La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 12, Ago 2013
Reggio Calabria e Taurianova con…Seneca
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Reggio Calabria e Taurianova con…Seneca.
«Estremamente breve e travagliata è la vita di coloro che dimenticano il passato, trascurano il presente, temono il futuro: giunti al momento estremo, tardi comprendono di essere stati occupati tanto tempo senza concludere nulla»
a cura di Giuseppe Larosa
Cosa può produrre uno scioglimento per mafia? E quali conseguenze sociali ne possono derivare, oltre alle frustrazioni umane e morali dei protagonisti interessati, e parte integrante come causa dello scioglimento di un consiglio comunale? Le domande sono tante, ma le risposte sono quelle che carenti di sostanza lasciano molto a desiderare. C’è chi lo fa, tra i protagonisti che sono stati “causa ed effetto” dell’estremo provvedimento, per una salvaguardia di una (presunta) onorabilità politica seriamente compromessa. E quasi sempre osservando bene, si denota il classico sport dell’arrampicarsi sugli specchi. E chi invece non lo fa, sceglie la via del silenzio, tipica posizione di chi forse, ha qualcosa da nascondere o da “revisionare”, o in ultima analisi, non sa proprio parlare (nemmeno per difendersi)!
Lo Stato attraverso le informative delle sue Forze dell’ordine, attraverso il Prefetto, scioglie, e se lo fa, è perché c’è “un’infezione” che produce una “permeabilità” della criminalità organizzata all’interno delle istituzioni democratiche, quali sono le Amministrazioni comunali. Ed io ci credo, “senza se e senza ma”.
Nella nostra provincia ci sono state due realtà sciolte perchè la criminalità organizzata si è infiltrata. Per la prima volta un comune capoluogo, Reggio Calabria ed in un centro importante della Piana, qual è Taurianova, addirittura sciolto per la terza volta. Che sfiga!
In entrambi i casi ci sono sospetti di “contiguità mafiosa” e di “intrecci politici mafiosi”. A Reggio l’egemonia di una parte politica guidata dall’attuale Governatore Giuseppe Scopelliti e poi dal suo successore “amministrativo”, Demetrio Arena, è stata oggetto di una meticolosa analisi di indagine da parte dello Stato che ha letteralmente distrutto il cosiddetto “modello Reggio”; così tanto acclamato e innalzato come esempio di amministrare una città. Distrutto sin dalle fondamenta, almeno a detta della Relazione di scioglimento dello Stato e dei suoi seguenti provvedimenti interdettivi.
Gli effetti oggi di quel provvedimento si vedono oggi, con l’interdizione alla candidatura di alcuni dei protagonisti di quella parte amministrativa di maggioranza che ha fatto il buono ed il cattivo tempo a Reggio Calabria, compreso l’ultimo sindaco Demetrio Arena, che a proposito, mentre sto scrivendo ancora non sono pervenute le sue dovute e necessarie opportune dimissioni da assessore regionale. Ma si sa, come disse Cechov se «Una brava persona si vergogna anche davanti a un cane», un politico, davanti a delle frasi gravissime scritte da un Tribunale, evidentemente no! Ma occorre attendere, da garantista quale mi vanto di essere, la difesa dei protagonisti, senza però (attenzione eh), catalogare le persone come “cialtroni” sol perché contro il pensiero unico. Così non si va da nessuna parte.
E la vergogna è una componente estesa fino ai più piccoli livelli cittadini…magari anche fino a Taurianova. Comune sciolto per la terza volta, per due volte lo stesso sindaco, e per l’ennesima volta una relazione d’accesso implacabile ed inesorabile che travolge una classe politica intera. Non risparmia nessuno, maggioranza ed opposizione a pari merito negli “intrecci” e nei “collegamenti”. La criminalità mafiosa, a detta dello Stato, è ovunque, si annida dappertutto anche tra le persone apparentemente con la “faccia pulita”. Sempre a detta della relazione, redatta e approvata dallo Stato. Siamo una città in preda alla mafia ed alla….”cosca egemone della Camorra (?)”.
Quindi, non sono io a dirlo, ma lo Stato. Perché se il Capo dello Stato ed il ministro dell’Interno di allora, nel 2009, avevano ragione, allo stessa stregua dovrebbero avere ragione anche oggi (sic!).
Ognuno si sta cercando di tutelarsi come può e con gli strumenti democratici che uno Stato di diritto consente. Come ad esempio l’ex sindaco che ricorrerà alla Giustizia amministrativa per cercare una “riabilitazione” all’onta subita. Sarà difficile, visti i dispositivi analoghi e precedenti, ma è giusto tentare.
Al di là delle proprie opinioni e di quello che ognuno vorrebbe far apparire, così come delle considerazioni umane, personali e di sorta. Questi provvedimenti assoluti hanno fatto emergere dei fattori inequivocabili e definiti. Tra questi, la completa riabilitazione politica (si badi bene, politicamente), di una parte della classe dirigente locale capeggiata dall’ex sindaco Biasi. Quando lui vinceva, e vinceva sempre, amministrava. I suoi mandati elettorali, nonostante le traversie e le mille polemiche per la sua, sicuramente discutibile, attività amministrativa, li portava a termine. Tralasciando l’avventura infelice del terzo mandato, ma questa è un’altra questione. Biasi si conferma il politico locale (sicuramente con una marcia in più degli altri), e più longevo degli ultimi venti anni di storia amministrativa della città. Ma questi risultati, nei fatti, hanno dato ragione anche ad un’altra personalità discutibilissima, qual è l’on. Angela Napoli. Lei diceva, paventava, lasciava intendere a determinate “collusioni” e “intrecci”, e come per incanto, tutto si è avverato. È dura ammetterlo (almeno per me), ma è così.
Ed ora cosa succede? Intanto per 24 mesi (18 +6), ci saranno i Commissari, si dovrebbe votare nel 2015. Senza tralasciare il fatto che molti di queste persone, coinvolte nel decreto di scioglimento, ed a questo punto, i protagonisti delle liste di ballottaggio, saranno colpite dall’art. 143 comma 11 del TU e quindi l’interdizione a candidarsi per il turno elettorale successivo. Ergo. Di tutti questi personaggi, spazzati via dalla “ramazza” dello Stato, ne sentiremo parlare, se tutto dovesse procedere ordinariamente, nel 2020!
E nel mentre tutto questo accade, alle nuove generazioni che si affacceranno alla politica ed ai padri di famiglia, come alle brave persone, cerchiamo di fargli capire quello che Lord Chesterton disse, ossia che «Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti».