La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 03, Feb 2014
Uomini che siete innamorati di altri uomini, pussa via!
a cura di GIUSEPPE LAROSA
La lanterna di Diogene
Uomini che siete innamorati di altri uomini, pussa via!
a cura di Giuseppe Larosa (eterosessuale non annoiato)
Non vorremmo ritornare ai tempi dei Leviti, che aprendo l’Antico Testamento, si legge «Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio, dovranno essere messi a morte, il loro sangue ricadrà su di loro». Sicuramente il Governatore Peppe Scopelliti, nella sua futura compilazione delle liste, aveva il sacro libro aperto su quella pagina, quando pose quella pietra miliare del suo ragionamento, o meglio, quella saggia parabola mentale che lo spinse a dire «Noi non vogliamo né uomini che non siano coraggiosi, né mezzi uomini, né uomini che sono innamorati di altri uomini a noi ci piace l’idea di mettere in campo uomini che siano innamorati di donne, che amino il rapporto di coppia e che individuano nel rapporto di un matrimonio un uomo e una donna. Quando faccio questo tipo di parallelo voglio dire che noi vogliamo uomini che siano innamorati della città».
Gli uomini innamorati di altri uomini non devono stare dentro le istituzioni, sono portatori malati di maschilismo. Sono quelli che durante il ventennio venivano considerati dei “malati”, degni di qualche annaspamento crematorio o magari di una boccata di gas, tanto per tenerli in sesto (sotto qualche indegno metro di terra).
Questa distinzione sa di pericolosa condizione omofoba che non dona grande dignità a chi rappresenta il voto di migliaia di cittadini. Non da dignità a chi forse di quella condizione sessuale ne fa onore e gloria, perché amare un altro dello stesso sesso, non è una malattia, è semplicemente una condizione leggendaria che Freud ce la spiegava semplicemente così, come un istinto sessuale meraviglioso, rappresentato nella poetica leggenda che racconta della divisione degli esseri umani originari in due metà l’uomo e la donna e come queste tendessero sempre a riunirsi nell’amore.
Affrontare oggi questi temi delicati e fomentare una situazione di emarginazione nei confronti di chi vive la propria sessualità nell’intimo, non credo debba interessare le loro capacità intellettive e materiali nel rappresentare una carica istituzionale. Io non mi preoccuperei degli uomini che amano altri uomini. Mi preoccuperei di più dei mezzi uomini che sono spesso rappresentati dalla codardia delle loro azioni, dal modo di corrompere per ottenere dei tornaconti personali. Oppure, peggio, da chi, forte di essere un mafioso, si aggira anche in quelle stanze del potere per racimolare consensi.
Io credo che Scopelliti debba non candidare i corrotti, i mafiosi, chi è stato sciolto per infiltrazione mafiosa, chi non possiede titoli per occupare dei posti e viene retribuito da soldi pubblici. Non dovrebbe candidare chi è stato intercettato dalle varie procure antimafia e che magari si accompagnava con dei pregiudicati.
Io penso che questo dovrebbe fare Scopelliti, e lascar perdere i gusti sessuali, o meglio gli istinti sessuali freudiani che quelli con le Istituzioni poco c’entrano. D’altronde una brava scrittrice statunitense scrisse che «Ci sono troppo pochi uomini al mondo. In giro si muore di depressione eterosessuale».
Non ci faccia venire la depressione di ascoltare certe sciocchezze o cavolate, già di problemi il mondo è pieno.
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