La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 02, Dic 2012
Le primarie del centrosinistra ed il dilemma Italia. E l’acqua che porta via il vento
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Le primarie del centrosinistra ed il dilemma Italia. E l’acqua che porta via il vento
a cura di Giuseppe Larosa
Mentre scrivo sono in corso le primarie del Partito Democratico, sta diluviando e non è un caso che il maltempo si sia scatenato proprio adesso quando la maggior parte delle persone, in teoria, dovrebbe recarsi a dare la propria preferenza tra il “format” Matteo Renzi e il “dinosauro con il Toscano” Pierluigi Bersani. Due personalità diverse in tanti aspetti, primo l’età, poi uno che vorrebbe rottamare “carne” umana in politica e l’altro tra i potenziali politici da rottamare (se non fosse che è il leader del PD).
La vittoria sembra quasi scontata a favore di Pierluigi Bersani, l’uomo che Massimo D’Alema volle al posto di “Uolter” Veltroni (il politico che doveva approdare in Africa ma che ancora sta in Italia), per traghettare il PD verso nuovi orizzonti (mai esplorati), vuoi per paura, vuoi per incapacità di costruire un programma per il Paese che con “meno male che Silvio c’è”, ci aveva portato al baratro totale.
Quello che alla fine mi chiedo è, cosa resterà di queste primarie del centrosinistra ed a chi serviranno, ma soprattutto a cosa, se non per il fatto di avere avviato una raccolta fondi con quei “2 euro” per andare a votare, e quindi finanziare la prossima campagna elettorale di primavera del 2013. sarà il vincitore di queste primarie il candidato a premier con una legge elettorale da rifare e che in questo momento è in balia delle onde o meglio, in balia del Cavaliere? Da solo il PD con Sel e con quel “rimasuglio” di Api non va da nessuna parte se non farà altre alleanze. E con chi? Con l’Udc dell’ex maggiordomo di Berlusconi ed ex presidente della Camera che ambisce al Quirinale nel dopo Napolitano? Oppure con Di Pietro che in questa parentesi dei professori guidati da Monti non ha fatto altro che sparare a zero sia contro il governo che contro il Capo dello Stato (ex collega di partito di Bersani)? non c’è altra soluzione visto che i moderati si stanno raccogliendo le pezze al culo per elemosinare un consenso e c’è una destra che è sparita dalla geografia politica italiana. E per dirla in senso metaforico, e come direbbe “meno male che Silvio c’è”: io vi ho creato ed io vi distruggo. E non ha tutti i torti. O si fa come dice il padrone oppure tutti a casa a rammentare la calza davanti al caminetto. Molti dei personaggi in circolo durante gli ultimi venti anni devono ringraziare il Cavaliere che li ha olti dai ghetti in cui stavano per farli diventare, chi Ministro, chi Presidente della Camera ed altri tra i vari apparati statali che in tempi di pre-tangentopoli, quelle poltrone li vedevano solo nelle foto dei giornali.
Ritornando alle primarie del PD (che ripeto sono in corso), e che come abbiamo detto Bersani quasi sicuramente la spunterà sul sindaco di Firenze. Quel Renzi dietro al suo entourage ha quel Giorgio Gori esperto in multimedialità ed ex direttore della rete di proprietà del Cavaliere, certo puzza quella visita fatta dal sindaco di Firenze a Villa Certosa, unico uomo nella storia del centrosinistra ad entrare in quella casa, e poi ritrovarsi prima a rottamare, poi a remare contro il PD ed ora a competere per un posto di premier con dietro le quinte uno come Gori e innescare nei confronti di regolamenti e di altro, polemiche sterili ed inutili con baruffe senza senso né principio, ma si spera con una fine a breve. La puzza si sente…..
Personalmente il mio voto è andato alla Puppato che reputo insieme a Vendola la rappresentanza della Sinistra in Italia ed essendo io un socialista liberale non potevo fare scelta diversa.
Queste primarie potevano essere evitate se solo quando “meno male che Silvio c’è” era caduto in disgrazia ed insieme a lui il suo governo e bastava un atto di coraggio per prendere le redini del Paese senza consegnarlo ai banchieri ed ai professori. Si doveva andare subito alle elezioni anticipate e dare stabilità politica all’Italia, il premieri c’era per statuto e si chiamava Pierluigi Bersani, lì era candidato sicuro a premier ed avrebbe vinto con uno scarto straordinario contro una controparte che era morta, sparita, estinta per i suoi errori e la sua incapacità di governare. Non li è fatto ed ora si pagano le conseguenze di una guerra che non cesserà dopo le primarie perché anche se Bersani vincerà, Renzi non starà con le mani in mano, anzi, memore della sua ultima affermazione in cui disse che se qualora andasse da solo con un suo partito avrebbe il 25% (sic). Renzi in ogni caso ha conquistato un traguardo, è diventato uno dei politici più importanti di questo Paese ed insieme a lui il suo “format” politico e la sua ambizione senza confini né sorta. Per lui le primarie saranno sempre a tempo indeterminato.
lalanternadidiogene@approdonews.it