Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

La lunga notte di Elly Schlein La neo segretaria del Partito Democratico alla ricerca di un’identità perduta controcorrente e con una meta da stabilire

La lunga notte di Elly Schlein La neo segretaria del Partito Democratico alla ricerca di un’identità perduta controcorrente e con una meta da stabilire

La vittoria è donna, la dea Enio per i greci e Bellona per i romani, e così è nel nostro paese prima con la prima premier donna con Giorgia Meloni con la Destra al potere ed ora con la vittoria di Elly Schlein alla guida del Partito Democratico contro ogni previsione dove pochi avrebbero scommesso sull’esito finale vista la vittoria schiacciante nei circoli del suo avversario Stefano Bonaccini.
Una vittoria politica che apre al contempo un discorso politico di largo raggio e non solo per le sorti di un partito alla ricerca della propria identità, ma soprattutto perché è la dimostrazione che in un momento di un “polo astensionista” negli appuntamenti elettorali, il “popolo” ribalta la situazione andando contro il voto dei dirigenti e delle loro correnti all’interno dei Dem.
Le prime parole della Schlein sono state “Saremo un problema per il governo di Giorgia Meloni”, e su questo nessuno vorrebbe metterlo in dubbio, ma la domanda è, come?
Innanzitutto deve attuare una politica di interconnessione interna al suo partito contro le correnti che ad oggi si sono dimostrare abbastanza influenti all’interno del suo partito nell’endorsement a Bonaccini e capire che l’identità di un partito si gioca con il rapporto con la gente comune, quel popolo che non ha seguito le correnti interne (seppur in grande spolvero), e le ha consentito di vincere.
Elly Schlein ha il dovere di riunire le anime di un centrosinistra in frantumi senza una meta, ha l’obbligo di stabilire una meta e di tracciare un percorso basato sui valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, valori oramai in disuso nel campo delle forze progressiste. Una moderna socialdemocrazia che guarda alle fasce più deboli e li tuteli in un contesto politico dove è in atto una vera e propria “macelleria sociale” da parte del governo, dal Reddito di Cittadinanza fino ai Bonus edilizi, passando per le speculazioni dei prezzi al consumo e dove si rischia un default intriso di fame e carestia.
Partire dal basso. Sembra retorica, ma è così. Dalle piccole realtà locali fino alle metropoli perché è lì che si annida la politica reale, quella della gente semplice che spera in un cambiamento, e soprattutto dai giovani sfiduciati da un modo di fare politica del “sono tutti uguali” e che impedisce la loro partecipazione attiva nella politica. Perché ancora ci sono in tante realtà locali dei “Conte Attilio” di turno che andrebbero debellati in quanto nocivi per una forza che si definisce riformista.
Aprire un percorso vuol dire anche sapere con chi sedersi, iniziare a parlare con “Noi” e non con “Io”, come alcune forze che si professano liberali. Perché è facile il fiato del “socialismo liberale”, della “rivoluzione liberale”, citare i vari Rosselli, Gobetti ed altri che hanno sacrificato la vita per il concetto di liberale, ma soprattutto di libertà. Lo stile del socialismo liberale, del riformismo, come di una cultura libera dev’essere inclusiva e non divisiva colma di pregiudizi del “con loro non mi siederò mai”, quando la soluzione migliore è “sediamoci e discutiamo come battere questa destra corporativista”.
Dopo le prime dichiarazioni del neo segretario del Partito Democratico, l’attesa è per chi sarà ad accompagnare la Schlein in questa nuova avventura, la sua “squadra” che dovrà essere corredata e preparata contro le correnti e chissà eventuali scissioni già nell’aria. Ed anche se qualcuno lascia la barca non dev’essere un problema perché le tempeste si affrontano a mare aperto con la costanza, la speranza e l’arguzia dei bravi marinai. Ed è quello che Elly Schlein dovrà imparare in questa sua lunga notte della democrazia…