La doppia morale sulla “fellatio” Le stelle sono cinque e la morale è povera
Bertolt Brecht, nella sua “L’opera da tre soldi”,
affermava che «Prima viene lo stomaco, poi viene la morale», e non avrebbe
sbagliato se avesse osservato quello che accade nei nostri stupefacenti luoghi
istituzionali. Prima assistevamo alle fette di mortadella, alle manette
svolazzanti, alle spigole ed agli insulti di ogni tipo. Stavolta invece, va di
scena il “pompino” ed è di moda da alcuni adesso. Ed anche lo stesso induce
come nei grandi temi ad una condizione della doppia morale.
I fatti, il verdiniano Lucio Barani, Senatore della
Repubblica, ripeto Senatore della Repubblica che sta contribuendo alla riforma
costituzionale facendo da spalla al premier Matteo Renzi, l’ha combinata davvero
grossa (anche se lui nega spudoratamente e senza una benché minima vergogna). Durante
un acceso dibattito al Senato mima il gesto di una “fallatio” nei confronti
della collega del Movimento 5 stelle Barbara Lezzi. Una performance che poi è
stata accompagnata, per la serie non ci facciamo mai mancare nulla, dal suo
altrettanto collega Vincenzo D’Anna che a differenza di Barani, a indirizzato
il luogo preciso di esecutività della “fellatio”. Ora , questi rappresentanti
delle istituzioni (e che rappresentanti), anche se sono stati puniti con delle
sanzioni irrisorie di sospensione (come si fa nelle scuole agli alunni
discoli), hanno avuto il loro quarto d’ora di popolarità, ma al contempo hanno
aperto un dibattito sulla morale di tali azioni. Certo, è pur vero che sulla
questione “fallatio” o “pompino”, il grande Lorenzo dé Medici detto il
Magnifico scrisse nelle sue “canzoni carnascialesche”, «Cetrioli abbiamo e grossi,
di fuor pur ronchiosi e strani; paion quasi pien di cossi, poi sono apritivi e
sani; e’ si piglion con duo mani: di fuor lieva un po’ di buccia, apri ben la
bocca e succia; chi s’avvezza, e’ non fan male», ma è anche vero, tornando
alla serietà degli eventi che insieme alla morale da parte dei penta stellati occorre
anche buona memoria. Come ad esempio, premettendo che il gesto di Barani è gravissimo
e l’indignazione è sacrosanta, ma quando il loro parlamentare Massimo De Rosa,
rivolgendosi alle donne del Partito Democratico disse “Voi donne del Pd siete
qui perché siete brave solo a fare i pompini”? Oppure quando Alberto Airola,
sempre un grillino, offende una senatrice del Pd ed un altro grillino ancora
come Castaldi che offende un ministro donna come la Boschi e l’elenco potrebbe
continuare ancora….
E perché la senatrice Paola Taverna non ha citato o
menzionato quell’infelice battuta della comica (?) Sabina Guzzanti durante la
manifestazione “No Cav”, quando su un palco fece quella battuta infelice
insultando Mara Carfagna, ministro all’epoca per le pari opportunità,
affermando che «A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi.
Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì perché t’ha
succhiato l’uccello, non la puoi mettere da nessuna parte ma in particolare non
la puoi mettere alle Pari opportunità perché è uno sfregio».
La doppia morale in Italia è uno sport praticato
molto frequentemente e lo si pratica anche su argomenti seri che riguardano la
vita e quindi il futuro di molti italiani.
A tutta questa gente definita istituzionalmente parlamentare
dedico una frase memorabile del grande Sandro Pertini, «Non esiste una moralità
pubblica e una moralità privata. La moralità è una sola, perbacco, e vale per
tutte le manifestazioni della vita. E chi approfitta della politica per
guadagnare poltrone o prebende non è un politico. È un affarista, un disonesto».
Disonesti e scostumati!!!