La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 09, Ott 2013
C’è un Giudice di Pace a Taurianova. E con esso la Vergogna
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
C’è un Giudice di Pace a Taurianova. E con esso la Vergogna
a cura di Giuseppe Larosa
Gli uffici del Giudice di Pace a Taurianova sarà quasi sicuramente soppresso. E non solo per quanto stabilito dalla normativa in vigore approvata nel 2012, ma per l’inerzia ed indifferenza cui la classe politica locale è affetta. Nonché per la sua incapacità atavica di affrontare ogni defraudare la città di ogni ufficio, ospedale ed altre risorse che negli anni sono andati a perdere.
Il Dgs 156/2012 parla chiaro sulla soppressione dei 667 uffici del Giudice di Pace, e all’epoca il ministro Rosanna Cancellieri affermò che “indietro non si torna”.
A Taurianova il dibattito resta aperto ed è oggi ritornato di moda, ma, se da una parte l’allora sindaco di Taurianova presentò un’istanza per mantenere l’ufficio del giudice di pace consorziandosi con gli altri comuni interessati all’ufficio, ossia, Cittanova, Polistena, Molochio, Rizziconi e Terranova S.M., tale istanza ancora, a detta dei Commissari prefettizi di Taurianova, Aldo Lombardo e Antonino Gaglio, “non è stata presa ancora in considerazione dal Ministero di Giustizia”, che ha il potere decisionale di accogliere o meno tale proposta consortile.
La questione annosa, resta complessa a monte, perché il mantenimento dell’ufficio comporterebbe una spesa ingente che l’Ente non può permettersi, si parla tra costi di personale, arredamento e funzionamento, una cifra che a conti sommari sfiorerebbe l’ordine di “diverse migliaia di euro”, cifra che dovrà essere riprartita proporzionalmente tra i comuni consorziati, e Taurianova essendo capofila, spetterebbe una percentuale di “investimento” economico molto interessante.
La liquidità dell’ente è molto critica, si parla addirittura che a causa del mancato trasferimento dei fondi per i comuni sciolti per infiltrazione mafiosa, si rischia il non pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali, tanto per farsi un’idea.
La questione del Giudice di Pace all’epoca fu sollevata dall’ex difensore civico avv. Giuseppe Sorace che accusò l’allora amministrazione Romeo “per la mancata attivazione delle procedure volte al mantenimento da parte dell’amministrazione comunale”. E da lì si scatenò un batti e ribatti, tra Romeo che asseriva di voler procedere, mettendo in campo tutte le misure per il mantenimento degli uffici, ma che tale condizione presentavo un impedimento a causa della situazione economica disastrosa cui l’Ente versava.
A quel dibattito si aggiunse l’ex deputata Angela Napoli, che denunciava a mezzo stampa l’immobilismo di Romeo, intimando “una non sottovalutazione del mantenimento del locale Ufficio nella nostra Città, unico Comune con popolazione superiore ai 15.000 abitanti tra quelli del circondario di Palmi per i quali è stata prevista la soppressione – ed inoltre – credo opportuno richiamare alla Sua attenzione quanto puntualmente denunziato dai dipendenti della sezione giudiziaria di Taurianova rispetto alle condizioni in cui versa la locale struttura, la quale se adeguatamente valorizzata e messa a norma potrebbe non rimanere uno dei numerosi edifici costruiti per sede giudiziaria e purtroppo lasciati poi inutilizzati”. Nota curiosa, la Napoli si firmava, ponendo in risalto di essere “componente della commissione parlamentare antimafia”, cosa che a Romeo diede fastidio, facendoglielo presente. Ma, tale “proposta” Romeo rispose di “non aver gradito” il suggerimento perché la stessa conosce la situazione delle finanze locali, ma che “siamo pronti a fare tutti gli ulteriori interventi mirati al mantenimento di tale ufficio in Taurianova (…) ma che non ci sono le disponibilità di risorse economiche per assumere a proprio carico le spese di funzionamento e di mantenimento”, e consegnando la palla alla Napoli, concluse chiedendo un “suo autorevole intervento Parlamentare per fare ottenere a questa Città un adeguato finanziamento da destinare allo scopo cui tutti miriamo. Noi quello che possiamo garantire di fare è che non appena ricevuti i finanziamenti necessari adotteremo tutte le conseguenti necessarie procedure”. Nei fatti Romeo, si scopre oggi, che voleva farsi accompagnare dall’ex deputata al Ministero per discutere sul caso, e ieri si scopre, durante una diretta televisiva che, la Napoli rifiutò tale proposta “perché Romeo era un soggetto attenzionato”. C’era già stato uno scioglimento nel 2009, ma ancora, all’epoca dei fatti, nemmeno la commissione di accesso si era insediata, eravamo agli inizi del 2012, mentre la stessa insediò a settembre.
Da allora, quell’ufficio resta in balia delle onde, con un futuro incerto che è incline ad una sopravvivenza a tempo determinato, occorre attendere la fine di aprile del prossimo anno.
Ma una certezza c’è. Ed è la totale inettitudine della classe politica locale che non riesce nemmeno a dare sfogo per cercare di contrastare una questione che penalizzerebbe la città in tutti i contesti, sia di prestigio che economici. Oltremodo, dopo aver ascoltato ieri il sindaco (taurianovese) di Cittanova che a mo di sfida ha dichiarato che, “se qualora Taurianova dovesse rinunciare, lui sarebbe disposto a diventare capofila”, e quindi di conseguenza, spostare l’ufficio nella sua città.
È questo un altro motivo di vergogna per la politica locale? Per i suoi partiti e soprattutto per chi rappresenta questi partiti (dalle scatole vuote di idee e dei venditori di fumo gratis)?