La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 31, Lug 2013
Taurianova, siamo tutti mafiosi…ed anche “camorristi” (Parte prima)
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Taurianova, siamo tutti mafiosi…ed anche “camorristi” (Parte prima)
a cura di Giuseppe Larosa
«E’ piovuto il caldo/Ha squarciato il cielo/Dicono sia colpa di un’estate come non mai/…/Parla di un rumore Prima del silenzio e poi… », cantava Malika Ayane. Così, canticchiando dopo la lettura della tanto attesa “Relazione” con annesso “decreto di scioglimento”.
Una relazione contraddistinta da due fattori, gli “Omissis” e “L’incapacità o la mancanza di volontà (…)”. Una montagna (fatta di memorie), che partorisce un topolino. Un semplice “Tutto qua?”. Sì, proprio così!
Ed oltre al “tutto qua?”, e come avevo scritto nei giorni passati, occorre osservare anche il lato positivo: questo decreto farà abbassare molte “creste”, ed io aggiungo: Era ora! Auguro a loro un felice eclissarsi….in pace! E spero che altri, seguano tale esempio, ma con responsabilità politica. A tutti quelli che hanno portato lo sfascio amministrativo e che ancora lo negano fortemente, e che oggi i cittadini taurianovesi pagano un pesante scotto in termini di privazione economica dei loro servizi e dei diritti. Ma si sa, lo diceva anche Schopenhauer che «Vi sono certi individui. sul viso dei quali è impressa una tale ingenua volgarità e una tale bassezza del modo di pensare, nonché una tale limitatezza bestiale dell’intelletto, che ci stupisce come mai simili individui abbiano il coraggio di uscire con un simile viso e non preferiscano portare una maschera», dedico questa frase ai Commissari prefettizi come forma di “prevenzione” mentre andranno ad incontrare esponenti di alcuni partiti politici di questa amara e sfortunata città.
Motivazioni, quelle della relazione, che hanno gettato delle ombre, ed io sono stato una “Cassandra” in tempi meno sospetti. Quelle del disonore di un terzo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Verso una città che non lo meritava. E lasciando perdere i vari “profeti dell’oltretomba”, quelli che parlano dopo e che amano lo sport dello sputo sui cadaveri. E tralasciando anche, i vari proclamatori di disgrazie (che augurano sventure solo per odi personali). E tralasciando anche chi, vuole una patente a punti della moralità guardando il fuscello nell’occhio degli altri e non guardando la trave che impera nei loro occhi. Come quelli che ancora hanno dei “conti aperti” con la Giustizia.
Una relazione che recita che “il Prefetto di Reggio Calabria da atto della sussistenza di concreti, univoci e rilevanti elementi su collegamenti diretti ed indiretti degli amministratori locali al tempo in carica con la criminalità organizzata di tipo mafioso e su forme di condizionamento degli stessi (…)”, ed ancora, “E’ stato rilevato come il radicato intreccio di rapporti e cointeressenze tra amministratori locali e ambienti controindicati sia stato presente, anche attraverso la sottoscrizione delle liste elettorali da parte di propri esponenti, sin dalla fase di presentazione delle candidature con l’appoggio da parte della criminalità organizzata dei due schieramenti che poi giunsero alla fase di ballottaggio”. Non c’era via di scampo, chiunque andavi a votare al ballottaggio, era colluso con la criminalità organizzata. Quindi, per la proprietà transitiva, anche chi appoggiava questo o quello schieramento, era soggetto a “concorso in appoggio elettorale esterno (sic!)”.
La relazione parla di intrecci, intrighi, misteri, omessi controlli e tanto altro ancora. Come se un Sindaco di una città doveva andare anche a controllare chi la mattina e quante volte andava al bagno per i propri bisogni fisiologici. Da una parte si rammenta la divisione di poteri tra la politica e la macchina amministrativa, perché questa maggioranza avrebbe fatto delle “ingerenze” verso dei dipendenti e poi si ammonisce che magari non sono stati fatti i controlli su dei cantieri e su appalti. O l’una o l’altra! Ed allora quale? Perchè l’una esclude l’altra…
Questa volta non farò parte di quelli che si riempiono la bocca dell’antimafia, di quelli che pensano che tutto deve passare “in cavalleria”, e non farò parte né delle “Capre (con tutto il rispetto della loro intelligenza, superiore finanche a chi le critica)” né dei “pecoroni”. E cercherò, ma solo per questa volta, di “abbattere” con il pensiero e la penna, perché indegni di una società civile, gli “avvoltoi”, perché loro amano cibarsi solo delle carogne. E le “carogne”, a cui va la mia solidarietà, non possono difendersi.
Lo Stato va rispettato, così come anche i suoi provvedimenti. Vanno rispettati le Forze dell’Ordine e vanno aiutate per il ripristino della legalità e del buon quieto vivere. Ma va fatta anche una profonda riflessione sociologica, che parta dal basso e si estenda fino all’ultimo dei cittadini. Romeo ha sbagliato, ha fatto molti errori di forma, di amministrazione e di politica. ha gestito il male il suo secondo (e sfortunato) mandato elettivo. Non ha fatto tesoro del primo provvedimento di scioglimento ed ha insistito nella stessa “linea di continuità del 2009”, come recita la relazione dell’Accesso. Doveva semplicemente cambiare rotta, cambiare gli uomini, cambiare mentalità, doveva inesorabilmente “Cambiare”. Ma ha cercato lo scontro, e l’apice è stato raggiunto con l’interrogazione dell’on. Mario Tassone che, da componente della Commissione Antimafia, aveva “sparato a zero” su tutto e tutti, persino sul Prefetto Piscitelli tacciandolo come di uno che “non si è reso conto in quale provincia e in quale realtà si trova, quasi un “inadeguato”.
E le Forze dell’Ordine come persone “timide” negli “accertamenti” che non seguivano alcuni “percorsi inesplorati”. Ma non stiamo a rimuginare sul passato, sarebbe come fare un necrologico revisionista che non porterebbe a nulla. Né stiamo facendo un De Profundis. Stiamo riflettendo su una città piena di problemi, con una criminalità, “micro o macro”, imperante, che svaligia appartamenti: Si dice per fame, però poi accecati dalla fame vanno a bruciare oltre centosessanta automobili (sic!). Si sa, le vie del Signore sono infinite…..
C’è qualcosa che non va? Penso proprio di sì. E non è soltanto “un qualcosa”….. certo non è quello che nella relazione, quel “copia ed incolla” quando c’è scritto “La relazione redatta dalla commissione d’indagine ha evidenziato un diffuso quadro di illegalita’, in diversi settori dell’ente locale che si e’ rivelato funzionale al mantenimento di assetti predeterminati con soggetti organici o contigui all’organizzazione camorristica egemone”. Pure la “Camorra” c’è a Taurianova? Andiamo bene!
Riflettere non costa nulla!