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La “diabolica” Lanterna è con la febbre

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«Humanum fuit errare, diabolicum est per animositatem in errore manere», ci disse il buon Agostino d’Ippona, ovvero, mai mi sognerei di “animare” l’errore nella mia presunta perseveranza. Anche se, visti i postumi, qualche peccato (forse) ce l’avrò.

Stavo seduto a un tavolino di un bar, sorseggiando un caffè, come fa il professor Grammaticus di Gianni Rodari nel suo Libro degli errori, quando a un tratto mi arriva un messaggio WhatsApp di un amico che mi scrive, “Vedi che Cettina Nicolosi ce l’ha con te”. Subito dopo, ma è stato un istante, apro il pezzo in questione e cosa arriva? Un violento acquazzone che mi costringe ad alzarmi seppur senza conseguenze, in quanto mi ritrovo dalla testa ai piedi inzuppato come una spugna piena d’acqua. E allora quali sono i primi pensieri che affollano la mente? L’avrò fatta grossa? E che cosa avrò fatto per essere così “flagellato” come un ignaro viandante in un percorso sconosciuto? L’ultima volta che mi era capitata una cosa del genere fu quando dissi, “Come mai il sindaco Scionti non si fa mai vedere in giro?” Era il periodo in cui c’erano i “Madonnari”, Scionti uscì, diluvio universale e io mi bagnai (vergognosamente). Quella me la sono meritata e sono rimasto in un silenzio religioso quasi monastico. E chi ha detto più nulla! Lungi da me a mettersi contro a certi fenomeni.

Rientro a casa dopo essermi cambiato (ovviamente), apro il pc e leggo il pezzo. Devo dire che dal titolo di apertura, “Nella luce della verità” ho pensato subito a un’enciclica di Papa Francesco, ma purtroppo il tono che segue non è quello che speravo, mi ero illuso: ahi le illusioni fanno male.

“Se non erro”, scritto con tono quasi minaccioso, inizio quasi a tremare, sento i battiti del cuore aumentare e penso tra me e me, chissà cosa mi aspetterà. Il voto contrario alle modifiche dello statuto sono state dalla stessa Nicolosi votate con un no. Riprendo il mio pezzo e controllo bene e, in effetti ha ragione, io avevo scritto che aveva votato tutto a favore, mi sono sbagliato. E per restare in merito al mio “perseverare”, dichiaro che è stato scritto volutamente, purtroppo, pur essendo un amante di Rodari ho fatto un errore, mi sono dimenticato di mettere tra parentesi “Quasi” tutto, se per un punto martin perse la cappa, io per un “quasi” sono diventato diabolico. Ma si sa cara Cettina Nicolosi, la quale io nei suoi riguardi nutro una simpatia fiabesca e mai mi permetterei di iniziare “carteggi” vari, però desidero che lei sappia che il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Io non so fare né l’uno né l’altro.

Mi limito a esternare dei pensieri, discutibili o meno, ma lo faccio sempre accompagnato con la mia seppur controversa coscienza nitida (la quale non è esente da “erro” e da errori”). Però, eh sì, c’è un però, continuo a leggere e leggo, “Tengo a precisare che non ho mai fatto parte di combriccole o di riunioni di compagni di merende”, io non l’ho mai scritto! Le uniche merendine sono sempre quelle dell’assessore Loprete (spero non le stesse in quanto mi auguro che controlli la data di scadenza). Leggo ancora, “(…)di sottolineare le cattive arti interpretative”, ed ancora, “Quando non si coglie il senso di un pensiero sarebbe meglio non cimentarsi in libere elucubrazioni”. E meno male che non voleva iniziare un carteggio ed ha iniziato con un titolo “Nella luce della verità”? Qua mi sembra che luce è molto abbagliante quanto il livore delle parole. Ecco, io mi fermerei qua, almeno io. A volte le fiabe educano la mente.