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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

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La Calabria che brucia è un’emergenza nazionale. La situazione è drammatica nel reggino, oltre al pesante bilancio delle vittime, altri roghi. Evacuate abitazioni in alcuni Comuni Dopo la giornata drammatica di ieri con due morti in un solo giorno e dei feriti, la situazione sta precipitando, sembra una tragedia senza fine

La Calabria che brucia è un’emergenza nazionale. La situazione è drammatica nel reggino, oltre al pesante bilancio delle vittime, altri roghi. Evacuate abitazioni in alcuni Comuni Dopo la giornata drammatica di ieri con due morti in un solo giorno e dei feriti, la situazione sta precipitando, sembra una tragedia senza fine

Aggiornamenti…

Sono 60 i roghi ancora attivi e 70 le squadre impegnate, Spirlì: “Situazione resta grave”
“Dei 59 incendi registrati questa mattina – continua il presidente Spirlì – 12 sono di interfaccia. Le squadre impegnate nelle operazioni di spegnimento sono in tutto 70. I mezzi aerei regionali sono attualmente operativi nei comuni di Isca sullo ionio, Cardeto, Longobucco e Orsomarso, quelli dello Stato a Bagaladi. Più nello specifico, è presente un canadair in ognuno dei comuni di Isca, Cittanova, San Luca, Mammola, Aiello. Un elicottero dell’esercito è attivo su Mendicino. Le criticità maggiori si registrano nel Reggino e, precisamente, nelle zone Bagaladi/Cardeto, Grotteria/Mammola/Martone, San Luca e Cittanova”.

Non si ferma la furia del fuoco, la situazione come ha già scritto il presidente del Parco Autelitano potrebbe precipitare in breve tempo. Incendi di vaste proporzioni hanno interessato le frazioni di Cardeto, Roghudi e Roccaforte del Greco. A Cardeto sono state allontanate alcuni nuclei familiari dalle proprie abitazioni.
Uomini delle squadre di soccorso, Vigili del fuoco, Calabria Verde e volontari della Protezione Civile sono stremati dalla fatica. È davvero emergenza nazionale.
Altri incendi si sono verificati sul versante Jonico come a Mammola, Gioiosa Jonica, Grotteria e San Giovanni di Gerace, dove anche in questo caso, negli ultimi due comuni sono state disposte evacuazioni della popolazione. Altri roghi si registrano anche a Cittanova ed a Caulonia.

Così è quasi impossibile andare avanti, la situazione è surreale, non si possono vedere polmoni verdi andare in fumo, uomini stremati a domare quello che la mano criminale ha creato.
La situazione a dir poco drammatica in Calabria, ci sono roghi in ogni parte della regione che stanno devastando patrimoni naturalistici importanti, ma soprattutto ci stanno privando di alcuni “polmoni” fondamentali per l’esistenza umana. Anche se è proprio l’uomo, quella mano maledetta che crea questi disastri terribili i quali stanno mettendo in ginocchio un intero sistema di soccorso.
La situazione è disperata, intanto nell’ultima nota del presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte ha diramato una nota riguardante la “Valle Infernale”, dove “Al momento, miracolosamente, le Faggete Vetuste, patrimonio Unesco, non sono state interessate dalle fiamme, nonostante l’immane incendio che da giorni sta devastando la zona e che ha bruciato uno dei boschi di pino calabro più importante e storico del Parco, quello di Acatti”. Continua il comunicato affermando che “Le nostre Faggete sono praticamente circondate dai roghi, ma continuano a resistere. La minaccia, però, non è superata, anzi il contesto è complicatissimo perché quell’incendio è particolarmente violento e ampio: la situazione può precipitare in un brevissimo lasso temporale. – ha detto il Presidente del Parco, Leo Autelitano. Siamo tutti all’opera per salvarle: dall’alto i canadair supportano gli uomini ed i mezzi impegnati da terra. È in atto dispiegata tutta la forza possibile per salvare le faggete e domare il fuoco, con i carabinieri del Reparto biodiversità coordinati dal Tenente colonnello Alessandra D’Amico, gli operai dell’ufficio biodiversità coadiuvati dal personale dell’Ente Parco che hanno bloccato le fiamme in una vera e propria azione di resistenza. Il comune di Samo, inoltre, ha inviato sul posto alcuni mezzi utili per le attività. Siamo in una condizione difficile e catastrofica in tutte le zone dell’Aspromonte con incendi sullo Zomaro, sulle montagne di Mammola, nell’Area Grecanica fino a Polsi”.
Intanto salgono a cinque le vittime per i roghi, dopo la tragica morte del 76enne a Grotteria a causa di un incendio boschivo e del successivo crollo della sua casa rurale provocato dal rogo. Mario Zavaglia, questo il suo nome, stava curando il proprio orto quando le fiamme lo hanno circondato e ucciso. Il suo corpo è stato ritrovato da uno dei figli, preoccupato per il fatto che non aveva visto rientrare il padre nell’altra abitazione della famiglia nel centro del paese.
Intanto, il disperso 79 enne di Cardeto è stato ritrovato morto. A Vinco, frazione pedemontana di Reggio Calabria, quattro civili ustionati dalle fiamme. Tre sono al pronto soccorso e due di loro saranno probabilmente trasferite a Catania. Sul fronte incendi ancora massimo l’impegno dei vigili del fuoco su tutto il territorio.
Come ha anche affermato il presidente ff della Regione Calabria Spirlì, la situazione è drammatica con 110 roghi attivi.
Purtroppo questi criminali piromani non solo dovrebbero essere puniti dalle leggi dello Stato, sono dei criminali che andrebbero esclusi dalla società civile.
(GiLar)

