La guardia giurata Luigi Rende, ucciso dalla ndrangheta a Reggio Calabria Studentessa calabrese: "Luigi Rende è per tutti noi un esempio di lealtà e di attaccamento al proprio dovere"
redazione | Il 02, Ago 2024
Sono circa le 6 del mattino del primo agosto del 2007. Luigi Rende è una guardia giurata e insieme al suo collega Antonino Siclari si trovavano parcheggiati con il loro portavalori della Sicurtransport davanti l’Ufficio postale di via Ecce Homo. Improvvisamente una pioggia di piombo colpì l’area proprio nell’istante in cui Antonino Siclari stava versando i soldi (circa 70mila euro) nella cassetta dell’ufficio postale. Succede tutto in un attimo. Otto rapinatori, nascosti in un furgoncino Fiat Doblò, hanno cominciato a sparare contro le due guardi giurate. E mentre Antonino si rifugia in un portone Luigi Rende cerca di rispondere con la sua pistola. Malgrado il suo eroismo rimane ucciso nello scontro a fuoco.
Oggi la studentessa calabrese, Mariapia Costa della classe III sez. G, del Liceo scientifico Filolao di Crotone ci racconta la tragica storia di Luigi Rende.
“Era il primo agosto del 2007 quando Luigi Rende perse la vita a soli 31 anni a seguito di una sparatoria determinata da una rapina finita male. Luigi faceva la guardia giurata a Reggio Calabria, in particolare quel giorno gli era stato affidato il compito di sorvegliare un portavalori in stazionamento di fronte le poste. Durante l’appostamento si avvicinarono un gruppo di 6 uomini con l’intento di rapinare il portavalori, gli uomini vennero allontanati, ma nello scontro a fuoco, Luigi perse la vita. Sette anni dopo si scoprì chi erano uomini che attaccarono il furgone portavalori; erano legati alla Ndrangheta. Risaltò in particolare il nome di un bandito, Marco Marino, (colui che diede il colpo mortale per Luigi), che collaborò con la polizia diventando poi un collaboratore di giustizia. Oggi ricordiamo un eroe silenzioso, un uomo che ha avuto il coraggio e la forza di combattere contro l’illegalità rappresentata dalla criminalità organizzata; ha sacrificato tutto, anche la sua vita, perchè credeva davvero nel suo lavoro. Luigi Rende è per tutti noi un esempio di lealtà e di attaccamento al proprio dovere, la sua vita ci insegna a credere sempre nel lavoro onesto e nei valori della legalità, anche a costo della vita.”
Assassinato barbaramente. Crivellato di colpi mentre cercava di sventare una rapina. Luigi Rende aveva 31 anni, una moglie e una bimba.
Attraverso il recupero della memoria di tali figure eroiche, note e meno note, “piantiamo” oggi nelle giovani generazioni i semi della libertà, della giustizia, della rettitudine, dell’onestà, in una società sempre più liquida, basata principalmente sulla prevaricazione e sull’individualismo; il nostro obiettivo è fare in modo che il concetto di Stato, nel suo significato e ruolo istituzionale più alti, sia tutelato, difeso e rispettato con scrupolo, quasi religioso, da ciascuno; in conclusione portare avanti il nostro progetto nelle scuole significa stimolare sempre più ognuno ad adempiere al proprio dovere e a maturare una solida coscienza civica.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU