La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 20, Apr 2011
A Taurianova si è entrato nel vivo della campagna elettorale, le liste sono state presentate, e tra ritirati ed esclusi, il nostro filosofo “punta” la sua lanterna sulle varie vicessitudini che si sono susseguite in questi giorni
La lanterna di Diogene
A Taurianova si è entrato nel vivo della campagna elettorale, le liste sono state presentate, e tra ritirati ed esclusi, il nostro filosofo “punta” la sua lanterna sulle varie vicessitudini che si sono susseguite in questi giorni
Appena ho visto non credevo ai miei occhi. Uno scenario disegnato in mezzo all’indecenza e l’impudicizia. A volte (quasi sempre) ritornano. Sembra che il tempo non passi mai, come il remake di un film già visto molte volte. Sì sto parlando delle liste che concorreranno alle prossime elezioni comunali di Taurianova. E così che mi viene in mente una frase di Adams cui asseriva che: «Il problema di questo paese consiste nel fatto che ci sono troppi uomini politici che credono, con la certezza che deriva dall’esperienza, che si possa ingannare tutto il popolo in ogni momento». Questa frase rispecchia fedelmente quello che abbiamo allo stato attuale e ciò che ci attende in questo mese di campagna elettorale.
Mi avrebbe fatto piacere ripetere le parole di Francesco Saverio Borrelli, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario del 2002, quando disse con voce tuonante: «Ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave», ma non posso farlo perché i partiti che avevano posto una speranza di rinnovamento e di diversità, come anche di “discontinuità”, sono svaniti come neve al sole, chi per un motivo e chi per un altro: spariti (sic!).
Il Pd, sì proprio il Pd non c’è! Non presenta la lista, dice, a causa di “appetiti familistici (?)”, e per dare un “segnale di rottura forte”. Valli a capire. Qua l’unico segnale di rottura forte secondo me se lo sono dati da soli a mò di Tafazzi (da Wikipedia “…saltella colpendosi l’inguine con una bottiglia di plastica e traendo chiaramente piacere da tale pratica). Però, e non finisce qui, c’è un però, ed è lì che si gioca la vera partita (a detta loro), qui viene il bello: “Non per questo però staremo fermi, anzi con coraggio e responsabilità saremo i protagonisti della campagna elettorale con una valanga di iniziative politiche per incontrare i cittadini”…ed io aggiungo, ancora in giro state? Ma statevene a casa possibilmente chiusi dentro con diverse mandate di chiavi, che la vostra “bella” figura l’avete già fatta.
Per correttezza delle centinaia di lettori che leggono questa rubrica (a cui va il mio personale ringraziamento), ripercorriamo le tappe salienti. Il Pd insieme ad altri partiti, se così si possono definire, aveva fatto una sorta di Grand Coalition con Mpa, Psdi, Fli ed Api. Sembrava che si mangiassero il mondo tra “salute pubblica” ed ingressi di salvatori della patria, tutti con a cuore le sorti di questo paese martorizzato dai commissariamento, dalla cattiva amministrazione, il tutto in nome della “discontinuità”. Per quanto riguarda il significato di questa parola nel contesto in cui era stata posta ho scritto molto nei miei precedenti pezzi, quello che ci interessa ora è capire dove si è arrivati, adesso che siamo all’inizio della campagna elettorale e con le liste già presentate.
Nei fatti quello che già si sapeva, ossia “contenitori vuoti” definiti partiti per quanto riguarda Mpa, Psdi e Fli (ma forse quest’ultima non ha presentato la lista per la solita scusa che “…non ci stanno le condizioni”, un modo come un altro per dire che non arrivavano nemmeno a contarsi su tre dita), che insieme al Pd non hanno presentato le liste. Api però un posto al sole lo ha trovato, ed è con il candidato a sindaco Peppe Rigoli. E figuriamoci se in nome della “discontinuità” Api non si alleava con Rigoli!!!
Dulcis in fundo, mò viene il bello, state già ridendo immagino? Fate bene perchè sto parlando di Sel. Che figura….! Intanto va la mia stima, solidarietà umana e partecipata al candidato sindaco proposto da Sel, al giovane e “ingenuo” Filippo Speranza, rimasto vittima di un meccanismo inconsapevole e di cattivo gusto che spero non lo faccia pentire di essere sceso in politica, perchè giovani come lui alla comunità taurianovese servono.
La storia. Sel ha un candidato alla carica di Sindaco che si chiama Luciano Loiacono, prima ancora di tutti i nomi dei potenziali candidati che oggi si propongono alla città. Lavora come un forsennato, si impegna a dare il suo contributo alla causa, per cui è stato designato (credo dal suo stesso partito), rilascia interviste e cavalca l’onda della risoluzione contrattuale della Gioseta, in quanto fautore di una raccolta di firme appunto per dare atto a quello che poi è accaduto in senso al contratto tra il Comune e la Gioseta. Di colpo, come per intercessione forse di qualche entità misteriosa o illuminazione su vie di Damasco Sel cambia, e come il miglior Gino Cordova che ha il copyright dei cosiddetti “dobbiamo fare un passo indietro”, Loiacono lo fa a favore di un’ipotetica alleanza con il Pd per poter costituire una forza di centrosinistra. Ma quel passo indietro non è servito a nulla se non a togliere Loiacono di mezzo per far posto al giovane, ignaro (e consapevole) sacrificato Filippo Speranza. Epilogo. Sel sbaglia (?) alcune formalità nella presentazione delle liste ed è esclusa dalla competizione elettorale. Mi chiedo, da umile osservatore che porta penna, ma se l’accordo con il Pd era saltato perché non si è mantenuta la linea con Loiacono candidato a Sindaco? Estendo la mia solidarietà amichevole anche a Luciano Loiacono. In un solo istante hanno rovinato anni di gloriosa storia di un’idea, la Sinistra, che altri prima di loro avevano pagato anche con la vita, per farla divenire realtà democratica e popolare al servizio del popolo.
Cosa resta della Sinistra? Il sempre verde Pino Ciano. In bocca al lupo.
E per tutti quelli che oggi, presentandosi davanti agli elettori con scuse o con frasi fatte, ricordo una frase del Riccardo III di Shakespeare: «La coscienza è soltanto una parola che sogliono usare i vigliacchi, ed è stata inventata apposta per tenere in soggezione i forti».
Arrivederci, alla prossima.
lalanternadidiogene@approdonews.it