La città di Taurianova è “colpevolmente” assente! Partecipare alle attività amministrative dovrebbe essere un dovere morale di ogni cittadino
Un Consiglio Comunale, quello di Taurianova, dopo oltre tre mesi di immobilismo forzato per una surroga che non veniva effettuata, si è ripresentato sempre nella sua monotona condizione. Alla fine è sempre la caciara a prevalere. Otto punti all’Odg che potevano essere licenziati in poco meno di due ore, ce ne sono voluti cinque. E purtroppo stare a ripetere sempre le stesse cose, è roba anacronistica con inutile lavaggio di testa al mulo perché non ci si rende conto quando c’è da “saltare un giro”. C’è invece una cosa che dovrebbe far riflettere, più di tutto, ed è rappresentata dalla foto copertina di questo pezzo, ossia quelle siede vuote. Non è una scena apocalittica, ma è quello che si presentava con l’adunanza in corso d’opera. Quella platea deserta fatta da cittadini fantasmi che poi si materializzano (numerosi) nei social con il caricatore pieno di caccole. Questa “indifferenza” atavica all’attività amministrativa, dovrebbe essere una preoccupazione rilevante, non meno importante di altro, ovvero incentivare i cittadini a essere più presenti durante i civici consessi. Non è facile. Alcuni consiglieri asseriscono che questa causa sia dovuta alle convocazioni mattutine, ma ciò sarebbe un problema facilmente superabile. Anche in quelle serali non è che ci fosse mai stata una grande affluenza, se non in quelle occasioni dove si prevedeva un evento causato da un “pettegolezzo” ed era più la curiosità in essere che la sostanza stessa.
Qualcuno potrebbe anche dire (come hanno già fatto), “Già molte volte non vengono alcuni consiglieri, figuriamoci ‘noi’ cittadini”. Beh sì, certamente, giusto, l’esempio non è dei migliori. Ma appunto per questo la presenza del popolo è fondamentale, almeno si capirebbe a chi sono andati i voti e se varrà la pena rivotarli, in caso di partecipazione alla competizione elettorale. Ma Taurianova si sa, è la città delle “tapparelle abbassate”, del “chi te lo fa fare”, “fatti i fatti tuoi” o dell’ignavia che si trasforma in coraggio dietro un pc. “Legionari” di Umberto Eco celati da “leoni di tastiera”. È così in molte realtà della Piana, non è una’esclusiva taurianovese da “città d’arte”.
Molte volte nella rubrica della “Lanterna” si è ironizzato, anche sui protagonisti politici con degli ironici appellativi, non ultimo Procuste, ma ci sono altri, ad esempio, tiro uno a caso, il consigliere Forestieri (a me ha molto incuriosito). A guardarlo entrare in aula, come si muove (ed esce soprattutto), un “promontorio umano”,simpaticamente parlando, che indurrebbe a idee quasi da timorosa aspettativa. Sempre impeccabile in abito con cravatta, a volte si è presentato con un notebook (agli inizi del mandato) e fino a l’altro giorno con una cartellina in pelle. Non sembra un consigliere comunale, ma un burocrate di Gabinetto degli anni ’50. Ha lo stesso “sorriso smagliante” dei segretari comunali, specie gli ultimi due, sembrano usciti da un “museo delle cere del dolore”. Chi vede Forestieri per la prima volta, direbbe, “Ora come parla lui…”, “Devi vedere quando parla…”, quasi gli stessi brividi che provi salendo nelle “montagne russe”. Ma alla fine sembra essere il discendente di Arpocrate. Una volta prese la parola, e da lì tenne con il fiato sospeso, suspense in aula, ma poi l’azione fu di strappare un foglio di carta con vigore, uno bisbigliare incomprensibile e finì lì, simile a Peppino De Filippo in “Totò, Peppino e la Malafemmina”, quando ripete spesso, “E ho detto tutto”!
I livelli si alzano quando si menziona Immanuel Kant (che non è un consigliere comunale), quasi un oltraggio alla morale stessa. Come se si citasse Dracula a favore di una raccolta sangue. Kant è stato un “legislatore della morale”: “il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” non è un semplice epitaffio scritto su una lapide, ma è il sunto del pensiero del padre dell’etica nella coscienza. Non predicava l’etica della convenienza, e quindi è già fuori luogo nel civico consesso di Taurianova, visti i “criteri di sopravvivenza” e le varie ed eventuali.
Alla fine, Fabio Scionti mantiene la sua posizione (e postazione) di sindaco e si è immedesimato abbastanza bene nella parte, e gli va bene così, regge. Nel prossimo Consiglio che a breve sarà convocato, ci sarà quel benedetto bilancio riequilibrato approvato dal Dicastero degli Interni post dissesto finanziario. Come molte volte ripetuto dal sindaco, specie per accusare la minoranza di irresponsabilità per la mancata surroga, in quanto impediva anche la stabilizzazione dei lavoratori ex lsu/lpu, quindi un’occasione per far sì che il civico consesso si trasformi collaborativo e non conflittuale. I voti la maggioranza ce l’ha lo stesso per deliberarlo, a questi, secondo (sicure e acclarate) indiscrezioni, si aggiungerà qualcuno (forse più d’uno) dei dirimpettai, e sarà cosa buona e giusta.
(GiLar)
PS. Infine, vorrei anche io associarmi alle giravolte “impanate” di opinioni (stra)positive nei confronti dell’ex vicesindaco Carmela Patrizio e perché no, anche dell’ex assessore Mina Raso. Sono stato tra quelli che ha dichiarato che la sua esistenza “nebbiosa” invisibile si è rivelata alla città, solo quando ci fu la lettera delle dimissioni. Ho cambiato idea! D’Annunzio una volta disse che “l’incoerenza è la prerogativa della genialità”, ma non credo sia questo il caso. Anche io “amo” e adoro l’ex vicesindaco Patrizio, per me è stato il miglior vicesindaco mai esistito dai tempi dell’unità d’Italia. Visto che prima delle sue dimissioni il 99.99 % di tutti, ripeto, tutti, nessuno escluso, non è che avesse grandi simpatie e riluttanze sulla sua permanenza, mi auto-aggiungo (al falò delle ipocrisie), così il 100% diventa tondo e pieno! Vuoi vedere che se si dovesse dimettere Fausto Siclari, anche per lui inizierebbe il processo di beatificazione e canonizzazione sommaria, dicendo che come presidente del consiglio comunale è stato il migliore di tutti, e aveva pure fatto grandi cose?