Un nuovo “bordello del pensiero” nasce nella giungla dell’informazione: ma c’è quel 13% che….
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Un nuovo “bordello del pensiero” nasce nella giungla dell’informazione: ma c’è quel 13% che….
a cura di Giuseppe Larosa
La nascita di un nuovo giornale è sempre un fattore positivo, ed esso va considerato come una pietra posata sulla libertà e la democrazia civile. Un altro “bordello del pensiero” come usava chiamare i giornali Honoré de Balzac, è nato. Questo nascituro porta il nome di Corriere della Piana e che non è gratis (come La Riviera), ma è un periodico che bisogna pur pagarlo (e che diamine), con due piccoli spiccioli, una da un euro ed un’altra da 50 centesimi di euro, e se avete dei soldi interi superiori al prezzo di copertina, credo che l’edicolante vi dovrebbe dare anche il resto (forse). Però ho capito il perché si paghi, e quel mistero è racchiuso in un misterioso 13% di contenuti: fa parte del modus vivendi dei seguaci del clericalismo.
Il giornale si presenta bene con una copertina “mitologica” dai tratti archeologici e con delle fotografie che rappresentano l’essenza stessa dello sguardo (a volte smarrito ed altre volte preoccupato). Ma a proposito di sguardi, mi ha colpito particolarmente quello del direttore di questo nuovo “organo” di informazione ossia il bravo Luigi Mamone. Nella foto dell’editoriale l’ho notato con aria preoccupata da pensatore medievale, che sostenendo il mento con la proprio mano sembra sospeso tra il preoccupato ed il melodrammatico, così come sono di solito gli intellettuali colpiti dai dilemmi dell’infinito. Ma si sa, un giornale è anche questo. Un giornale è soprattutto il suo direttore, specie quando dichiara che è «….un giornale scritto e impaginato con la logica del magazine: molte foto e meno proclami – ed ancora – Una scrittura incisiva, se necessario volutamente scarna, sfrondata da eccessi e da ogni retoricismo (…)», e che cosa scrivi se parti con questi presupposti caro direttore se metti in evidenza principale solo foto? Permettimi affettuosamente questa critica ed a proposito di questo ti consiglio la lettura di un postumo di Charles Baudelaire, Il mio cuore messa a nudo, e lì scrive che «Ogni giornale, dalla prima all’ultima riga, non è che un tessuto di orrori. […] Non capisco come una mano pura possa toccare un giornale senza una convulsione di disgusto». Ed il disgusto si crea soprattutto nelle parole che scrivi con libertà e senza vincolo di ingerenze né di condizionamento. La notizia va data nuda nella sua crudeltà, altrimenti ci ritroveremmo in un diario di qualche sagrestia ecclesiastica. Ed è da qui che nascono le mie preoccupazioni, perchè conti alla mano ho calcolato un 13% riguardanti notizie “sacerdotali”. Spero che il suo giornale, visto anche chi lo edita, non divenga una “succursale da tabernacolo”, ma che sappia imporre il gusto laico e l’incisività seppur “scarna”, senza influenze esterne che possano minare una libertà che negli anni in questo Paese è stata duramente conquistata.
Caro direttore, non posso esimermi nel dissentire pur consapevole della mia indole illuminista “volteriana”, nel considerare dannoso un pezzo (per se e per gli altri), riguardante l’utilizzo Ospedale di Taurianova dal titolo appunto “Utilizzare l’Ospedale di Taurianova” a firma di un tal (non se esiste davvero con quel cognome), Ugo Malimeni. Malimeni, Malimeni….eccome se “Mali-Meni”! Partendo dalla paventata (ed ancora non rientrata) chiusura del commissariato di Polizia di Taurianova, ponendo in essere una questione di “costi”, il Malimeni scrive di utilizzare l’ospedale di Taurianova come sede del Commissariato di Polizia visto che per questione di costi non è possibile pagare la retta al palazzo Fascì di proprietà della curia vescovile dove adesso è ubicato il locale commissariato. Avevo proposto tempo addietro, e riportato anche dalla stampa regionale, che per far permanere il commissariato ed i suoi “costi”, considerando che la chiesa aiuta la comunità ed è misericordiosa e visto che quel palazzo è frutto di una donazione, di cedere gratuitamente la locazione e quindi decurtare i costi per mantenere un presidio di legalità che a Taurianova occorre più che mai. Risposte non ne sono arrivate, la misericordia ecclesiastica per la comunità non è nemmeno arrivata, ma in compenso la chiesa continua a prendere i soldi. Ed ora, arriva una proposta di accaparrarsi l’ex nosocomio taurianovese come sede del commissariato? Speriamo che tutto questo sia una conseguenza della calura estiva oppure un errore di impaginazione e che quel pezzo non doveva essere pubblicato. Oltremodo, è notizia di questi giorni che si sta cercando di potenziare gli ospedali dimessi dalla Regione Calabria per consentire ai cittadini di ottenere un servizio sanitario ed un diritto alla salute che è (laicamente) tutelato dalla Costituzione Italiana. Ma credo che il non abbracciare l’idea di far sì che la curia vescovile consegni gratuitamente il fitto del locale, è racchiuso sempre in quel 13%.
Caro direttore, ho sempre scritto i miei pezzi seguendo il consiglio di Ugo Ojetti quando disse che «Il giornalista è il solo scrittore che, quando prende la penna, non spera nell’immortalità». Io vivo qua sulla mia terra abbracciando e vivendo i momenti che mi consegna così come i frutti che produco sono seminati con la coscienza della mia libertà.
Auguri (affettuosi) insieme ad un in bocca al lupo (sincero).