La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 12, Giu 2012
Taurianova. Inizia il terzo millennio, ma gli anni novanta non se ne vogliono andare
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Taurianova. Inizia il terzo millennio, ma gli anni novanta non se ne vogliono andare
a cura di Giuseppe Larosa
«Erano i giorni dell’arcobaleno, finito l’inverno tornava il sereno », così cantava Nicola Di Bari molti anni fa, ed il sereno a Taurianova è stato l’amore, quello sbocciato tra un consigliere comunale ed una ragazza, nipote di una famiglia che per anni ha gestito il buono ed il cattivo tempo in città. Erano i tempi in cui gli amori erano causa di feroci attacchi dai palchi elettorali, proprio quando il mandato del compianto Emilio Argiroffi volgeva al termine, chi secondo voi sferrava quegli attacchi? Non ci crederete, sempre lei, la “pasionaria” dell’antimafia, l’on. Angela Napoli, all’epoca beneficiata dall’onda dell’unto del signore era diventata deputata, in tre anni due volte eletta, e da da quasi tre anni (ben due volte). E da lì a poco tempo sarebbe divenuta un’icona (con scorta al seguito) dell’antimafia. Il povero Giuseppe Rigoli per anni al suo fianco come militante e consigliere del vecchio Movimento sociale, si vedrà sferrare un attacco feroce perché si è innamorato di una nipote della famiglia Macrì, tanto che il compianto Argiroffi in uno degli ultimi consigli comunali gli da l’appellativo di “indegna” quelle azioni. Ma i tempi erano passati ed il sereno era ritornato, c’erano già stati i quattro anni del primo mandato Biasi, il ragazzo dal facile sorriso, quello che per Cyrano nascondeva sempre un’insidia. Iniziava la seconda campagna elettorale, correva l’anno 2001.
In quel periodo c’era uno “spettro” che si aggirava in città, un ritorno alla politica attiva dietro le quinte, di un personaggio che per dei risvolti giudiziari è stato tenuto fuori dall’arena politica taurianovese e che per via di queste grane con la giustizia non poteva presentarsi in prima persona, il suo nome era Francesco Macrì, per gli amici “Don Ciccio”. Colui che ha sistemato molte persone a Taurianova, elargendo posti di lavoro a iosa e che ancora tra gli impiegati allo stato attuale formano un’economia viva nella città. Ma si sa, i benefattori si dimenticano molto spesso…alcuni lo fanno per opportunità ed altri perché svendono la propria dignità per un’acciuga salata. E tanti di questi per svariati motivi in quell’anno gli avevano voltato le spalle. Ma veniamo a quelle elezioni, che oltre al ritorno alla politica attiva della dott.ssa Olga Macrì, rientrata nella scena amministrative dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa avvenuta nel 1991, come dicevamo, dietro questa candidatura c’era una regia occulta che poteva dare non pochi pensieri al giovane sindaco Biasi. A questi si aggiunge un altro candidato per competere alla carica di sindaco di espressione del centrosinistra (?), stavolta dopo due uomini di Sinistra, un uomo di centro, il prof. Bernava che ben presto si rivelerà tutt’altro che un uomo della coalizione che rappresentava, semplicemente perché come per magia, ecco il secondo folgorato sulla “via di Biasi”, passa con la maggioranza. On. Angela Napoli alleata di Biasi anche nel secondo turno, qui la “questione morale” nemmeno c’entra?
Biasi nonostante i suoi quattro anni di splendore e di virtuosità non riesce a vincere al primo turno ma è confermato al ballottaggio proprio contro Olga Macrì. Ed è subito sera….ops…ed è di nuovo Sindaco.
Ma cosa fa un sindaco, un uomo politico che si vede catapultato di nuovo vittorioso e quindi votato dalla gente? Vuole strafare, il passo più lungo della gamba. La testa combacia con le stelle ed i pensieri fanno voli pindarici senza sosta ed insieme c’è una sensazione di onnipotenza che i diluvi a confronto sono semplici acquazzoni. Vorrebbe fare il grande passo, non ci riuscirà mai però ha sacrificato gran parte della sua vita politica per quegli errori di valutazione e di ambizione (senza fondo). Nel giro di pochi anni distrugge tutto quello che di bello aveva creato nei primi quattro anni. Dopo aver dato una spinta innovativa alla città si gioca tutto per un “ripristino” di ruolo, il geom. Filippo Romeo che anni prima era stato decurtato di alcuni poteri all’interno degli uffici tecnici, e dopo aver avuto un’importante affermazione alle elezioni provinciali dell’epoca di oltre 800 voti, diventa un personaggio ambito del nostro sindaco dal sorriso facile (che stava pian piano sbiadendo di colore). Ma non lui, i suoi voti (sic). E per questo manda a casa in un colpo solo tre assessori, tra cui il suo fedele vicesindaco per sei anni. Quanto fa e produce la sete di potere negli umani. In quell’occasione il motivo della contesa era una delibera, ma si sa per più di ottocento voti l’amicizia, la lealtà ed altre cose passano in secondo piano…..per chi non conosce il valore e l’essenziale delle cose, d’altronde “l’essenziale è invisibile agli occhi”.
