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La lanterna di Diogene

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Taurianova, il paese dove la politica è fatta di paladini, pasionari, aspiranti oppositori e di…… Tonino Condrò

La lanterna di Diogene

Taurianova, il paese dove la politica è fatta di paladini, pasionari, aspiranti oppositori e di…… Tonino Condrò

 

 

 

«C’è un solo bene: il sapere. E un solo male: l’ignoranza». Partendo da questa profonda seppur breve massima di Socrate, ci “infiliamo trasversalmente” alla diatriba (a mio avviso inopportuna ed inutile) tra la sempre “pasionaria” dell’antimafia l’on. Angela Napoli (con le sue sempre rare e sporadiche apparizioni) ed il sindaco di Taurianova Domenico Romeo. La parte incriminata questa volta sono i diversi casi in cui il comune potrà (e dovrà) costituirsi “parte civile” specie quando si ha a che fare con alcuni reati per cui si lede l’immagine e si crea un danno per il comune stesso, siano essi reati mafiosi principalmente, ruberie, corruzione, reati ambientali così come abusivismo edilizio ed altro ancora.

Per far capire meglio vista la confusione che si è creata nelle varie interpretazioni apparse sui giornali così come un certo immobilismo (sarà l’estate) dei vari attori della politica taurianovese sia che hanno o non presenze in consiglio comunale si riporta integralmente l’art. 6 comma 6 dello Statuto Comunale: “Il Comune di Taurianova si costituisce parte civile in ogni procedimento penale per reati di tipo mafioso, per reati contro l’ambiente e contro il territorio, ivi compreso l’abusivismo edilizio, che riguardi fatti o persone in relazione con la comunità locale o con il territorio comunale; è, altresì, tenuto ad agire in giudizio, ogni qualvolta sia possibile, per il risarcimento del danno all’immagine della comunità locale e dell’Istituzione comunale, con particolare riferimento ai fatti di sangue che feriscano la comunità locale nel proprio comune sentire. Con apposito regolamento possono essere individuate le ipotesi in cui, in considerazione della esigua entità del danno o della poca gravità del fatto, il Comune non si costituirà parte civile nei procedimenti per reati contro l’ambiente, contro il territorio e per abusivismo edilizi.”

Quindi, il Comune si potrà costituire ad ogni procedimento che riguardi questioni mafiose, ambientali e territoriali, ed è “altresì, tenuto ad agire in giudizio, ogni qualvolta sia possibile, per il risarcimento del danno all’immagine della comunità locale e dell’Istituzione comunale (…)”, ma il tutto è fattibile ed applicabile con “apposito regolamento”, che, allo stato attuale non esiste. Cosa dicono invece le delibere dei vari commissari prefettizi? Quello dell’allora Commissario Luisa Latella la n. 9/2007 aveva elencato una serie di reati contemplati con il codice penale, ossia: “associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), scambio elettorale politico-mafioso (art. 416 ter c.p.), peculato (art. 314 c.p.), peculato mediante profitto dell’errore altrui (art. 316 c.p.), malversazione a danno dello Stato (art. 316 bis c.p.), concussione (art. 317 c.p.), corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p.), corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.), corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.)”.

Mentre le altre due delibere degli ultimi commissari prefettizi (55/2009 e 44/2010), a seguito dello scioglimento per infiltrazione mafiosa avevano integrato la prima con altri reati tra cui reati ambientali, abusivismo, truffa ed altro ancora, dando la “patata bollente” ai vari responsabili di settore sia tecnico che di vigilanza sia sull’abusivismo edilizio, sui reati ambientali che territoriali concludendo che “a seguito di valutazione da effettuarsi, di volta in volta, sulla base delle relazioni che saranno predisposte dai Responsabili dei Settori Tecnico e Vigilanza”. A primo acchito il primo sentimento che si prova leggendo un comunicato stampa di tale portata, quello dell’on. Napoli, potrebbe far apparire la cosa che per spiegarla bene occorre scomodare Diderot quando disse che «L’ignoranza è più vicino alla verità del pregiudizio».

Perché? Per due motivi principalmente, il primo dovuto al fatto che si rimarca sempre la sempre nota questione del sindaco sciolto per condizionamento mafioso, onta che purtroppo Romeo si porterà dietro per tutta la sua storia politica attuale e futura, un passato come una macchia indelebile che nemmeno il tempo riuscirà mai a cancellare. E quindi, puntualmente sarà rimarcato dai suoi oppositori, se così possiamo definirli. Il secondo motivo nasce da una sorta di “autogol”, perché, ci si chiede, e per quale motivo così urgente si dovevano “revocare” le tre  deliberazioni dei commissari prefettizi? Non sarebbe stato opportuno lasciarle intatte fino alla redazione del regolamento che stabiliva le varie modalità per la costituzione di parte civile dell’ente comunale nei casi in si doveva procedere a tale istituto? Tutto questo crea inesorabilmente dei pregiudizi che per forza di cose si tende a pensare a male. E si da motivo di speculazioni politiche da parte di chi non ha vinto, di chi non ha partecipato alla competizione elettorale sia perché non ha presentato la lista, sia perché quella lista non si era in grado di riempirla (come il caso di Fli dell’on. Napoli). Ed allora lì parte la cosiddetta “macchina del fango” politica e sociale, ossia il classico e squallido sport di denigrare una comunità che a stenti tende a rialzarsi da una moltitudine di vicissitudini che l’hanno martirizzata in questi ultimi venti anni.

La storia politica di questo paese va vista a 360 gradi e non solo in una angolatura diversa per ogni occasione, non sto a fare una difesa ad oltranza delle questioni sopra citate. Io credo che l’azione di Domenico Romeo di revocare quelle delibere è stata sbagliata e gravemente forzata. Doveva solo lasciare le cose così come stavano perché lo Statuto comunale non “supera il dettato alle deliberazioni”, ma nemmeno per nulla. Anzi, rende più confusione di quanto già in precedenza c’era e pone in merito molti dubbi. Semplicemente perché non esiste un “regolamento”. Ma tutto questo, appena si parla di “mafia” così come un fungo spunta la “pasionaria”, per dire cosa? che c’è mafia ovunque a partire dal sindaco eletto nonostante lo scioglimento per infiltrazione mafiosa avvenuto nel 2009. E gli altri cosa fanno? Nulla! Gli altri intesi come opposizione. Il centrosinistra dorme e tarda ancora  svegliarsi dal proprio letargo tranne che per quei giorni in cui si fanno le “feste”. Mentre le altre opposizioni, quelli che dentro l’aula consiliare che hanno presenze in consiglio comunale “sparano sempre sulla croce rossa”, in questo caso rappresentata da Tonino Condrò (sic!).  il componente nominato dal sindaco Romeo all’interno del suo staff, sta diventando, suo malgrado, un personaggio di tutto rilievo per le diverse interpellanze fatte e che credo alla fine lasceranno il tempo che trovano. Goethe disse nelle sue “conversazioni” che «Un’opposizione che non ha limiti diventa insulsa». Questa opposizione non solo ha seri limiti, ma è allo stesso tempo “insulsa”, farà sì che Romeo “regni” incontrastato per moltissimi anni ancora, così come una simile opposizione di “egual limiti” fece regnare incontrastato un altro sindaco per quasi dieci anni: vecchi ricordi oramai sbiaditi.

redazione@approdonews.it