La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 21, Feb 2011
Omicidio Battaglia e politica, questo il tema affrontato oggi dal nostro filosofo
La lanterna di Diogene
Omicidio Battaglia e politica, questo il tema affrontato oggi dal nostro filosofo
Martin Luther King in un suo famoso discorso pronunciò questa frase, «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli». Abbiamo utilizzato molte frasi, mille pensieri così come tanta partecipazione ad un evento che ha colpito un’intera comunità. La morte del giovane barista Tony Battaglia. Ma soprattutto il modo assurdo per cui è morto. Come è assurda la situazione per cui si è creata all’indomani di questa grave perdita per un comunità civile perché le vite perse sono due, quella del Battaglia e quella di una vita segnata del minorenne omicida. Ma, non voglio entrare in meandri sociali per cui, a dire il vero, non saprei proprio come uscire né fare inutili riflessioni sociologiche onde evitare di sembrare retorico (cosa che odio) né ipocrita cavalcando l’onda delle emozioni con affermazioni di massa che reputo non salutari. Certo è che una riflessione va fatta perché altrimenti Caino non avrebbe scagliato quella pietra al fratello Abele. Ma va fatta in modo tendenzialmente costruttiva senza enfasi né sentimenti forti di sorta, rispettando la famiglia del povero barista ma al contempo, rispettando anche la famiglia di chi ha strappato la vita a Tony Battaglia. Evitando così strumentalismi che possono ledere la dignità di un’intera comunità che sta attraversando di per sè un’onta selvaggia per i vari episodi che l’hanno segnata negli ultimi anni. Senza cadere nella tentazione di ricordare anni bui, che poco hanno a che fare con la questione del momento, come niente e nulla a che fare i vari scioglimenti delle varie amministrazioni comunali, cosa che in molti (esponenti autorevoli e non) nei vari organi giornalistici hanno voluto far credere: sbagliando! Chi lo ha fatto, fa parte dei cosiddetti “professionisti dell’antimafia” che Leonardo Sciascia aveva duramente criticato. Come penso sia sbagliato dire che a Taurianova all’indomani dell’omicidio Battaglia “si nascondevano” oppure che è regnato «il silenzio e l’omertà dei cittadini taurianovesi». Basta buttare fango per favore! Ed a chiunque appartenesse chi ha ucciso, ossia a quale famiglia poco ce ne importa. Quello che più ci preme capire è il perché di tutto questo, come sia potuto accadere e quali culture e meccanismi abbiano interagito nella mente del minorenne con la pistola. Da tutte le parti si sono levati scudi di analisi, da associazioni (pseudo tali), da alcuni parlamentari che si sente solo parlare per “sciogliere” qualche cosa o vedere fantasmi mafiosi ovunque. Siamo seri. Non credo sia difficile esserlo specie in questi momenti particolari che lo richiedono in maniera incisiva e determinante. Ecco, a tal proposito, siccome le scuole hanno respinto le loro responsabilità, occorre chiedersi, ma questo ragazzo minorenne andava a scuola? Cosa gli veniva insegnato negli ambienti cosiddetti del sapere? Partendo da questi interrogativi forse tentiamo di dare qualche riposta. E tra queste responsabilità io non escludo nemmeno la Chiesa, quella che nelle sue omelie professa la parola di quel Dio dell’infinito che spesso e volentieri abbandona i propri fedeli al loro destino. Oppure potrei dire, ritornando al discorso dell’omertà come dei silenzi come anche dei “nascondigli” dei taurianovesi, chiedere ad esempio oltre a qualche sigla partitica che ci tengo a sottolineare ossia, “Alleanza per l’Italia”, “Partito Democratico” e “Sinistra, Ecologia e Libertà” in un paese con quasi tutti i partiti di questa Repubblica che fine hanno fatto? Non ho visto e/o letto prese di posizioni e comunicati in merito all’evento delittuoso. Eppure vedrete che quando ci saranno le imminenti elezioni saranno i primi a promettere qualcosa in cambio di un voto, saliranno sui palchi ad accusarsi a vicenda e diranno come al solito tante di quelle baggianate che saranno solo minestre riscaldate. Ecco, queste sono le vere piaghe di una società civile, quando i partiti politici ignorano o peggio “snobbano” cose che colpiscono una comunità. Ed io chiedo alle persone, cittadini taurianovesi (votanti) che hanno sfilato dietro al feretro del giovane Battaglia, e che non sono stati in silenzio, anzi hanno aderito in massa ad un onesto e serio lutto cittadino, che hanno messo la propria faccia mostrando sensibilità e solidarietà raccolti insieme non solo per un ragazzo che è morto ma per un fallimento di una società civile dove per qualche spicciolo si è ucciso non solo un uomo ma la dignità di una società che vuole risorgere e andare avanti. Questi sono particolari cui spero che i cittadini taurianovesi se lo ricorderanno il giorno delle urne, perché partendo da ciò si potrà iniziare una rinascita sociale e civile di una giusta e moderna comunità. Io sono come l’uomo che sogna di Victor Hugo e che viene giudicato per questo e non per quello che penso.
PS. Nota di servizio: Chi scrive non è Luigi Mamone né lo stesso Mamone sa chi è lo scrivente. A furor di richieste e per amor di rispetto credo giusto averlo specificato.
lalanternadidiogene@approdonews.it
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