La Corte costituzionale dichiara illegittima la “Legge vergogna”
redazione | Il 24, Nov 2011
Carnovale (Psi): “Questa sentenza dovrebbe indurre ad una seria ed approfondita riflessione l’intero Consiglio regionale ed in special modo i cittadini calabresi sulle modalità di carattere politico ed istituzionale con cui si legifera e sulle ratio, spesso impolitiche e particolaristiche, che muovono l’approvazione di taluni provvedimenti”. Papasso (Psi Cosenza): “Avevamo ragione”
La Corte costituzionale dichiara illegittima la “Legge vergogna”
Carnovale (Psi): “Questa sentenza dovrebbe indurre ad una seria ed approfondita riflessione l’intero Consiglio regionale ed in special modo i cittadini calabresi sulle modalità di carattere politico ed istituzionale con cui si legifera e sulle ratio, spesso impolitiche e particolaristiche, che muovono l’approvazione di taluni provvedimenti”. Papasso (Psi Cosenza): “Avevamo ragione”
“Salutiamo con favore la notizia della bocciatura parziale da parte della Corte Costituzionale della legge regionale n. 34 del 2010 dichiarata illegittimità anche nella parte in cui eliminava il regime delle incompatibilità tra le funzioni di Sindaco e di Consigliere regionale essendo stati promotori fin dalla sua sconsiderata e trasversale approvazione – avvenuta con un improprio emendamento blitz in un dispositivo di bilancio – del Comitato promotore per il Referendum abrogativo.
E’ quanto ha dichiarato Nicola Carnovale della Segreteria nazionale dei “Socialisti Uniti – P.S.I.”
“Avevamo da tempo com’è noto – prosegue Carnovale – provveduto a depositare presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria la richiesta per l’indizione di un referendum abrogativo della norma in questione e nonostante le inadempienze diffuse dell’Ufficio stesso eravamo pronti, in caso di un diverso pronunciamento della Consulta, ad avviare la raccolta delle firme pur essendo pienamente convinti che un organo di giustizia non avrebbe non potuto rilevare le gravi e palesi violazioni delle vigenti norme in materia”.
“In ogni modo questa sentenza – conclude Carnovale – dovrebbe indurre ad una seria ed approfondita riflessione l’intero Consiglio regionale ed in special modo i cittadini calabresi sulle modalità di carattere politico ed istituzionale con cui si legifera e sulle ratio, spesso impolitiche e particolaristiche, che muovono l’approvazione di taluni provvedimenti”.
Dello stesso avviso di Carnovale anche il segretario provinciale del Psi di Cosenza Gianni Papasso che scrive:
“Avevamo ragione!
La Corte Costituzionale, come era prevedibile, ha dichiarato la illegittimità della “Legge Vergogna”.
La Corte Costituzionale ha dato un colpo di accetta alla vergognosa “Norma” , che eliminava le incompatibilità tra la carica di consigliere regionale con quella di assessore e sindaco e con quella di presidente e assessore provinciale.
La sentenza della Corte Costituzionale boccia sonoramente tutti coloro i quali, in maniera trasversale, in Consiglio Regionale approvarono un atto, che è stato giudicato vergognoso da tutto il Paese.
La Corte Costituzionale ha sentenziato, in sintonia con le nostre affermazioni, che la norma regionale risulta costituzionalmente illegittima in quanto, eliminando le incompatibilità, contrasta con l’art. 117 e 122 della Costituzione e, soprattutto, viola il limite del rispetto del principio di eguaglianza sancito in materia dall’art. 51 della Costituzione, che intende assicurare su tutto il territorio nazionale l’esigenza di uniformità discendente dall’identità di interessi, che comuni e province rappresentano riguardo alle rispettive comunità locali, quale che sia la regione di appartenenza.
La sentenza della Corte Costituzionale archivia un obbrobrio politico, culturale, amministrativo e giuridico.
La scure della Corte Costituzionale sulla “Legge Vergogna”, certamente, fa impallidire i promotori, fa arrossire i sostenitori, e riempie di vergogna chi l’ha attuata e applicata.
La sentenza della Corte Costituzionale restituisce alla Calabria la dignità che taluni hanno cercato di offuscare e dà la possibilità a tutti i calabresi di camminare a testa alta.
Per quanto concerne la vicenda di Cassano Jonio, il Consiglio Comunale deve essere convocato, con urgenza, per deliberare la decadenza del sindaco abusivo.
Non tollereremo nessuna pratica dilatoria che traspare dalle dichiarazioni di Gallo.
Il consiglio comunale non deve avviare alcuna procedura, deve solamente deliberare la decadenza, in quanto il percorso previsto dal Dglsv 267 era stato completato.
Invitiamo, sin da ora, quanti sono preposti al rispetto delle leggi e chi sovraintende sui comuni, ad intervenire per impedire che, ancora una volta, furbizie, tatticismi e meschinità prendano il posto delle leggi e dei regolamenti.
La “rivoluzione culturale” del sindaco Gallo è stata bocciata anche dalla Corte Costituzionale”.
redazione@approdonews.it