La lanterna di Diogene
Giuseppe Larosa | Il 05, Mar 2011
Non ha tardato ad arrivare la risposta del nostro cinico filosofo alla lettera scrittagli dal coordinatore cittadino del Pd di Taurianova Maurizio Cannata
Cannata, coordinatore cittadino del Pd di Taurianova, scrive al nostro filosofo Diogene
La lanterna di Diogene
Non ha tardato ad arrivare la risposta del nostro cinico filosofo alla lettera scrittagli dal coordinatore cittadino del Pd di Taurianova Maurizio Cannata
Caro Cannata (e chiedo scusa per il “caro”),
intanto La ringrazio per la Sua nota ed anche per aver ancora citato Kant il che mi da spunti interessanti quali non mi fanno sottrarre ad una mia responsabile risposta (se Lei sempre me lo consentirà). Partendo da qui e premettendo che i “principi non convenzionali” fanno parte della mia Libertà (e di quella di Kant), di cui vado orgoglioso.
Immanuel Kant, nella sua “critica alla ragion pratica” disse, «Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me».
E nel suo “imperativo categorico” ossia quella sorta di norma morale che dovrebbe rappresentare una tendenza ad un “fine” e che a sua volta è accompagnata da una legge morale. Essendo un imperativo, dovrebbe quindi essere “incondizionato ed universale”. Indipendente alle “mutevoli circostanze”, così come lo definiva Kant. Ma Lei è sicuro che si trovi in questa condizione di indipendenza e di universalità fuori da ogni impulso del momento? Oppure pensa che questa Sua condizione di sedersi in un contesto, a mio parere innaturale per le forze di centrosinistra, con determinati partiti sia solo legato ad una circostanza e/o ad un mutevole cambiamento per mera condizione di visibilità del suo partito? Non sarebbe meglio costruire un progetto indipendente? Riformista, Liberale e con la parte politica solo a Lei vicina sia per idee progettuali e nel rispetto della storia? E ripeto ciò che ho scritto nel mio precedente pezzo, ossia, l’intermittenza della morale è morale essa stessa? Mi creda, Kant non ha mai parlato di patti etici, ma di morale universale e incondizionata e non di valori morali non assoluti a differenza di come lei vorrebbe farci credere.
Per quanto possa riguardare me (Diogene da Sinope), che Lei dice di conoscere, sbaglia sulla concettualità della morale e degli insegnamenti anche perché faccio tesoro di una frase stessa del filosofo cinico, «Il tempo è lo specchio dell’eternità». Rifletta bene e poi risponda, mi raccomando solo dopo aver riflettuto bene.
Mi accusa oltremodo di un qualcosa che non esiste, come se io non avessi a cuore le sorti e la “dignità dei cittadini”, e non capisco poi da cosa deduca ciò. E non è che se non si è d’accordo con quello che dice Lei si fa parte dei cattivi o meglio dei “cattivi esempi”? Non credo. Come non capisco la Sua continua affermazione del “tutti zitti e a casa”, e chi ha mai detto questo? Nella vita occorre anche leggere bene i periodi ed a chi sono riferiti perché altrimenti si fa la fine di Martin che per un punto perse la cappa!
La città in questo momento non ha bisogno di censuratori come Lei, che stabilisce chi deve e che cosa occorre fare o peggio, chi può liberamente esprimere la propria opinione come d’altronde la sta esprimendo Lei. La cosa che mi sorprende di più è che nella Sua missiva filosofeggiante, non ha nemmeno accennato al contenuto storico delle mie affermazioni che erano quelle per cui era rivolto principalmente la mia affermazione di starsene a casa e zitti (al contempo).
Per quanto riguarda la Sua proposta di un dibattito pubblico, tale non dovrebbe chiederlo a me ma ai suoi colleghi di altri partiti perché è di questo che la Città ha bisogno. Il dibattito pubblico con me lo sta avendo adesso, tra le pagine di un giornale in cui molti lo leggono e tutto si fa alla luce del sole. E che come Lei ben sa di questo ne risponde la redazione di una testata in primis il suo direttore. Così come Lei avrà notato la sua lettera è pubblicata a pari merito delle mie idee e delle mie convinzioni. Ma di questo allo stesso tempo vado orgoglioso e sa perché? Perché sono riuscito a far parlare un responsabile di un partito ossia del Partito Democratico perché credevo che non esistesse più a Taurianova. Ora lo so e come Sofocle, più invecchio e più imparo.
Ossequi.
Ps. Detto tra noi, glielo dico in privato, ora che non ci sente nessuno: studi meglio Kant, si fidi! E cerchi di sedersi altrove per costruire un vero centrosinistra degno del proprio nome.
lalanternadidiogene@approdonews.it
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