La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 07, Set 2012
A Taurianova la “maledizione” si ripete. E gli “avvoltoi” stanno ad aspettare
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
A Taurianova la “maledizione” si ripete. E gli “avvoltoi” stanno ad aspettare
a cura di Giuseppe Larosa
La maledizione si ripete. La Commissione di accesso prefettizia si abbatte su Taurianova come un’ombra oscura, di quelle che non lasciano scampo a spiegazioni e sotterfugi, così come una tempesta che mette sotto scacco una città per l’ennesima volta. Una condizione che rischia di far perdere il concetto stesso di sensibilità e di responsabilità umana e soprattutto politica, ma semplicemente una iattura per la città.
Arriva di venerdì, proprio nella vigilia della festa patronale della città, domani il sindaco dovrebbe mettersi la fascia tricolore e girare per le vie della città in processione. Come è strana la vita, vero? Pochi giorni fa si era saputo che il prefetto di Reggio Calabria aveva inviato una lettera ad alcuni consiglieri comunali asserendo che non ci sono problemi per il sindaco Domenico Romeo e che si poteva candidare tranquillamente in quanto la legge di competenza era stata approvata dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa e quindi non esiste retroattività. Di quella lettera si è persa ogni traccia, sembra un monile prezioso magari conservato chissà in quale teca segreta.
E non finisce qui perché il Ministero degli interni per bocca del suo Sottosegretario Saverio Ruperto ad un specifica interrogazione dell’on. Francesco Pionati dice, tra le altre a cose, che “Al riguardo, non risultano pervenute al Ministero dell’interno segnalazioni di particolari criticità da parte della prefettura di Reggio Calabria”, lo ha detto il Governo il 16 luglio scorso per bocca di un sottosegretario di Stato e non il macellaio o il ciabattino della porta accanto (sic).
L’ultima commissione di accesso a Taurianova si era insediata nel 2009 quando Domenico Romeo insieme al suo consiglio erano stati sciolti per infiltrazione mafiosa, da quella data fino al 1 giugno del 2011 e per quasi due anni a Taurianova hanno amministrato dei commissari prefettizi. Quindi, considerato che già la commissione di accesso aveva redatto una relazione che poi ha culminato nello scioglimento e considerato che c’è stata, come abbiamo detto un’amministrazione straordinaria prefettizia, resta scoperto il periodo che va dal 1 giugno 2011 fino ai giorni nostri, praticamente poco più di un anno. E che diavolo sarà mai successo in un anno per far arrivare con questa tempestività una commissione dal prefetto?
A questo punto c’è da pensare una cosa, che la commissione di accesso controllerà anche gli atti prodotti dai loro “colleghi” commissari prefettizi? Spero di sì, e se troverà incongruenza chi e cosa scriverà nella sua relazione? Questa storia puzza ed anche tanto, altrimenti non c’è spiegazione. Certo, occorre dire anche e soprattutto che non sempre una commissione di accesso significhi scioglimento per mafia, anzi, alcune volte si accerta quello che si deve fare e magari tutto prosegue come dovrebbe essere normalmente da un sindaco eletto democraticamente dal popolo.
In questo anno cose ne sono accadute, tutti ai danni del primo cittadino e della sua famiglia, come l’attentato esplosivo che gli ha ucciso un cavallo, due attentati nel kiweto di proprietà della famiglia Romeo, oltre a invii di proiettili, per ben due volte, al consigliere di minoranza Giuseppe Rigoli. Cose gravi sicuramente, ma che credo andassero viste in un ambito più giudiziario e da forze inquirenti e non da commissione di accesso ad un municipio. Mi auguro appunto che non siano questi i motivi che ha spinto il prefetto ha inviare la commissione.
Non volevo credere quando già nei giorni scorsi circolava questa notizia, non volevo crederlo per diversi motivi, uno tra tutti, il bene per questo paese. Come non volevo credere che ci fossero persone che attendevamo questa commissione con la bava alla bocca, come tanti avvoltoi. Perché si sa, gli avvoltoi mangiano le carogne perché hanno paura di avvicinarsi ai vivi. Ed insieme alla mia incredulità c’è anche lo stupore di capire come mai circolava nell’aria una notizia così segreta quale dovrebbe essere l’accesso di una commissione, chi ha divulgato la voce e soprattutto sapeva anzitempo?
Adesso immagino la minoranza, quella uscita sconfitta e con le ossa rotte alle ultime consultazioni elettorali e che non ha mai digerito la sconfitta, magari brindare, osservare la gente con ghigno beffardo e magari gioire perchè forse Romeo rischia di essere sciolto nuovamente per infiltrazione mafiosa. Immagino già il consueto comunicato stampa della “pasionaria” antimafia che si fa viva e ci dice che è ancora un deputato e che c’è. Sempre presente solo in queste occasioni.
E mentre scrivo mi viene in mente una frase di Shakespeare «La sventura costringe l’uomo a far la conoscenza di ben strani compagni di letto», la sventura sì, quella che già questo paese ha subito per ben due volte, ed è una sventura che fa male, ma ha dei “compagni di letto”.
Non dimentichiamo che c’è già una relazione della commissione di accesso di tre anni fa, e c’era scritto di tutto, anzi c’erano scritti tutti, da chi era rinviato a giudizio per peculato, a chi si accompagnava con personalità mafiose fino a chi era parente con esponenti mafiosi. Non dimentichiamolo. E ricordiamo anche che Domenico Romeo, nel suo primo mandato aveva degli alleati che (alcuni inclusi nella commissione di accesso), hanno remato contro come in una questione personale sul tiro al bersaglio, alleati oltremodo con chi negli anni passati aveva portato un paese al baratro in cui si trova. E questo la relazione di una commissione di accesso non riporterà mai. Ma sarà scritto negli annali della memoria collettiva di questo paese, e spero che i suoi cittadini si sveglino finalmente e inizino a ribellarsi a questa condizione di oppressione che li tormenta oramai da parecchi anni.
lalanternadidiogene@approdonews.it