La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 02, Ago 2012
Un laico (non) anticlericale al di sopra di ogni sospetto
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Un laico (non) anticlericale al di sopra di ogni sospetto
a cura di Giuseppe Larosa
Ammirando da sempre Voltaire che disse che «Se i preti si fossero accontentati di dire: “Adorate Dio e siate giusti”, non ci sarebbero mai stati né increduli né guerre di religione». E scongiurando ogni accusa che mi si sta “ritorcendo” contro, in cui io sarei un convinto anticlericale, pongo in essere questo mio dialogo con il pretesto e la presunzione di smentire ogni illazione e congettura da pettegolezzo. E non avrò mai l’odio per i preti di Erasmo Da Rotterdam, perché fortunatamente non ho avuto zii sacerdoti che mi hanno rinchiuso in un convento, anche se lui ha amato molto Gesù e lo si trova sempre nelle sue parole. E quindi, insieme all’odio, forse, non avrò nemmeno l’amore.
Le riflessioni che ogni tanto faccio, anche insieme al mio amico australiano (che non si cambia mai i calzini bianchi e si nota da lontano sia per colore che per odore), sono più che altro di “costume” ma anche comportamentali e di condizione che un sacerdote sembra non avere sia nelle sue gesta che nei suoi comportamenti quotidiani. Parliamo chiaro, vedere un prete che indossa un paio di jeans a vita bassa dove si intravedono gran parte delle sue mutande (con tanto di fondoschiena), oltre ad una camicia attillata in cui sfoggia un petto villoso addobbato di monili di ultimo grido, fa parte non solo di una condizione di decenza, ma collima quasi con il ridicolo screditando la propria condizione di religioso.
Sarà che da questo punto di vista la mia condizione di “diversamente giovane” mi riporta ai tempi dove un sacerdote lo vedevi con la sua “divisa” da prete ed era come un uomo errante che predicava la parola di Dio e non ti saresti mai immaginato di vedere parroci ed altri affini, con macchine di lusso ed abiti griffati. Ma vivaddio, facciamo finta che anche questo vada bene con accettazione di consapevolezza con estrema fatica perché il povero Gesù non credo amasse questi sfarzi e non penso che lui sarebbe andato in giro con un paio di Hogan, si sarebbe fatto la tinta ai capelli o magari era abitudinario da un estetista a tirarsi le sopracciglia e magari depilarsi. Non oso credere a questa blasfemia eppure, credetemi ciò che scrivo non è anticlericale ma è la realtà dei fatti e degli eventi.
La Chiesa è stata sempre oggetto di celati misteri, di trame segrete e di scandali mai riconosciuti e mai detti per ipocrisia, bigottismo e soprattutto raggiri nei riguardi dei tanti fedeli che credono veramente ai loro dogmi applicandole quotidianamente come lezioni di vita. Ma dietro quel “muro di gomma”, in molti casi si nascondeva una porcilaia di enormi dimensioni che ha fatto implodere la chiesa stessa, costringendo il santo padre a dire parole come «Esprimo la vergogna che tutti proviamo», quando proprio non si poteva più tenere a bada la bomba pedofilia nella chiesa da parte di moltissimi sacerdoti sparsi in tutto le comunità ecclesiastiche del mondo.
E partendo da queste condizioni indecenti non si può non restare indifferenti e cercare di approfondire i relativi contesti ed i loro contorni facendo sempre finta di non vedere, non sentire e non parlare affetti perennemente dalla sindrome delle tre scimmiotte. Celando determinati contesti significherebbe essere complici di scempi e verminai indescrivibili, e questo è un accorato appello ai tanti fedeli che hanno seguito dei percorsi di catechesi nei loro sacramenti così come per i propri figli e che ogni domenica così come in ogni santo giorno seguono le funzioni religiose divulgate da sacerdoti apparentamenti servi di Dio ma poi nella realtà cosa sono? O qui si cambia il metodo di definizione di sacerdote oppure c’è qualcosa che non va. Un sacerdote non può e non deve essere servo di due Signori, lui, il Dio dell’infinito ed il denaro, non esiste dogma che tiene. Un sacerdote non può essere un pedofilo, questo è un reato penale, ma non può essere un omosessuale né avere una fidanzata. Ha sposato il celibato e la castità e tale deve essere senza ogni sorta di appello liberista in questi termini. O al contrario, cambiamo le regole ecclesiastiche ed ognuno puà predicare la parola di Dio con un abito talare ma allo stesso tempo avere un compagno o una compagna, che sia moglie, fidanzata e/o fidanzato!
Sto dicendo delle eresie? Mi auguro che scongiuri la scomunica d’obbligo, ma nelle verità tale scomunica passa in secondo piano. Quanti fedeli che pregano e che vanno in chiesa non sanno degli impedimenti che per capriccio dogmatico, all’insegna di una presunta e loro personalissima etica, questa chiesa sempre più lontana dalla gente impone, a partire da temi delicati come le cellule staminali, le fecondazioni in vitro fino ad arrivare al banalissimo divieto del preservativo. Mi chiedo ancora, quanto occorre per avere una rivoluzione culturale in un senso laico del problema ma che non si corre il rischio di avere paura di passare per ateo o anticlericale perché assicuro che non lo si è, quindi parlate se sapete e gridatelo al mondo quello che vedete che succede in queste case di culto, ma ditelo una volta per tutte altrimenti “tacciate per sempre. E come disse Voltaire «Essere veramente liberi è potere. Quando posso fare ciò che voglio, ecco la libertà».
lalanternadidiogene@approdonews.it