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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 GENNAIO 2025

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 19, Gen 2012

Ospedale “Unico” (?) della Piana. Il primo requisito di un nosocomio dovrebbe essere quello di non far del male ai propri pazienti!

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Ospedale “Unico” (?) della Piana. Il primo requisito di un nosocomio dovrebbe essere quello di non far del male ai propri pazienti!

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

«È tutto un magna, magna!», affermano gli anziani fermi in piazza dialogando sui temi generali oggetto dei loro discorsi. E specie quando si parla di sanità calabrese allora il discorso diventa più interessante ed interessato. Regna in questi giorni una diatriba che fa rivivere vecchie piaghe e promesse mai mantenute, giochi politici di potere sul predominio del territorio e fantasmi da riproporre. Vige anche in questo contesto, quale è il cosiddetto “Ospedale unico della Piana”, il punto fermo per una ricerca spasmodica della visibilità politica perduta di molti personaggi buttati fuori dall’elettorato che come in una battaglia navale si cerca il metodo e la matrice di affondamento.

A proposito della questione sanità nel reggino, ricordo un articolo del 2009 su la Repubblica del bravo Alberto Custodero dal titolo “Calabria, in corsia con la pistola e per le visite precedenza al boss”, dove il giornalista affrontava un suo viaggio tra i meandri della sanità pianigiana dove in un pronto soccorso, nel caso del pezzo quello di Polistena, i medici si lamentavano così: “Da noi arrivano i poveri, gli immigrati, le urgenze, gli amici che ancora si fidano. E i vecchi. Gli altri scappano”, in un ospedale definito “Forte Apache”. E, prendendo spunto da quel pezzo mi è saltato all’occhio un passaggio, oltre alla condivisione di quanto scritto, quando si menziona la morte del povero Flavio Scutellà avvenuta nel febbraio del 2007 per delle ingerenze e per un ritardo di quasi 6 ore per il trasferimento dall’ospedale di Polistena a quello di Reggio Calabria (distanti esattamente 75 km); e su questa “onda emotiva” che all’epoca il governatore Loiero promise (non mantenendo naturalmente), la costruzione di un nuovo ospedale della Piana in 24 mesi accompagnato da un decreto di Protezione Civile, appalti controllati dalla Prefettura (la Stazione Unica Appaltante della Regione ancora non c’era) per evitare infiltrazioni mafiose. Furono stanziati 60 milioni di euro: “la Regione lo vorrebbe (ma ufficiosamente), a Palmi. Venti sindaci su 29 hanno scelto invece un altro sito, a Cannavà, contrada di Rizziconi”. Questo scriveva Custodero su Repubblica poco più di due anni fa.

Se è pur vero come diceva Oscar Wilde che «La salute è il primo dovere della vita», tale non è così per i doveri dei tanti politici ed amministratori che si sono sempre battuti tutti quanti per una sorta di campanilismo politico sul coltivare il proprio orticello di consensi.

Questo ospedale “unico” della Piana, che poi tanto unico non è visto che a pochi chilometri c’è il nosocomio di Polistena, sta tenendo banco in seno all’agone politico-amministrativo, tanto che c’è chi per amor di paese valuta eventuali querele per “per difendere l’onorabilità, la dignità e la storia della città di Palmi”, siamo alle comiche assolute e purtroppo non “finali” e vorrei anche, anzi desidererei capirci meglio dal signor Infantino cosa c’azzecca il dibattito di un sito e la sua battaglia per riconoscere le ragioni di tale cosa con l’essere “ripresentatosi più volte alla elezioni comunali e altrettante volte sonoramente sconfitto”?.

Ma bando alle ciance, credo sia più che opportuno riportare l’attenzione sul sito di Cannavà in quanto molto più centrale e strategico di quello di Palmi; a parte che durante la Conferenza dei Sindaci della Piana avvenuta il 3 ottobre 2007 si è stabilito che il sito per la nascita dell’ospedale unico doveva essere Cannavà, perché poi si è cambiato idea non tenendo conto di questo documento votato all’unanimità? E cosa, ma soprattutto quali interessi spingono per la scelta (inopportuna) di Palmi che di centralità per la Piana non c’entra assolutamente nulla? Ma soprattutto chi sono gli artefici di questa soluzione che non trova spiegazioni e giustificazioni in merito? Sembra che si voglia tutelare a tutti i costi l’ospedale di Polistena come centralità assoluta per poi spostare l’attenzione e l’utenza verso Palmi come se dei giochi politici che hanno sempre interessato la questione, causa lo smantellamento di altri nosocomi (vedi Taurianova, Oppido Mamertina, Gioia Tauro), a favore di Polistena lasciando questi paesi nudi di assistenza medica se non lo stretto necessario, abbiano preso il potere del sopravvento politico.

Il governatore Giuseppe Scopelliti dovrebbe riflettere un attimino su questa decisione e cercare di ascoltare il territorio e non il politico di turno che per puro tornaconto elettorale ha spinto il cambio di strategia strutturale da Cannavà a Palmi, non faccia lo stesso errore che ha fatto ai suoi tempi l’ex governatore Agazio Loiero che forse ricattato al suo interno nella maggioranza che lo sosteneva da chi forse aveva interesse a salvaguardare Polistena premeva per una soluzione di spostamento del sito. E spero che dicendo questo non intacchi anche io l’onorabilità di Palmi perché se tale fosse, la cosa mi importerebbe pochissimo in quanto mi preme la salute e la comodità dei cittadini della Piana per avere un diritto che le spetta prescindere dai giochi politici inutili e dannosi.

lalanternadidiogene@approdonews.it