Presentate le liste per le politiche. Strani accoppiamenti: quando la politica ha un prezzo
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Presentate le liste per le politiche. Strani accoppiamenti: quando la politica ha un prezzo
a cura di Giuseppe Larosa
La presentazione delle liste in Calabria per il rinnovo delle consultazioni politiche, in un certo senso ha lasciato l’amaro in bocca, non solo per i nomi in lista (e per gli esclusi illustri), ma soprattutto per quei candidati che sono scesi fino in Calabria per la conquista di uno scranno (da riscaldare) al Parlamento. E magari fare, quando il tempo minaccia tempesta, le classiche giravolte di circostanza per garantirsi un posto al caldo per il futuro.
Se dovessi usare una parola che raccoglie ogni condizione, utilizzerei la parola “Sorpresa”, intesa a tutto campo, sia nella buona che nella cattiva sorte.
È stata una sorpresa inimmaginabile, e lo si nota dai numerosi commenti che mi sono impegnato a leggere sia di autorevoli giornalisti che da gente comune vedere nel PdL definito “Partito della Libertà (?)”, candidata la figlia di un importante giudice assassinato dalla mafia, anzi un assassinio compiuto per un”accordo tra le diverse mafie”. Una ragazza impegnata continuamente nel fronte dell’antimafia che va a correre per un seggio (sicuro) in quel partito che è stato di Dell’Utri, Cosentino, non candidati per ragioni di opportunità e per condizioni di sondaggi elettorali che penalizzavano il partito del Cavaliere. In quel partito dove il suo leader anzi, il loro “capo di coalizione” ebbe a dire, a proposito dei giudici, «Questi giudici sono doppiamente matti! Per prima cosa, perchè lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche».
Io non so quali siano state le ragioni di Rosanna Scopelliti a candidarsi con questo partito, sicuramente darà una “ripulita” all’immagine di un partito che per diversi motivi noti alle cronache era allo sbando. Come il caso del Comune di Reggio Calabria, per alcuni consiglieri regionali arrestati per associazione mafiosa e tanto altro ancora. Non amo emettere giudizi né sarei capace di farlo, però rispetto la scelta perché vivo e rispetto lo Stato democratico e Costituzionale cui appartengo, così come l’alto senso della libertà e del rispetto di ognuno. E quindi non mi unirò al coro delle critiche e delle condanne (con il rischio che magari qualcuno utilizzi la solita solfa, ritta e rifritta, della querela con l’accusa di “lasciarmi in mutande”), seppur non condividendone la scelta né l’accoppiamento con quel siciliano dell’ago puntura e catapultato da ordini romani, tal Scilipoti. Ma, mi consola il fatto che nella vita c’è di peggio, ma è pur vero però che al peggio non c’è mai fine.
Quello però che contesto e che mi inorridisce è non aver sentito da parte di nessuno la parola “mafia”, come combatterla e con quali misure. Non l’ho sentita da nessuna parte ed in nessun schieramento politico tranne che nelle parole del leader di “Rivoluzione Civile” Ingoia, ma lì in un certo qual modo rientra nella “normalità” delle cose. Per il resto, buio totale. E ciò è molto preoccupante specie per chi va a chiedere i consensi in una Regione come la Calabria ad alta densità mafiosa.
Tra i “silenti” c’è, con grande rammarico, il Partito Democratico che nella sua storia passata dei suoi eredi avevano fatto una bandiera inossidabile composta da tante battaglie, eppure non candida personalità che si sono contraddistinti per queste azioni lasciando fuori importanti personaggi come il sindaco di Rosarno Tripodi, come il prof. Ciconte ed altri ancora che non sto qui a menzionare, “imponendoci” con la favola delle primarie (cui ho partecipato anche io dando il mio voto a Laura Puppato), una “giovane” emergente come Rosy Bindi ed alcuni “dinosauri” che speravo fossero in estinzione (vedi lista Senato).
Ma una parola a favore in questo “marasma” la vorrei spendere per un volto nuovo, anche se militante in un movimento dove il suo leader è uno “tsunami” di arringhe e sketch da cabaret, come Beppe Grillo, ma che però porterà con se un consistente bagaglio di parlamentari. La novità di queste elezioni politiche in Calabria è rappresentata dalla capolista alla Camera del “Movimento cinque stelle”, Dalila Nesci. Giovanissima di Tropea che ha molta voglia e foga di fare bene. Faccia pulita, si presenta bene ed ha eleganza anche nei suoi interventi. Ciò non è uno spot favorevole a Grillo, ma semplicemente sono delle considerazioni riferite all’unico un volto nuovo di queste elezioni. E che si affaccia in un’arena fatta da reduci e portatori (non sani) di qualcosa, residui bellici e diciamolo pure “portaborse” in cerca d’autore.
lalanternadidiogene@approdonews.it