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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 15 GENNAIO 2025

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La crisi che non finisce. Insoluti nei condomini: quasi 3 su 10 non pagano Sempre più morosi e lavori di manutenzione che non vengono più effettuati. Boom di forniture d'acqua, luce e di gas staccati nei casi d'impianti centralizzati

La crisi che non finisce. Insoluti nei condomini: quasi 3 su 10 non pagano Sempre più morosi e lavori di manutenzione che non vengono più effettuati. Boom di forniture d'acqua, luce e di gas staccati nei casi d'impianti centralizzati
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Altro che fine crisi. Ancora una volta a delineare un quadro a tinte più fosche
che chiare rispetto a quelle che qualcuno ci vuole propinare, sono alcuni segnali
che provengono dai cittadini e che spesso non vengono riportati tra gli indicatori
economici.Questa volta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, porta alla ribalta il tema delle morosità nei condomini, dove purtroppo
si è assistito negli ultimi ad una crescita esponenziale di coloro che non pagano
le spese comuni. Ai tempi d’inizio crisi, il fenomeno riguardava fisiologicamente
il 10% dei residenti, ma negli ultimi anni tale percentuale è aumentata, tanto che
gli esperti del settore stimano un rialzo al 20-25% di coloro che non riescono a
far fronte ai pagamenti e che si trovano in ritardo. Le conseguenze della persistente
morosità di alcuni dei condomini sono le più variabili e, per così dire, drammatiche
specie, per esempio, quando le forniture sono centralizzate come quelle relative
al riscaldamento o all’acqua, e vi è il rischio concreto di distacco per tutto lo
stabile e quindi anche per coloro che sono “regolari” coi pagamenti. Un altro aspetto
che fa destare preoccupazione concerne gli interventi di manutenzione degli edifici
che non riguardano solo i prospetti ed il decoro o la manutenzione del verde, ma
anche la sicurezza degli immobili per quanto riguarda gli stessi condomini e i terzi.
Ovviamente ciò porta ricadute nell’edilizia che è ancor più gravemente colpita
dal fenomeno che stiamo descrivendo con imprese che iniziano i lavori e poi a causa
delle insolvenze sono costretti a sospenderli con le conseguenze in termini d’investimenti
e di perdita d’impieghi nel settore. E soluzioni a questa espressione della crisi
non c’è ne sono, se non quelle di procedere, da parte degli amministratori condominiali,
al recupero coattivo delle somme dovute, con tutti i ritardi conseguenti determinati
dai tempi delle esecuzioni che non fanno che attardare gli interventi richiesti con
i costi addossati preliminarmente a coloro che possono pagare mentre coloro che non
possono sono quasi sempre famiglie o anziani cui è nei fatti impedito l’accesso
al credito da un sistema bancario ancora troppo chiuso.