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La lanterna di Diogene

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| Il 03, Ott 2012

Nichi Vendola scende in campo “a favore” di Renzi e la politica si “inorridisce”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Nichi Vendola scende in campo “a favore” di Renzi e la politica si “inorridisce”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

Nichi Vendola si candida alle primarie e la politica si “inorridisce”. L’annuncio del governatore della Puglia è come un fulmine a ciel sereno che cade sulla testa del leader del Partito Democratico come un macigno dirompente. Il leader “rosso” di Sel si candida, ed a detta dello stesso lo fa per «scacciare il fantasma di un Monti-bis e trasformare le primarie da ennesima faida di partito a occasione di svolta per il paese» (?), questo dice Nichi e lo pensa sul serio evidentemente. D’altro canto Pierluigi Bersani, molto probabilmente nascondendo la propria amarezza “giustifica” questa discesa in campo del leader “rosso” come “democrazia”, la stessa cosa asserisce il “buffo” Renzi. Sarà, ma forse il povero Bersani, sempre contro tutti, non sa (o finge di non sapere) che la discesa del governatore della Puglia non è altro che un favore al suo più diretto concorrente, il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Facendo così Vendola non fa altro che attirare gran parte degli elettori di Sinistra e sottrarli a Bersani, visto che Renzi sembra più amato nel “centrodestra” e non viceversa.

La storia del centrosinistra in Italia è stata sempre travagliata da faide interne e autolesionismi che hanno prodotto solo sfasci e disastri, si sta continuando su questa strada, rispettando le tradizioni.

Suona strana questa decisione di Vendola di confrontarsi con le primarie, e lo è strane per due motivi, la prima stranezza è come mai giorni addietro aveva smentito la sua discesa asserendo che voleva prima risolvere i suoi “guai giudiziari” e nello stesso tempo garantire la vittoria a Bersani. Non dimentichiamo che sul governatore della Puglia pesa il macigno di un’udienza preliminare (il prossimo 18 ottobre) per il rinvio a giudizio per presunto abuso di ufficio. Quindi, non si capisce con quale serenità affronterebbe le primarie, magari con un processo in corso. La seconda cosa strana è che lo stesso Vendola aveva già, in virtù dell’accordo con Bersani, stipulato un patto sia sulla presenza di parlamentari che su quelle di Governo in caso di vittoria. Forse il “rosso” Nichi non è contento del numero e vorrebbe alzare la posta? Il dado è tratto.

È la prima volta che in Italia a pochi mesi dalle elezioni, ci si spacca e si litiga pure sul proseguo di un governo retto da un tecnocrate come Mario Monti: sui pro e contro Monti. Da tutte le coalizioni c’è questa “febbre” altissima di porre in essere una condizione che dia una forma politica sposata con il tecnico. E c’è chi vuole spacciare la cosa, vedi Gianfranco Fini, come un fatto politico perché se Mario Monti che ovviamente non si candiderà, in quanto già senatore a vita, andrà a guidare nuovamente il governo dopo le elezioni di primavera, egli stesso sarà un governo politico. Ma non è così. Monti è un tecnico e per il fallimento della politica berlusconiana e del PdL è stato chiamato dal Capo dello Stato per raccogliere i cocci e di quel che è rimasto del Paese e dargli un indirizzo economico e di sviluppo per non far fare all’Italia la fine della Grecia. Si è voluto celare l’emergenza Monti, come una scelta indispensabile retta da un’ampia coalizione, senza mai capire che chi ha retto Monti ha fallito politicamente ed insieme a loro la politica in Italia. Ci ritroviamo con un centrosinistra che potrebbe vincere le elezioni del prossimo anno, in questo momento è primo nei sondaggi ed è molto forte, alcuni peones che cercano casa per ridare (e ridarsi) credibilità politica sulla pelle di Monti, vedi Fini, L’inorridito Casini e Montezemolo. E poi c’è un partito che alle ultime elezioni è uscito vittorioso che nei fatti non c’è, non esiste più è ridotto in mille pezzi con annessi diversi guai giudiziari, non ultimo quelli di “Barman” Fiorito che appena entrato in galera ha dichiarato “che meglio in carcere che nel PdL”. Oltre ai pensieri per le sorti della città di Reggio Calabria e l’attesa asfissiante sul pronunciamento o meno dello scioglimento per infiltrazione mafiosa che se si dovesse trovare una continuità con il “modello Reggio”, così tanto vantato, e con l’attuale governatore della Calabria Scopelliti, morirebbe Sansone con tutti i Filistei, per non parlare poi della Regione Lombardia e delle spese folli oltre a personaggi da operetta dell’opera come il “Trota” e quella Nicole Minetti in costume da bagno. A tutto questo si aggiunge una notevole crisi economica che sta colpendo gli italiani e che si rafforza in essi la condizione di antipolitica che mortifica tutti perché se da una parte non si arriva alla fine del mese dall’altra si assiste a sperperi di denaro pubblico per feste, festini e sperperi ingiustificati per la bella vita.

Una volta “Uolter” Veltroni con le sue uscite è riuscito a eguagliare quello che Gesù fece con Lazzaro, resuscitando Silvio Berlusconi e farlo vincere, si spera che questa volta, paradossalmente, miracoli non ce ne siano, diciamo che solo uno, magari per togliersi qualche sassolino del passato, sta tentando l’impresa, il suo nome è Vendola, Nichi Vendola.

lalanternadidiogene@approdonews.it