La “gioiese” Madre Teresa proclamata santa Tanti gli appuntamenti organizzati in occasione della sua canonizzazione
di Caterina Sorbara
Ieri a Roma, nel Giubileo straordinario della Misericordia, Madre Teresa di Calcutta, è stata proclamata Santa da Papa Francesco. Un giorno prima del 19° anniversario della sua morte (5 settembre 1997). Era stata beatificata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre del 2003. Madre Teresa era nata il 20 agosto 1910 a Skopje, capitale dell’attuale Macedonia, a quel tempo una città dell’Albania. L’Ordine religioso da lei fondato era inizialmente una minima Congregazione, invece oggi conta quasi cinquemila suore che professano in 130 Paesi del mondo, con 700 case offerte all’assistenza degli umili. Tutta la vita di Madre Teresa è stata fondata sulla Misericordia.
Nel 1979, Madre Teresa era stata insignita del Premio Nobel per la Pace.
Non tutti sanno però che, questa straordinaria Santa è cittadina onoraria di Gioia Tauro. Il 10 gennaio del 1995 il Comune gioiese, allora retto dai Commissari, su input di Mons. Albino Caratozzolo e del regista Nik Nostro, le aveva conferito la cittadinanza onoraria. Dato i suoi molti impegni a favore dei poveri, non ritirò personalmente l’onorificenza. La città di Gioia Tauro, adesso, ha tra i suoi cittadini onorari una Santa! In occasione della sua Canonizzazione, tanti gli appuntamenti, organizzati dalle Missionarie della Carità, tra cui un’importante Mostra del M° Francesco Guadagnuolo.
La personale dell’artista si potrà visitare nella Chiesa di San Gregorio Magno, Piazza San Gregorio, 1 – Roma, (tra il Circo Massimo e il Colosseo) dal 7 all’8 settembre 2016 con orario continuato dalle ore 9,00 alle ore 18,00; in quei giorni si potrà avere la possibilità di visitare anche la Reliquia con il sangue della fondatrice delle Missionarie della Carità e la stanza, situata nel convento di San Gregorio, dove la Suora dimorava durante la sua permanenza a Roma.
Abbiamo incontrato a Roma l’artista Francesco Guadagnuolo che per l’occasione ci ha rilasciato un’intervista sulle sue riflessioni e suggestioni nella realizzazione dei ritratti su Madre Teresa che verranno esposti in questo grande evento mondiale.
Il M° si è espresso così: «Rivisitare un lungo periodo, con la forza dell’immagine per un artista è sempre un’emozione particolare specialmente quando egli ha davanti Personaggi di Chiesa che hanno lasciato il segno nel popolo di Dio e non solo.
I ritratti che ho realizzato tengono presente la felicità di vita di Madre Teresa di Calcutta ed ho pensato che essi dovevano comunicare forza espressiva ed un’energia che questa umile e piccola donna possedeva. Non è stata però trascurata oltre la semplicità, la dolcezza ed infine la sofferenza frutto del grande amore del Cristo crocifisso.
Mi vengono in mente le parole di Giovanni Paolo II:
“Questa Suora universalmente riconosciuta come madre dei poveri lascia un esempio eloquente per tutti, credenti e non credenti… Ci lascia la testimonianza della contemplazione che diventa amore e dell’amore che diventa contemplazione…”. Realizzando questi ritratti ho compiuto un itinerario mistico attraverso le parole, le testimonianze e le preghiere di Madre Teresa. Nel silenzio della contemplazione Ella sentiva il grido di Gesù sulla croce: “Ho sete”. Questo grido la spingeva sulle strade di Calcutta alla ricerca di Gesù nel povero, nell’abbandonato, nel moribondo. Ho cercato in queste opere una forza evocativa, cercando di tirar fuori quel segreto, quel silenzio di cui era avvolta la Missionaria della Carità, lei diceva: “Oh benedetto silenzio che dà tanta pace all’anima”.
Questi ritratti sono una successione di suggestioni che non possono essere espressi ma solo vissuti con un personale rapporto spirituale. Le opere grafico-pittoriche scoprono l’aspetto di una nuova iconografia e di un cromatismo moderno, che scandiscono la vita ed i tempi della Suora di Calcutta cercando di esprimere quella forza espressiva di questa piccola grande donna per un’interpretazione di una figura così poliedrica qual è Madre Teresa, ecco perché la identifico come la Santa dei nostri giorni. In queste opere ho cercato di fare risaltare tre realtà dell’Apostola dell’amore: la gioia, la sofferenza e la preghiera. Spero che questa mostra possa far ritrovare almeno una piccola parte benevola di noi stessi».