Centro di salute mentale di Taurianova. Quale destino? Mai la psicologia potrà dire sulla follia la verità, perché è la follia che detiene la verità della psicologia
La lanterna di Diogene
Centro di salute mentale di Taurianova. Quale destino? Mai la psicologia potrà dire sulla follia la verità, perché è la follia che detiene la verità della psicologia
Quando si parla di “declassamento” di un settore all’interno di una comunità che ci appartiene, nasce in noi un sentimento di rabbia e ed una rivalsa di patriottismo. Questi sentimenti purtroppo per la carenza di politiche gestionali e di rispetto a Taurianova accadono molto spesso, specie negli ultimi anni in cui si è vista una città spogliare di ogni suo avere e di ogni possibilità di sviluppo, il tutto a discapito e a danno dei cittadini stessi.
L’ultima azione in ordine di tempo è stata la presa di posizione dell’Asp di Reggio Calabria di penalizzare il cosiddetto “Centro di salute mentale” di Taurianova, un fiore all’occhiello della Piana, sia per la sua attività che per la grande professionalità dei medici, degli infermieri e degli operatori che, quotidianamente con impegno e dedizioni, garantiscono un sostegno ai tanti pazienti che provengono numerosi da gni parte del territorio interessato. L’appello accorato del direttore del Centro, la dott.ssa Antonella Macrì, ha colpito particolarmente per la rabbia e la passione che ha impiegato a difendere l’operato insieme alle attività che ogni giorno, con un numero impressionate di ore di lavoro sono al servizio del cittadino.
Ci chiediamo, quali sono i criteri che hanno portato a questa “bocciatura”? E quali le misure adottate per dare un metro di misura alla condizione che una struttura efficiente venga così umiliata insieme ai loro operatori?
Marcel Proust scrisse una volta che «Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia», allora coltiviamola questa “pazzia”, e gridiamo contro questa ingiustizia che colpisce un’intera comunità. Si facciano sentire le voci silenziose ed inermi a così tanto scempio gratuito.
La politica che ogni giorno si misura con il proprio territorio resta silente a tali azioni che vergognosamente restano agli occhi di questi uomini (che si atteggiano a politici) indifferenti, anzi vergognosamente indifferenti. Il sindaco di questa città ha fatto ascoltare la propria voce, dato che in analoghi casi sanitari lo ha fatto (vedi questione medico 118)? Non sarebbe opportuno iniziare a pestare i pugni su quei tavoli dove si decidono le sorti di una sanità sempre più degradata ed iniziare a far capire che tutto questo non va più bene?
C’è una frase di Peppino Impastato che è consona più che mai in questi determinati contesti, anche se essa è stata detta in altre situazioni, che in un certo qual modo sono simili alle mafiosità del momento ed è «Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!» Ecco, ribelliamoci tutti, ma facciamolo davvero ed iniziamo una nuova stagione fatta di rispetto e di dignità per la propria vita e per i nostri interessi che ogni giorno sono sempre più minati da burocrati asserviti dalla politica e dalle facili e rampicanti posizioni di comodo.
Ci avrebbe fatto piacere il giorno dopo della lettera della dott.ssa Macrì di leggere e di ascoltare le voci dei partiti politici che esistono solo quando c’è aria di elezioni per accaparrarsi un pulpito ed un pennacchio e fare passerella in un paese che oramai non riconosce nemmeno più i propri figli, figuriamoci se vengono “calcolati” assessori anonimi ed insignificanti che non sanno fare altro che passeggiare dietro alle processioni religiose. Cerchiamo di dare una propria spinta a questa perverso immobilismo fatto di anomalie e di giornate sciape ed amorfe e di alzare una voce che se ascoltata diviene un percorso da seguire per un concreto sviluppo contro ogni indifferenza, ignoranza e per dare finalmente vita allìamor proprio e della propria città.
lalanternadidiogene@approdonews.it