La Calabria…al bivio
redazione | Il 08, Ott 2012
Le riflessioni di Vito Bordino, dirigente dell’Udc
La Calabria…al bivio
Le riflessioni di Vito Bordino, dirigente dell’Udc
Riceviamo e pubblichiamo:
Il bieco individualismo che spesso si è sostituito ai partiti è stato uno dei principali fattori che han fatto sì che, specie negli ultimi anni, la Calabria accumulasse e continui ad accumulare ritardi enormi nei confronti del resto del Paese. E’ da dire pure che in parallelo ci sono scelte politiche errate o inconsistenti, generali incapacità progettuali, inefficienza di una burocrazia dipendente, più che dalle correnti partitocratiche, dagli interessi individualisti.
Una stagione quale è l’attuale, così drammaticamente caratterizzata da una profonda e assai preoccupante crisi economico-finanziaria globale che ha investito il Paese in maniera assai grave e preoccupante, infierisce inesorabilmente sull’economia reale calabrese perché appesantisce ulteriormente il divario tra nord e sud.
E quindi, sulla scia dell’azione di governo del Presidente Monti, occorre intervenire anche in Calabria con coraggiose azioni di significativa inversione di rotta, con forti e credibili proposte politico-programmatiche per tentare di ridimensionare l’antipolitica che ha preso il sopravento negli ultimi anni, per riscoprire il ruolo e la funzione dei partiti quale momento essenziale della vita democratica e per ridare voce e ruolo a quei politici ed amministratori seri, onesti e impegnati, che pur son tanti.
Non si può più tergiversare dal dare alla gente segnali forti di discontinuità da quel brutto fenomeno che definisco “berlusconismo” e che ha creato tanti piccoli “berlusconini”.
Non si può oltremodo tergiversare dal farsi carico dei gravi ed innumerevoli problemi della nostra regione, della criticità dei livelli occupazionali, dello sviluppo sociale ed economico, del deterioramento sempre più marcato delle istituzioni locali.
Serve una Politica che, piuttosto che inseguire modelli dimostratisi ampiamente fallimentari, sia fatta di proposte capaci di farci uscire da ogni forma ed accusa di assistenzialismo. Serve una Politica regionale fondata su autoctone linee di sviluppo e di concrete, proficue e lungimiranti azioni operative, di proposte capaci di alleviare il malessere diffuso che domina la società calabrese, in una terra in cui si sono raggiunte punte insostenibili di degenerazione, di corruzione, di sprechi di risorse pubbliche, di violenza, di connessione tra mafia, politica e affari.
Occorre una effettiva svolta, per contribuire al superamento di certa partitocrazia, delle vecchie e nuove logiche lobbistiche e, peggio ancora, del pericoloso individualismo che negli ultimi anni ha inondato la classe dirigente in generale.
Occorrono iniziative politiche chiare e forti, al fine di realizzare la necessaria integrazione sinergica e di creare uno schieramento di forze moderate per dare voce e peso politico a un progetto che individui le scelte prioritarie per la rinascita della Calabria nel turismo, nella salvaguardia del territorio, nella cultura e nella ricerca, nelle infrastrutture, nel sistema creditizio, nell’agricoltura e nell’industria agroalimentare, nell’artigianato, nelle piccole e medie aziende.
Il reale rinnovamento della classe dirigente e dei metodi delle gestioni politiche ed istituzionali, la riscoperta della qualità nell’impegno e nelle attività istituzionali sono le priorità da mettere nell’agenda di una Politica sana e fondata sul perseguimento del bene comune.
Questa è la battaglia da condurre – sulla scia e in sintonia con le encomiabili azioni messe in campo, da tempo, dalla dirigenza nazionale dell’UdC ad iniziare da Casini e Cesa – per arrestare i fenomeni di qualunquismo, per mettere fine all’antipolitica che troppo è dilagata, per dare risposte al legittimo malcontento della popolazione, per isolare gli individualismi, i giochini di potere e i preoccupanti fenomeni di servilismo politico.
Al Paese, alla Calabria serve soprattutto la consapevolezza, forse ancora poco diffusa, che in gioco non c’è solo l’oggi ma soprattutto il domani delle nuove generazioni.
Serve, quindi, sostituire il pressapochismo e l’improvvisazione con la responsabilità e col privilegiare il confronto sulle idee, sugli obiettivi e sui programmi, per attuare le convergenze ideali e politiche tra forze e movimenti che, scevre da cordoni inconcludenti e da logiche stantie, possano e vogliano trovare, in una visione univoca e complessiva dei problemi, punti per una strategia comune, mirata alla costruzione di una società migliore.
Vito Bordino – Dirigente UdC