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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 23, Ott 2012

La caccia è il risultato di una pazzia umana: chiudiamola! E non è uno sport perché in uno sport entrambi i contendenti sanno di giocare

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

La caccia è il risultato di una pazzia umana: chiudiamola! E non è uno sport perché in uno sport entrambi i contendenti sanno di giocare

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

C’è una strage che in 35 giorni ha fatto già 13 morti tra cui un bambino, oltre a 33 persone ferite. Questa è un’analisi drammatica di un fenomeno che alcuni chiamano “sport”, altri “passione” e che per questo esistono anche sedicenti “associazioni” che si battono per non eliminare questo problema che si chiama “Caccia”. Ed è un fenomeno che dura da secoli e praticato dagli uomini che hanno un fucile e che si arrogano il diritto di ammazzare animali per pura passione e poi per allietare le tavole di questa cacciagione per soddisfare i proprio palati arroganti e insaziabili di questa immane violenza.

È un fenomeno che nessuno ha il coraggio di prendere dei provvedimenti per abrogarla del tutto, ed addirittura lo Stato vuole anche essere pagato dai cosiddetti “cacciatori” per ammazzare animali. È come la questione del conflitto di interessi di Berlusconi, sono tutti contrari e si indignano, ma nessuno ha mai preso la questione di petto per risolverlo, così in maniera analoga è la caccia, tutti contrari se non qualche partito di Destra, però quando i cosiddetti contrari vanno al potere se ne dimenticano di questo fenomeno criminale perpetrato dall’uomo.

Lo scrittore Lev Tolstoj, a proposito della caccia diceva che è «Un atto inumano e sanguinario, degno solamente di selvaggi e di uomini che conducono una vita senza coscienza, che non si armonizza con la civiltà e col grado di sviluppo a cui noi ci crediamo arrivati», e non gli si può dare torto. Essa è un ritorno volontario allo stato selvaggio quando si doveva sopravvivere e per mangiare si doveva andare a caccia, ma erano altri tempi ed altre condizioni, adesso siamo nel terzo millennio e ciò non potremmo nei fatti più permettercelo. Perché la caccia non fa e non deve far parte di un mondo civilizzato, perché essa non fa altro che sviluppare degli istinti pericolosi e bestiali in cui la coscienza dovrebbe fermamente condannare.

Penso che la caccia sia semplicemente una seria forma collaterale della pazzia umana. Ed è pazzia quando si usa un fucile per andare a sparare degli animali che non fanno altro che vivere così come lo fa un essere umano. Non si può distruggere la natura per puro hobby e poi portare in trionfo la propria preda uccisa così come si fa per i cinghiali o per altri animali, alcuni uccisi pur non potendolo fare perché pensate, c’è anche una legge che tutela delle specie protette. Anche negli animali ci sono due pesi e due misure, c’è chi può essere protetto e chi no (sic).

Certo, l’argomento è alquanto cavilloso e molto difficile, ma se non si vuole abrogarla, cosa buona e giusta, almeno introdurre norme più severe, un quadro da far west non fa bene a nessuno. Il grado civiltà di un paese, come diceva un grande scrittore, dipende da come noi amiamo gli animali e la natura che ci circonda. E non distruggendola. Se si ha la passione di sparare imbracciando un fucile o un’arma qualsiasi, esistono i poligoni di tiro per sfogare le proprie voglie assassine solo per puro divertimento.

È una strage legalizzata e quindi una vergogna che non possiamo più subire. La ribellione delle coscienze dovrebbe partire non solo dal popolo che è stanco di questi soprusi e di questi uomini con il fucile che pagando una tassa si arrogano il diritto di rovinare la natura. ma deve iniziare dalle istituzioni preposte a fare delle leggi idonee di tutela contro ogni martirio della natura e di conseguenza contro la sua distruzione. Anche se c’è una parte di popolo che chiede questa cacciagione perché avida di palato ed infamia. Non si può andare, ad esempio, e questo è un altro caso, da chi vende pesce e chiedere di mangiare del pesce che deve ancora vivere e crescere nel suo habitat naturale, vedi il caso dei “spadini” sequestrati dalle forze dell’ordine in questi giorni a Palmi. È un delitto immane che non possiamo più permetterci. Così come l’ingordigia di acquistare pesci che si stanno estinguendo e quindi vietati da pescare come crostacei ed altro che molti “pescivendoli” vendono illegalmente, vedi i ricci di mare o i datteri di mare. Solo per guadagnare soldi e gonfiare la propria sete economica o di guadagnare a tutti i costi con una speculazione che distrugge la natura stessa.

Dare un contributo affinché questo dramma finisce è iniziare ad amare l’ambiente che ci circonda perché non solo lo distruggiamo ma rischiamo anche di farci ammazzare così come sono morte quelle tredici persone, è una piaga che non possiamo più permetterci se desideriamo di stare in un mondo civile perché la civiltà di un popolo dipende solo ed esclusivamente da noi stessi.

lalanternadidiogene@approdonews.it