La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 18, Ott 2012
Terremoti. La Calabria trema e la gente pure
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Terremoti. La Calabria trema e la gente pure
a cura di Giuseppe Larosa
Se andassimo indietro nel tempo, nel quattordicesimo secolo, e leggessimo il Petrarca, che, a proposito di terremoti, scriveva che «v’è rimedio alcuno. Se il cielo ci minaccia con le folgori, pure si trova scampo nelle caverne. Ma contro i terremoti non vale la fuga, non giovano nascondigli», eppure, ancora oggi, nel terzo millennio, con i passi giganti della sismologia sulle condizioni conoscitive di un terremoto, ci ritroviamo sempre impreparati ogni qualvolta che si presenta un evento sismico. Testimonianze drammatiche, senza andare troppo indietro nel tempo, lo sono state, dopo quello dell’Irpinia nel 1980 che ha provocato danni che ancora a distanza di più di trent’anni paga lo scotto di una ricostruzione a singhiozzo, così come di una mai dismessa condizione di “accampamento”. Li ritroviamo negli eventi sismici delle Marche ed Umbria del 1997, in Abruzzo nel 2009 e più recente questo anno in Emilia Romagna, dove la fragilità del territorio e la mancanza di prevenzione hanno causato danni ingenti, oltre ai morti, al patrimonio umano e culturale di questo Paese. Giuseppe Mercalli, grande sismologo e padre della famosa Scala, all’indomani del terremoto disastroso a Messina nel 1908 disse testuali parole «La sismologia non sa dire quando, ma sa dire dove avverranno terremoti rovinosi, e sa pure graduare la sismicità delle diverse province italiane, quindi saprebbe indicare al governo dove sarebbero necessari regolamenti edilizi più e dove meno rigorosi, senza aspettare che prima il terremoto distrugga quei paesi che si vogliono salvare».
Adesso, senza entrare in particolari e farraginosi tecnicismi che possono indurre a confusioni che non farebbero bene a nessuno per il loro incomprensibile significato. C’è un’emergenza che sta ricadendo su una zona della Calabria, molto bella, che è quella del Pollino a causa di numerosi eventi sismici che stanno creando paure e insicurezze tra la gente che vi risiede oltre alla amplificazione (giustificata) che interessa tutta la Regione. La Calabria è altamente sismica ed altamente fragile, vuoi per condizione idro-geologica, vuoi perché è “contornata” nel sottosuolo da faglie sismiche che ad ogni spostamento possono provocare piccoli sciami sismici che in un certo qual modo, potrebbero essere dei campanelli di allarme per un evento di lunga durata e disastroso. Nessuno è in grado di sapere con certezza se un terremoto avverrà, la scienza ancora a questo non è arrivata. Ma la scienza ha fatto progressi sul controllo e sul monitoraggio del terreno attraverso mezzi sofisticati che possono essere i satelliti, i posizionatori GPS e i sismografi che registrano eventi sismici di ogni grado ed intensità dislocati in diversi punti del Paese.
Ma quello che la scienza non consente di poter sapere, può essere anticipato con semplici e incisivi accorgimenti che tutti insieme formano una parola di grande importanza, la prevenzione.
In Italia, negli anni passati diverse commissioni formati dai vari Governi che si sono succeduti negli anni, hanno costituito delle commissioni con importanti esperti del rischio sismico e della sua prevenzione attraverso dei censimenti delle zone ad alto rischio, dando degli indirizzi per la salvaguardia e l’adeguamento sismico degli edifici già esistenti sia di pubblici che privati. Ricordo una commissione, credo fosse presieduta dal prof. Carlo Gavarini (esperto prevenzione del rischio sismico delle strutture), che aveva all’epoca a disposizione, negli anni 80, una somma pari o quasi a 70 miliardi delle vecchie lire. Di quella commissione cosiddetta di studio non si sa nulla da almeno sette anni. Eppure, gli strumenti ci sono, e questi strumenti devono essere adoperati senza riserva alcuna, una tra tutte l’educazione stessa al terremoto e come comportarsi. Oltre ai processi di “microzonizzazione” delle aree dove andare a ripararsi in caso di evento sismico. Ciò deve essere attuato attraverso la divulgazione e la fattibilità dei casi in tutti i Comuni della Calabria. E va fatto con il coordinamento delle Prefetture che attraverso i propri strumenti diano un controllo ed una sorveglianza costante affinché tutto venga assolto nei minimi particolari.
La sismicità del Pollino a detta di molti esperti nonché della stessa Commissione grandi rischi sismici, per ora non desta preoccupazione perché eventi del genere si sono sempre avute, certo, se dovesse aumentare di frequenza un attenzione maggiore dovrebbe essere dedicata e non tralasciata.
Ha fatto bene l’on. Franco Laratta insieme ad altri deputati di presentare un’interrogazione al Parlamento chiedendo “quali misure di prevenzione e protezione siano state assunte, o si intendano assumere, nelle zone che potrebbero essere interessate dal sisma”, e stanno facendo bene chi in questo momento sta attenzionando la questione con monitoraggi continui. Ma se insieme a queste iniziative si iniziasse a capire come diceva il Petrarca che per i terremoti non c’è scampo e via di uscita, proviamo quanto meno ad alimentare una speranza che sia quella della prevenzione e giochiamo la carta del contropiede e dell’anticipo, ne guadagneremmo in salute, paura e sicurezza.
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