La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 31, Ago 2012
Quando la violenza e la vergogna superano l’indignazione ed i vigliacchi imperano
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Quando la violenza e la vergogna superano l’indignazione ed i vigliacchi imperano
a cura di Giuseppe Larosa
«Ci sono mali dei quali non bisogna cercar di guarire, perché sono i soli a proteggerci contro altri più gravi», scriveva Marcel Proust nella sua Recherche, ma quanto è vero questo pensiero ai giorni nostri, visti gli ultimi episodi di violenza? E quali sono i mali che possono definirsi gravi e meno gravi? Un male è sempre un male in una società che zoppica vistosamente nella sua condizione di umana civiltà all’interno della propria coscienza culturale di convivenza civile?
Stamani aprendo i giornali leggo che dei “bulli” o meglio dei delinquenti senza onore né gloria e soprattutto senza vergogna, hanno pestato a sangue per futili motivi un disabile a Marina di Gioiosa Jonica ed anche ad una ragazza, amica del ragazzo disabile. La violenza non si è fermata nemmeno davanti ad un ragazzo sfortunato per la sua disabilità così come nemmeno nei riguardi di una ragazza. L’episodio è accaduto in una centralissima piazza colma di gente che passeggiava (e che spero non siano rimasti impassibili ed omertosi). I Carabinieri, udita le grida di dolore sono intervenuti per sedare questa violenza e si sono trovati (vergognosamente) accerchiati da una cinquantina di persone che difendevano i delinquenti violentatori.
Ieri avevo scritto sempre in tema di violenza la questione che viviamo in un paese in cui nessuna si indigna più di nulla nonostante l’escalation di violenza non smette di cessare. Oggi mi ritrovo d’impeto a scrivere quello che non avrei voluto mai scrivere, e mi rifaccio in maniera indegna ad un J’accuse di Zola, ma stavolta rivolto ad una società malata. Che è afflitta da un malattia cancerogena che sta divorando una civiltà senza che ci sia una cura, un rimedio ed una ribellione culturale della gente. Ma quando si mette conto che non è solo la mafia ad essere sconfitta, ma molto di più la mentalità mafiosa? io non so a chi appartenevano quei “bulli” provinciali, ma a detta della Stampa sembrano appartenere ad una “nota famiglia”, e quindi possono arrogarsi il potere di fare violenza, creare terrore e picchiare un disabile. A questo punto come d’obbligo saranno le scuse del prefetto che regge la commissione straordinaria della cittadina nei riguardi di questi ragazzi che hanno subito un’ingiustificata violenza, ma soprattutto a tutta la gente (cittadini di Gioiosa compresi) per questo vile gesto che non conosce giustificazioni né appelli di sorta.
Come diceva viviamo in una società dove prevale la mentalità mafiosa anche in quelli che mafiosi non lo sono. Viviamo in una società che si prende una pistola che per altrettanti futili motivi si uccidono tre persone a sangue freddo. Viviamo in una società in cui si danneggiano cose e persone insieme alle economie che rappresentano. Ma qualcuno si chiederà, come è possibile tutto questo quando noi stessi siamo inquinati e collusi con questa società fin dal più alto in grado specie nella politica? Se essi stessi non danno l’esempio di rispetto delle istituzioni che un domani andranno a rappresentare? Come si può iniziare questa rivoluzione culturale se partendo dal basso poi ci ritroviamo in alto e troviamo un verminaio?
In questi giorni ha fatto notizia l’ennesimo arresto di un consigliere regionale, Antonio Rappoccio, che illudeva giovani per un posto di lavoro traendo benefici elettorali. Ma nessuno si indigna dei tanti altri consiglieri ed assessori regionali che sono andati a cena e immortalati che si baciano con presunti mafiosi, quelli veri. Eppure quegli assessori sono ancora in carica, non pensano proprio di dimettersi. Baciarsi con un mafioso o andare a cena con chi ha odor di mafia è collusione vera e propria, anche se non tocca dirlo a me se è o non è penalmente rilevante, però c’è una sicura “collusione morale” con la mafia. Io stesso provo vergogna a vedere questa gente come se nulla fosse fare conferenze stampa e parlare di sviluppo regionale in una terra in cui la sua crescita è stata soprattutto stroncata dalla mafia e dagli uomini cui si va a cena ed altro ancora. Io ancora ho la forza di indignarmi nel vedere assessori regionali attuali e passati essere rinviati a giudizio perché hanno favorito gente per prendersi posti di lavoro in enti pubblici. Io mi indigno e mi vergogno solo al pensiero di sentirli parlare di legalità e di sviluppo quando essi stessi sono l’antitesi dello sviluppo per le loro azioni quando coprono un incarico nel loro esercizio pubblico.
Ricordo anni fa, una bella trasmissione di Riccaro Icona si chiamava “W l’Italia” e fece un servizio in Calabria attraverso le testimonianze politiche di personaggi “beneficiati” dalla politica, e notai la faccia tosta, no sono troppo buono così, la Faccia di Cazzo di molti politici che poi l’elezione seguente sono andati a ricoprire posti in giunta regionale ed altro ancora. Ricordo con (dis)piacere le parole di un ex esponente dei Democratici di Sinistra, credo fosse stato anche un ex consigliere regionale dichiarare a proposito del famoso “Concorsone alla Regione Calabria”, “si metteva fine ad un precariato politico”, cioè, siccome uno ha fatto solo politica, ha vissuto solo di politica era giusto che a lui andasse unjo stipendio vincendo il concorso (sic). Cosa rispondere ad un soggetto del genere? Credo che non basterebbero solo gli insulti o la svergogna mediatica ma ci vorrebbe ben altro da dargli, qualche calcio in culo da un disoccupato cui la politica non l’ha sistemato, e che fatica a comprare anche un gelato al proprio figlio ed è per questa vergogna di dire no che non esce per farsi una passeggiata con la propria famiglia.
Poi, sempre in quella stessa trasmissione c’era un altro uomo che dicono faccia il politico, ed ora addirittura dopo quelle parole fa pure l’assessore, udite…udite…. “”era un’esigenza di tutti i partiti… hanno partecipato tutti. Ora mio fratello, che poverino non ha potuto studiare, può tutelare i miei interessi in regione”. A voi le conclusioni! Io so solo che personalmente, non per mettere i guai alla finestra, ma ci sono sorelle che per stare accanto alla propria madre colpita da un male che l’ha resa disabile non ha potuto andare a lavorare perché vuole stargli accanto donando l’amore che una figlia ha per la propria madre. A lei non verrà sicuramente il Servizio sanitario nazionale a dargli un posto di lavoro.
Poi c’era quel consigliere regionale siccome c’era “una legge che non ci convinceva”, però ha sistemato il suo segretario (sic).
Io dico solo una cosa e gliela voglio dire a tutta questa gente, mafiosi, politici, violenti di ogni genere, vi prego, mettetevi la mano sul cuore e poi guardatevi allo specchio. Intanto interrogate la vostra coscienza e poi, dopo aver fatto tutto questo, sputatevi addosso!
Ps. Stamani, dopo aver acquistato i giornali, mi squilla il telefono e dico che dovevo partire per lavoro a Roma, “qualcuno” che io saluto sempre con educazione in sottofondo e di spalle, pensando che io non l’abbia sentito, mentre io dico che vado a Roma al telefono al mio interlocutore, lui commenta: “d’arrizzanu ca vai a Roma”….spero che l’arricciamento non sia permanente. Questa è anche Taurianova!