Nemmeno in quell’occasione c’era la “Questione morale” on. Napoli? E se non sbaglio all’epoca si diceva pure che i suoi due assessori non avrebbero votato quella delibera e poi cosa è successo, un’altra folgorazione? Era il 2003, due anni dopo c’erano le elezioni regionali ed eravamo governati da uno dei presidenti più fallimentari della storia della Regione Calabria, si chiamava per chi non lo ricordasse Giuseppe Chiaravalloti. Da quel giorno Biasi non nomina più un vicesindaco e sostituisce gli assessori defenestrati con altri “ignoti” che nessuno conosceva e mai nessuno conoscerà….perchè in quella Giunta erano divenuta un “clan” molto ristretto e per pochi intimi. Ma piano piano quella fascinosa innovazione si sfaldava inesorabilmente ed il colpo di grazia lo da una situazione giudiziaria che porta agli arresti alcune persone molto vicine alla giunta amministrativa. Ed ecco che da lì nasce la sempre incompiuta “Questione morale” della Napoli &Co. Loro vogliono la testa dell’assessore “fedele” Fausto Siclari, Biasi non gliela consegna e loro si inventano una questione morale (?). Addirittura si parla anche di arresto dell’assessore fedele Siclari, che naturalmente non avverrà mai. Escono dalla giunta con i due assessori presenti, Aldo Spanò e Giuseppe Crocitti, ma nella maggioranza consiliare c’è un’ulteriore spaccatura. Due eletti nel partito della Napoli, che era diventato Alleanza Nazionale, per non perdere lo scettro del potere si dissociano e formano un gruppo e viene nominato come assessore al bilancio Francesco Terranova, espressione di questi ultimi…a loro detta. Che in seguito per altri motivi si dimetterà anche lui…..in questa maggioranza tutti fuggono….e restano solo aggrappati come una nave in naufragio i soliti noti. Che tempi!
Ma erano i tempi dei danni, quelli irreversibili e degli sperperi. Quelli dei soldi pubblici per fare una società di imbottigliamento dell’acqua bocciata molte volte dalla Corte dei Conti con sperperi che sono arrivati ad oltre due miliardi delle vecchie lire. Di spettacoli estivi che sfioravano centinaia di euro e di tante altre cose che in seguito descriveremo in maniera più dettagliata e approfondita. Era iniziato il tempo del “treno in fase di deragliamento” che il prefetto Luisa Latella si trovò davanti qualche anno dopo. Non vi era ombra di dubbio che l’era Biasi stava volgendo al termine, molti abbandonavano la nave, si sa questo mondo è fatto di tanti “Schettino” che crescono, e finchè tutto andava bene Biasi era il migliore poi è divenuto una sorta di male assoluto. Ma questa è la storia della politica. Vedere persone che prima stavano aggrappati in quella maggioranza a leccare come bestie senza dignità e poi e poi te li ritrovi a fianco di altre coalizioni contro la loro stessa ex maggioranza. I nomi li faremo nelle “tappe” opportune e che seguiranno. A questo aggiunti il grande fallimento del sindaco Biasi alle elezioni regionali del 2005 che prende una manciata di voti facendo una delle più brutte figure della sua storia visto che come elezione a consigliere provinciale aveva raccolto molti successi importanti, ma il decollo non è mai arrivato ed a questo punto, oramai, mai più arriverà. Solo un miracolo poteva salvarlo, e per la fortuna che si trova il miracolo è caduto dal cielo, anzi dalla terra….ma proprio quella terra…terra…il miracolo si chiama Domenico Amuso che è riuscito in un’impresa che nessuno mai era riuscito, resuscitare i morti facendo vincere per la terza volta consecutiva Biasi come sindaco della città, era il 2006….ma questa è un’altra storia….la prossima.
Tornando a quei 5 anni, sono rimasti solo le briciole di un ente con le “pezze al culo”, tanti sperperi ed un indebitamento che ancora oggi si pagano le conseguenze drammatiche. Altro da dire non c’è, anche se con un rewind si poteva dire tanto, ma si sa il tanto alla fine combacia con il nulla….e per non dire quel “nulla” ci siamo accontentati di dire poco. Ciò è quello che rimane del mandato 2001-2006….
2. (continua….)
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