La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 29, Ott 2012
Caro estinto quanto mi costi. Morire è un lusso, roba da ricchi
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Caro estinto quanto mi costi. Morire è un lusso, roba da ricchi
a cura di Giuseppe Larosa
Quando si dice che morire è un lusso. E pochi si possono permettere questo “lusso” ed anche di morire. Però anche a questo c’è una soluzione, sono nate delle offerte da parte di alcune agenzie funebre, solo ed esclusivamente nel centro-nord che hanno adottato i cosiddetti “Low Cost” anche per un funerale. Magari la cifra che dovrebbero pagare i parenti dell’estinto, potrebbe essere anche dilazionata dove si accettano mutui e finanziamenti. Spero che a questi non si aggiungono anche i “Last Minute”, nel senso le morti all’ultimo minuto, e magari si avrebbe il vantaggio di un ulteriore sconto. Oppure gli sconti sulle bare, come negli outlet, quelle bare che fanno parte della collezione precedente e quindi dato che c’è in vendita la “nuova collezione” c’è lo sconto per quelli rimasti in magazzino.
Ambros Bierce nel suo Dizionario del diavolo, diceva che il Funerale è «Uno spettacolo con cui attestiamo il nostro rispetto per il morto arricchendo l’impresario delle pompe funebri, e corroboriamo il nostro dolore con una spesa che rende più profondi i nostri gemiti e raddoppia le nostre lacrime».
Il “caro estinto” oltre ad essere un famoso romanzo americano che racconta il business dei funerali a Los Angeles, è anche un modo per (ri)chiamare il caro prezzo che occorra quando viene a mancare un congiunto e occorre affrontare delle spese per molte persone insostenibili vista la loro onerosità oltre al problema del loculo cimiteriale. Il Codacons che a pochi giorni dalla ricorrenza del 2 novembre ha fatto un’indagine sui funerali, che a fronte della crisi economica, di spending review, una delle poche attività in cui non c’è flessione di fatturato sono quelle delle agenzie funebri. “Mediamente un funerale, tra bara, carro funebre, fiori, servizi vari, costa in Italia 4.050 euro, escluso l’acquisto del loculo. Una cifra in crescita del 15,7% rispetto a 3 anni fa. Da qualche anno a questa parte stanno prendendo piede poi i cosiddetti funerali “low cost”, che consentono di ridurre sensibilmente la spesa limitando al minimo i servizi e gli accessori per un costo complessivo al di sotto dei 1.500 euro”. . Qualora per un funerale ci si avvalga dei servizi comunali, il costo complessivo si riduce del 25/30%, a seconda delle zone di residenza.
Per una bara infatti si può spendere da un “minimo di 500 euro ad oltre 15.000 euro”. Per quanto riguarda il resto possiamo avere dei prezzi del tipo “per il costo di una corona di fiori varia dai 100 ai 200 euro, quello di un cuscino dagli 80 ai 150 euro, quello della lapide dai 500 ai 1500 euro, mentre per gli annunci mortuari si spende dai 300 ai 1000 euro”.
Noi del Sud, deteniamo sempre un record, ossia che abbiamo dei costi del 15-20% in più rispetto al resto d’Italia. Noi ci differenziamo sempre dagli altri e quanto è un altro mistero che occorrerebbe fare un’analisi di studio ben approfondita, come mai da noi che siamo i più “morti di fame” d’Italia abbiamo lussi e comfort e possiamo permetterci anche prezzi altissimi in qualunque settore. Anche se ci sono zone in cui un funerale potrebbe costare intorno alle 2.500 – 3.000 euro. Conveniente, no?
La Codacons scrive che “l’ultimo saluto al defunto e’ una cerimonia particolarmente sentita nel Mezzogiorno, che induce i parenti dell’estinto a non rinunciare ad alcun accessorio e a scegliere servizi di un certo livello. Anche per questo e’ cresciuto negli ultimi anni il numero di coloro che scelgono di pagare una cerimonia funebre a rate, scelta compiuta oggi dal 35% degli italiani”.
François de La Rochefoucauld disse che, «Lo sfarzo dei funerali interessa più la vanità dei viventi che la memoria dei morti», ed era allora il 1678, altri tempi ma sempre attuali.