La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 11, Set 2012
Ma siamo sicuri che tutto fa brodo? Elecubrazioni di uno “pseudo” e “psicopatico”
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Ma siamo sicuri che tutto fa brodo? Elecubrazioni di uno “pseudo” e “psicopatico”
a cura di Giuseppe Larosa
Ma siamo sicuri che uno scioglimento del consiglio comunale risolverà le cose? Siamo sicuri che l’insediamento di una commissione di accesso, preposta ad accertare eventuali condizionamenti mafiosi sia davvero un bene per un paese? O quantomeno, basti solo questo per debellare il fenomeno mafioso? Se la risposta è sì, allora non ci siamo proprio, e ne è dimostrazione il paese di Taurianova così come altre realtà in cui per altrettante volte consecutive si sia insediata una commissione di accesso. Basti notare che ovunque ci sia stato uno scioglimento, come per effetto domino, c’è sempre un altro che ne consegue anche all’indomani del rinnovo delle cariche elettive in seno ad una Amministrazione comunale.
Così è successo ad Ardore, a San Luca e prima ancora in qualche altro paese in provincia di Vibo Valentia. Il fenomeno non si ferma e non fa una piega. Carte su carte scritte dai commissari, fogli timbrati e protocollati per essere sempre al punto di partenza. Finché non c’è una corretta prevenzione che venga stabilita per legge, non ci potrà essere mai una condizione ottimale di amministrare un paese che per presunzione ha un odore di mafia. Occorre inevitabilmente attuare una politica selettiva della classe dirigente, al di là se una legge, il famoso “pacchetto sicurezza”, vista la sua non retroattività non può essere applicata. Se uno è mafioso o odora di mafia lo è prima e lo sarà anche dopo. Se un comune viene sciolto ed in quella relazione di scioglimento ci sono dei nomi e quei nomi poi te li ritrovi dentro a delle liste o magari “dietro le quinte” a gestire un elezione, e magari a rischiare di vincere o a vincere proprio, allora non è una questione di opportunità mafiosa, perché è la legge italiana che non funziona tanto bene, qualcosa dovrebbe essere rivista. Se Domenico Romeo era stato sciolto per infiltrazione mafiosa e poi si ripresenta e rivince le elezioni e, nemmeno dopo poco più di un anno, gli arriva una commissione di accesso con l’intento di verificare se qualcuno è mafioso o quantomeno è condizionato, allora, non fate candidare per nulla né Domenico Romeo né altri che sono stati inseriti in una relazione di una commissione di accertamento per infiltrazione mafiosa.
Come ancora non si capisce come è possibile che diversi giorni prima che si insediasse la commissione a Taurianova, già sapevano. E lo stesso sindaco Romeo che dice “io non ne sapevo nulla, l’ho saputo tre ore prima”. Così come non si capisce come mai il prefetto scrive in una lettera indirizzata a due consiglieri di minoranza in data 19 luglio c.a. queste righe “(…) non si rilevano allo stato margini di intervento posto che non sussistono cause ostative all’espletamento del mandato elettivo, previste dal d.lgs. 267/200”, oltre alle non condizioni di “incandidabilità” note. E come mai tre giorni prima, il 16 luglio c.a. il ministero dell’Interno per bocca del suo sottosegretario di Stato Saverio Ruperto ad una precisa interrogazione (molto dura dell’on. Pionati), risponde così “Al riguardo, non risultano pervenute al Ministero dell’interno segnalazioni di particolari criticità da parte della prefettura di Reggio Calabria.”, e poi come per incanto il 7 settembre, dopo quasi un mese e mezzo, arriva la commissione di accesso. Cosa è successo in questo mese e mezzo che ha fatto cambiare idea allo Stato? E poi, visto che dagli inizi del 2009 fino al 1 giugno 2011 (giorno di insediamento del sindaco Romeo), ci sono stati i commissari prefettizi a seguito dello scioglimento, occorre controllare un anno e mezzo di atti con sospette infiltrazioni mafiose. C’è il sospetto di un anno e mezzo di infiltrazione mafiosa?
