La lanterna di Diogene Se la bellezza salverà il mondo. Una donna potrebbe salvare Taurianova?
Molte volte scrivere qualcosa su Taurianova è impresa ardua, quasi impossibile. Trarre spunti sul nulla è come sbattere contro un muro di gomma. Così come accendere questa “Lanterna”, il petrolio aumenta e di conseguenza l’alimentazione non ci permette di tenere la fiammella accesa. Ma, involontariamente ci aggrappiamo a quella della speranza. Questo termine a volte inutile, molte volte illusorio, spesso e volentieri pieno di sogni che svaniscono all’alba.
Occorre dire senza remore che questa città è stata martoriata dalla cattiva politica, si notano con estrema evidenza i postumi di uno sfacelo quasi irreversibile. Tendenzialmente al disastro, al dramma ed al punto di non ritorno.
Una città colpita a morte nel suo onore con ben tre scioglimenti per infiltrazione mafiosa (un record nazionale), e mentre si tentava di rialzarsi in qualche modo, la mannaia dello Stato colpiva inesorabilmente tagliando le teste di chi, in maniera presunta, avesse infettato le istituzioni locali e quindi la governabilità amministrativa.
Il primo scioglimento, quello degli anni ’90 era conseguenza necessaria e indispensabile, non vi era altra soluzione vista la mattanza di quegli anni con i tanti morti ammazzati per strada. Gli atri due, quello del 2009 e del 2011, a mio avviso, una mera forzatura. Basti pensare che l’ultimo, cosa gravissima, tra i copia e incolla del Viminale c’erano finanche, assurdi collegamenti con la camorra (sic!). Non vorrei essere banale, ma si ripetono sempre le stesse cose e quindi si rischia di cadere nell’assuefazione dei discorsi inutili. Ed ecco la sostanziale difficoltà ogni volta di parlare del “nulla”. Cerchiamo per quel che è possibile di andare avanti e osservare un futuro con una diversa angolatura, una sorta di rivoluzione politica, nei rapporti causa/effetto e dei personaggi che la compongono….
In attesa del responso finale che il Tar Lazio darà a seguito del ricorso dell’ex sindaco Romeo contro lo scioglimento ai suoi danni, per ora la condizione ci impone che le consultazioni elettorali per il rinnovo del consiglio comunale saranno nel prossimo autunno. Onestamente, e l’ho sempre asserito, io ci credo poco (ma spero non sarà così), che Romeo sarà integrato nuovamente come Sindaco, pende su di esso un già precedente scioglimento ed allo stesso tempo un altro dispositivo rigettato contro quel scioglimento da parte di un tribunale amministrativo. Sono dei precedenti da non sottovalutare e credo che i giudici ne terranno conto di tali condizioni.
Ci sono allo stesso tempo dei fatti incomputabili alla questione sulla decadenza della città e sulla sua lenta agonia che dura adesso da oltre dieci anni. I commissariamenti prefettizi sono stati un reale e consistente fallimento. D’altronde dei burocrati dello Stato messi lì a gestire una macchina amministrativa di una città oltre ad avere delle reali capacità dovrebbero avere anche una sorta (seppur apparente), di buon senso affettivo verso il territorio comunale, che non c’è e non vi è alcuna traccia. Solo macerie e raccolta di tale macerie, con la gestione forzata di meri “atti di indirizzo” che i vari dirigenti dovrebbero seguire.
Poi c’è la politica, chiamiamola così per pura convenzione e nulla più. Mi auguro che nessuno (ripeto, nessuno), dei vari candidati già proposti in passato, abbia la velleità di ripresentarsi di nuovo. Ma penso che non vi è alcun bisogno di scriverlo io, anzi ne sono più che fiducioso che tale condizione si avveri e che alle prossime consultazioni, vedremo delle facce nuove con la connotazione semplicemente di “responsabili” e non di “gravidanze da sindaco”.
Mi piacerebbe e penso che sarebbe una sorta di “vestito nuovo” per la città avere a capo di un’amministrazione comunale una donna. Sì, proprio una donna perché avrebbe quantomeno la delicatezza e la cura delle proprie azioni che all’uomo mancano. Lo stesso Twain disse che «L’umanità senza la donna sarebbe scarsa. Terribilmente scarsa».
Se questa città iniziasse a parlare al femminile e instaurasse un concetto ambizioso che nel paese si usa dare il concetto di “parità”, forse qualche sorriso in più ed un restyling politico al femminile, sarebbe essenziale (e vitale). L’essenza che si accompagna con l’esistenza di una città che gli uomini hanno lasciato con un cumulo di macerie da smaltire.