARO – E’ la Calabria la regione cui spetta il triste primato di omicidi volontari rispetto al resto della penisola: ben 2,44 ogni 100mila abitanti nel 2013 (un valore quasi triplo se paragonato alla media nazionale). I dati emergono dal rapporto annuale dell’Istat 2015.
Seguono a distanza le altre grandi regioni del Mezzogiorno. Il valore più basso, dopo la Valle d’Aosta in cui non si sono verificati omicidi, si registra invece in Veneto (0,24). I numeri dicono che a Napoli e Bari, a proposito dei grandi comuni, ci sono stati rispettivamente 3 e 2,5 episodi di omicidio volontario ogni 100mila abitanti. Seguono Palermo (1,5) e Catania (1,3). A Milano e a Roma, invece, è stato commesso un delitto ogni 100mila abitanti.
Altre grandi città, come Genova, Verona e Firenze, hanno fatto registrare tassi nell’ordine di 0,3-0,5 omicidi per 100mila abitanti. Piu’ in generale, nel quinquennio 2009-2013, Genova e Catania hanno visto migliorare la loro situazione ma ci sono state diminuzioni anche a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Omicidi in aumento, invece, a Venezia, Palermo, Bari e Verona.
Oltre alla notizia non certo positiva del numero di omicidi, l’Istat analizza alche la situazione della sanità italiana, evidenziando il generale miglioramento delle condizioni di salute della popolazione negli ultimi decenni è testimoniato dall’aumento della longevità.
Si stima che nel 2014 la speranza di vita sia pari a 84,9 anni per le donne e 80,2 anni 207 per gli uomini, con un guadagno, rispetto al 2000, di due anni per le donne e tre per gli uomini.
Non si sono, tuttavia, annullate le diseguaglianze territoriali e socio-economiche nella salute, che mostrano ancora uno svantaggio per chi ha una posizione sociale più fragile, soprattutto se risiede nelle aree del Mezzogiorno. La quota di persone in cattive condizioni di salute oggettiva, vale a dire che riferiscono di avere limitazioni funzionali, patologie croniche gravi o invalidità permanenti, a parità di età, è del 17,7 per cento nel Centro-nord e del 20 per cento nel Mezzogiorno.