Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), DOMENICA 22 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

La gaffe di Bersani a “Otto e mezzo”

La gaffe di Bersani a “Otto e mezzo”

| Il 09, Mar 2013

Editoriale di Bruno Morgante

La gaffe di Bersani a “Otto e mezzo”

Editoriale di Bruno Morgante

 

 

Insorgono i socialisti nei confronti di Bersani, che in un passaggio, ospite della trasmissione “otto e mezzo” della7, ha paragonato la proposta avanzata da Grillo di un monocolore grillino alla politica di Craxi, che pur essendo il terzo partito, a suo dire, pretese la presidenza del consiglio per permettere in quel periodo la governabilità in Italia.

Paragonare Craxi a Grillo è considerato dai socialisti uno scivolone di quelli brutti ed invitano Bersani, che è il candidato premier anche dei socialisti, a presentare le proprie scuse e lo consigliano ad andare a studiare la storia socialista e la storia di questo paese.

Al di là del fatto che Craxi è stato un leader democratico e dirigente nazionale, europeo e internazionale dei socialisti democratici, mentre Grillo desta preoccupazione sul piano della sua concezione della democrazia, non può esistere paragone sul ruolo di statista del segretario del PSI.

Craxi divenne presidente del consiglio, nominato da Pertini, non perchè ricattò la DC, ma perchè l’Italia attraversava una crisi profonda (inflazione al 18% con trend di crescita, crisi del settore industriale per assenza di innovazione, interi comparti industriali in crisi passati allo stato attraverso la Gepi, la siderurgia che stava affossando l’IRI, per cui c’era chi diceva che conveniva allo stato pagare i lavoratori lasciandoli a casa, bilancia dei pagamenti in rosso) e la DC, che era il partito di maggioranza relativa, non riusciva, per le divisioni interne, a trovare il bandolo per uscire dalla situazione di crisi che si trascinava dalla seconda metà degli anni settanta, dai tempi dei governi di unità nazionale (esperimenti di compromesso storico).

Craxi, che dal congresso di Torino inseguiva senza successo Berlinguer per costruire anche in Italia l’unione della sinistra alla francese, propedeutica alla politica di alternativa alla DC, politica considerata da Berlinguer, che rivendicava il suo essere comunista, il piano inclinato che avrebbe portato irreversibilmente verso la socialdemocrazia (Napolitano, allora alto dirigente del PCI, dovrebbe ricordare la risposta secca avuta a un congresso da Berlinguer alla sua ipotesi di cauta apertura nei confronti della proposta di alternativa di Craxi) , ha reso un grande servizio al Paese:

– l’inflazione scese in tre mesi al 4% avendo messo in campo politiche mirate tra cui accordi con tutte le organizzazioni del commercio all’ingrosso e al minuto perchè vi fosse un autocontrollo, riconoscendo in cambio un loro ruolo nell’individuazione delle politiche del settore; il blocco dei prezzi amministrati (luce, gas, etc..) per due anni e il blocco per due anni del prezzo del petrolio attraverso il recupero di eventuali aumenti sul mercato internazionale con la diminuzione delle accise da parte dello stato;

– con l’accordo dei sindacati, escluso la componente comunista della CGIL, tagliò il recupero trimestrale dell’inflazione in busta paga attraverso la scala mobile, che alimentava l’inflazione che era una vera e propria tassa sui lavoratori e sui meno abbienti, che vedevano decrescere il loro potere di acquisto;

– varò la legge sulla riconversione industriale che permise un rinnovamento del settore manifatturiero italiano e il boom del made in Italy e delle esportazioni;

– fece scelte impopolari quali la chiusura degli stabilimenti siderurgici di Bagnoli, Piombino, e la riconversione di Taranto;

– varò la legge 44 sull’imprenditoria giovanile, che rimane la migliore legge di incentivazione di imprese promosse da giovani e la legge sull’intervento straordinario nel Mezzogiorno.

Si può continuare ricordando la revisione del Concordato, la politica verso i paesi arabi, l’America Latina, i paesi africani, che uscivano dal colonialismo, che hanno riconosciuto Craxi come uno dei paladini del riscatto del terzo mondo e che ha fatto dell’Italia uno dei partners commerciali più importanti in questi paesi.

Rivendicò sempre il rispetto della propria dignità di grande nazione da parte degli alleati e agì di conseguenza, gli alleati fossero americani, francesi o inglesi, e rivendicò il diritto a perseguire gli interessi dell’Italia nel mondo, garantendo la lealtà con l’alleanza atlantica e con al NATO.

Fu grande europeista e contribuì alla fine della guerra fredda con la famosa clausola di dissolvenza relativa alla installazione in Italia dei missili Cruise, fatto importante che è giusto ricordare nei suoi tratti essenziali.

Nei primi anni ottanta la Russia aveva installato missili atomici a corto raggio puntati su tutte le maggiori città europee.

L’America propose ai paesi europei, quale risposta difensiva, l’installazione di missili cruise a corto raggio, tecnologicamente molto più avanzati e non rilevabili dai radar.

Subito i partiti comunisti in Europa organizzarono imponenti manifestazioni pacifiste contro l’installazione di questi missili, mettendo in difficoltà i partiti socialisti, che erano al governo in molti paesi europei (Italia, Germania, Olanda etc..), sensibili ai temi della pace.

Craxi, per superare l’impasse propose di installare i missili con una clausola di dissolvenza: i missili sarebbero stati smantellati se la Russia avesse smantellato i suoi.

Tutti i paesi europei accettarono e non vi fu bisogno di installarli, in quanto la Russia, già in crisi economica profonda, andò ancora di più in crisi per il peso economico che comportava l’adeguamento tecnologico e smantellò tutto.

Quello fu l’inizio della fine dell’impero sovietico.

Sicuramente Craxi commise anche molti errori, prima di tutto nei confronti del suo partito, ma sul piano storico è giusto dare a Craxi ciò che è di Craxi.

Probabilmente ormai è giunto il periodo per uscire dalla guerra civile a sinistra che fu tangentopoli storicizzando i fatti, senza che ciò significhi indulgenza per chi utilizzò il ruolo di rappresentante del popolo per rubare ed arricchirsi personalmente.

L’alleanza dei socialisti con il PD e SEL è un primo passo da non disperdere per guardare avanti e per non continuare a tenere la testa rivolta all’indietro.