Ma leggiamo attentamente cosa dice l’art. 143 del d.lgs 267/2000 modificato dalla famosa L. 94/2009 (pacchetto sicurezza), nel secondo comma si disciplina l’accertamento con una commissione di indagine e nel comma 3 c’è un particolare passaggio che recita così, dopo che sia stato effettuato l’accertamento, “Nella relazione sono, altresì, indicati agli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica”. Quindi tutto questo dovrebbe essere avvenuto dal 19 luglio al 7 settembre?
Ma c’è anche un altro particolare comma dell’art. 143, l’11, che dice “Fatta salva ogni altra misura interdittiva ed accessoria eventualmente prevista, gli amministratori responsabili delle condotte che hanno dato causa allo scioglimento di cui al presente articolo non possono essere candidati alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, che si svolgono nella regione nel cui territorio si trova l’ente interessato dallo scioglimento, limitatamente al primo turno elettorale successivo allo scioglimento stesso, qualora la loro incandidabilità sia dichiarata con provvedimento definitivo”, quindi l’incandidabilità non riguarda solo il sindaco come si vuol far credere in questi giorni, ma vale per tutti quelli che sono stati inclusi in una relazione di scioglimento per infiltrazione mafiosa.
Tutto questo poi viene condito non solo da un silenzio ingiustificato (di ribellione) dalle forze politiche presenti sul territorio, tranne che per qualche voce fuori dal coro ed inopportuna per tali contesti che chiede le dimissioni. Anche perché se un sindaco si dimette la commissione di accesso va avanti e può, come è già accaduto la volta precedente che Romeo era stato già fatto decadere dalla sua stessa maggioranza, e quindi sciolto ugualmente per infiltrazione mafiosa. Le dimissioni, quindi servirebbero a poco. E poi come al solito quando in un certo qual modo accadono delle “pseudo-disgrazie”, l’on. Napoli che arriva a dire “Da troppi mesi Taurianova sta vivendo il clima analogo a quello del ’91, sfociato nel primo scioglimento per infiltrazione mafiosa del civico consesso”. Cara onorevole (antimafia), in quegli anni il clima era molto diverso e si spera che non torni mai più, gli anni che Lei cita associandoli ad oggi hanno solo in comune “lo scioglimento”, perchè se Lei ricorda bene in quegli anni che vanno dal 1989 a quel “’91” ci sono stati decine di morti ammazzati!!! Onorevole Napoli (dell’Antimafia), morti ammazzati e non attacchi dinamitardi e/o altro (che sono anch’esse molto gravi per una società civile). E poi, le scrive ancora “Taurianova ha nel tempo perso importanti strutture sanitarie, uffici giudiziari e attività commerciali”, ma mi scusi Lei non è deputato della Repubblica Italiana dal 1994? Da circa 18 anni (sic!). Quindi, on. Napoli (dell’Antimafia), ha mosso qualche dito per far sì che questo non accadesse a Taurianova? Oltre al fatto che lei per ben sette anni ha amministrato questo paese (sic).
E poi, le scrive ancora “Taurianova ha nel tempo perso importanti strutture sanitarie, uffici giudiziari e attività commerciali”, ma mi scusi Lei non è deputato della Repubblica Italiana dal 1994? Da circa 18 anni (sic!). Quindi, on. Napoli (dell’Antimafia), ha mosso qualche dito per far sì che questo non accadesse a Taurianova? Visto e considerato che per ben sette anni è stata anche amministratore (1997 – 2004)?
Spero che tutto questo sia da lezione per i partiti politici che si riappropriano della loro identità e contribuiscono a costruire una nuova classe dirigente che parta dal basso ed attraversa tutte le realtà sociali ed associative di una comunità. Non tralasciando le scuole che sono una grande “fucina” di nuove generazioni e iniziare a imparare il significato della legalità nelle sue varie forme culturali, magari leggendo queste relazioni che hanno portato un’onta nella città in cui essi crescono, ma soprattutto vivono.
lalanternadidiogene@approdonews.it