La Calabria : “nave senza nocchiero in gran tempesta”
Di Luigi Pandolfi
Nel pieno della pandemia che attanaglia tutto il Paese, la Calabria pare essere abbandonata a se stessa.
Dichiarata zona rossa con ordinanza emessa in data 4 novembre 2020 dal Ministro della Salute, a causa della conclamata inadeguatezza del suo sistema sanitario, vive ora nell’attesa che chi è investito di competenze faccia la sua parte, non essendovi certezze sotto il profilo dei tempi di esercizio, che dovrebbero essere al contrario precisamente definiti e cogenti!
Da un lato, infatti, vi è la “vacatio” amministrativa , dovuta al recente scioglimento del Consiglio Regionale, e la supplenza di un Presidente, dotato – per fortuna – di soli poteri di ordinaria amministrazione e che tuttavia si avventura in esternazioni ed iniziative del tutto estemporanee e dal chiaro tenore propagandistico (si pensi, tra le altre amenità pronunciate dal Presidente f.f., alla recente richiesta alla Protezione Civile di quattro Ospedali da campo da adibire alla assistenza dei pazienti affetti da Covid 19, mentre vi sono in Calabria ben 18 Ospedali chiusi a causa dei tagli lineari determinati da un piano di rientro, che nessun risultato degno di rilievo ha sin qui prodotto).
Dall’altro lato, il Governo sta colpevolmente lasciando priva di organi decisori la Calabria in un momento in cui l’avanzare dei contagi richiederebbe interventi urgenti ed immediati a tutela dei cittadini calabresi.
Invero, dopo le gravi affermazioni del Commissario Straordinario Gen. Cotticelli, seguite dalle sue dimissioni ( o dalla sua revoca ?), il Governo, dopo aver verificato il reiterato mancato raggiungimento nella Regione Calabria del punteggio minimo previsto dalla griglia dei livelli essenziali di assistenza (LEA) ambito sanitario, non ha trovato di meglio che:
a)emanare in data 4.11.2020 il cd. Decreto Calabria, rafforzando i poteri del Commissario “ad acta” con l’incarico – si badi – di attuare programmi operativi di prosecuzione del piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale e di conseguire l’obiettivo del riequilibrio finanziario economico e contabile; e con l’ulteriore incarico di svolgere, “ove delegato” (?!?), i compiti di attuazione del piano di riorganizzazione per rafforzare il servizio sanitario in ambito ospedaliero e fronteggiare le emergenze pandemiche in corso, di cui al decreto-legge 19 maggio 2020 n.34;
b) nominare con decreto del Consiglio dei Ministri del 7.11.2020 un nuovo Commissario straordinario, le cui esternazioni hanno suscitato più di qualche perplessità e che di fatto, a distanza di più di sette giorni dalla sua nomina, non ha ancora posto in essere alcun atto. Si legge nel decreto di nomina che “Il Commissario è incaricato di relazionare, con cadenza semestrale, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri affiancanti in merito all’attività svolta, ferme restando le verifiche trimestrali e annuali previste dalla normativa vigente”. E, dunque, nessuna urgenza nell’attuare e nel vigilare è stata prevista!
Dimentica il Governo che il Documento di riordino della rete ospedaliera per l’emergenza Covid è stato adottato sin dal 18.6.2020 ed approvato dal Ministero della Salute in data 16.7.2020, e non pare che alla sua attuazione si sia dato ad oggi sostanziale corso.
E mentre le inerzie e le inadempienze perdurano, si registrano:
– la mancata attivazione delle USCA ( ossia le Unità Speciali di Continuità Assistenziale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero), istituite con decreto del Presidente della Giunta Regionale n.25 del 29 marzo 2020;
– la mancata assunzione di personale medico ed infermieristico;
– la difficoltà di processare i tamponi;
– la saturazione degli ospedali ;
– la disperata attesa di soggetti Covid nei locali dei Pronto Soccorso ospedalieri in attesa di ricovero;
– la sospensione dei ricoveri ordinari per le altre patologie, di recente disposta dal Presidente f.f della Giunta Regionale.
In questo caotico scenario, montano le legittime proteste dei cittadini, attraverso sit-in e manifestazioni di piazza, la triplice sindacale della Calabria presenta opportunamente un esposto-denuncia, oltre che alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica di Catanzaro, che pare abbia aperto una inchiesta per epidemia colposa, i Sindaci della Calabria hanno programmato una manifestazione a Roma per chiedere l’azzeramento del debito e la fine del commissariamento della sanità e, frattanto, sui territori assumono iniziative dirette a rispondere ai più impellenti bisogni della popolazione affidandosi ai volontari e svolgendo così una azione di supplenza che, per quanto lodevole, non può rappresentare la soluzione del problema.
Alla luce di quanto sopra, verrebbe quasi da pensare ad una sorta di “darwinismo sociale “, in base al quale i più deboli nella lotta per la sopravvivenza vengono abbandonati al loro destino.
Ed allora non possiamo non esprimere INDIGNAZIONE per la grave violazione del diritto alla salute (inteso come integrità fisica e psichica) e della dignità dei cittadini Calabresi, garantito dalla nostra Costituzione, dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e dalla Carta Sociale Europea; e, nel contempo, stanti le perduranti inerzie ed inadempienze, RICHIAMARE il Governo nazionale alla necessità di ripianare l’ingente debito sanitario accumulatosi in questi anni e di attuare gli immediati interventi che l’attuale fase emergenziale richiede (Emergency response), affidando con urgenza il compito a soggetti competenti ed onesti ,estranei a logiche di appartenenza politica.
E’ COMPITO DELLA REPUBBLICA creare le condizioni affinché le persone possano esercitare il diritto ad ottenere la tutela della propria salute, che si concretizza nell’accesso all’assistenza sanitaria, diritto che la Costituzione qualifica “fondamentale” e che rientra tra i diritti inviolabili di cui all’art.2 Cost., essendo inoltre intimamente connesso al valore della dignità umana.