INCENDI, REGIONE CHIEDE LO STATO DI EMERGENZA

La Giunta della Calabria ha formalizzato la richiesta al Governo
Giunta – Catanzaro, 11/08/2021

Incendi, Regione chiede lo stato di emergenza

La Giunta regionale, su proposta del presidente Nino Spirlì, ha deliberato la richiesta al Governo di dichiarazione dello stato di emergenza «in relazione agli eventi calamitosi derivanti dalla diffusione di incendi boschivi che stanno interessando il territorio della Calabria».
Nella delibera si dà anche atto che «si procederà, con successivi atti, alla quantificazione dei danni derivanti dagli eventi, a seguito di apposita ricognizione che verrà effettuata presso i Comuni interessati».
L’EMERGENZA
«Il territorio della Calabria – è scritto nel provvedimento – è stato diffusamente interessato, già a partire dal mese di giugno 2021, da un numero estremamente rilevante di incendi boschivi e di interfaccia che hanno provocato ingenti e gravi danni all’intero ecosistema regionale, ivi comprese le colture agricole, gli allevamenti, gli insediamenti civili, rurali ed industriali».
«In particolare – è spiegato –, nelle ultime settimane di luglio e in quella di agosto, si è assistito a una drammatica recrudescenza dei fenomeni, che hanno messo in concreto e immediato pericolo sia il patrimonio boschivo – anche quello vetusto, oggetto di tutela dell’Unesco – che quello abitativo e produttivo, con il proliferare di incendi di interfaccia che hanno provocato ingenti danni alle cose nonché, circostanza ancor più grave, la perdita di vite umane».
«Tuttora insiste, in tutta la regione – si legge nella delibera –, una situazione di criticità tale da aver indotto il presidente della Giunta, unitamente al direttore generale del dipartimento di Protezione civile a richiedere al presidente del Consiglio dei ministri, lo stato di mobilitazione nazionale».
IL RAPPORTO DI CALABRIA VERDE
«Nei rapporti stilati dall’Azienda Calabria verde, delegata all’attuazione del Piano antincendio boschivo – è scritto ancora – continuano a pervenire, presso le sale operative di Calabria verde e della Protezione civile, numerose richieste di intervento e di soccorso, pure in funzione della tutela della vita umana in caso degli incendi di interfaccia. Appare necessario richiedere, al Governo, la dichiarazione dello stato di emergenza, tenuto conto, fra l’altro, dell’enorme dispiegamento di risorse umane e strumentali impiegate in campo, anche per effetto della presenza delle organizzazioni di volontariato provenienti da altre regioni in virtù della dichiarazione dello stato di mobilitazione nazionale».
La Giunta ritiene dunque che sia «necessario ricorrere all’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, cui all’art. 24 del D.lgs. 2 gennaio 2018, n. 1, anche al fine di evitare pericoli per la pubblica incolumità e favorire il più rapido ritorno alle normali condizioni di vita delle popolazioni interessate e il ripristino delle strutture e infrastrutture danneggiate».