La pizza più buona della Calabria la fanno i giovani detenuti del penitenziario di Paola Di fronte a questa realizzazione che era la prova pratica finale dopo i test a risposta multipla, di ammissione, la commissione di esame, con la Presidente rappresentante della Regione Calabria, è rimasta, a dir poco, stupita
redazione | Il 28, Dic 2024
di Rossana Battaglia
La pizza più buona della Calabria la fanno i giovani detenuti del penitenziario di Paola.
…e non è un modo di dire, una profonda conoscenza delle farine, dei lieviti e dei procedimenti, una straordinaria idratazione a seconda della farina anche fino al 75%, con 24 ore di lievitazione in cella e poi altre 2 dei panetti, il risultato una pizza leggera, lievitata con cornicione gonfio di sola aria, nessuna gommosità, digeribile e piacevolmente masticabile.
Di fronte a questa realizzazione che era la prova pratica finale dopo i test a risposta multipla, di ammissione, la commissione di esame, con la Presidente rappresentante della Regione Calabria, è rimasta, a dir poco, stupita. Alla commissione composta anche da esperti di Enogastronomia come il Presidente dell’Accademia delle tradizioni Enogastronomiche di Calabria Giorgio Durante e dalla Maestra d’arte Bianca pluripremiata Sabrina Bianco, non è rimasto che esprimere giudizi oltremodo lusinghieri sul risultato del percorso formativo seguito dai giovani ospiti della casa circondariale. Che per l’occasione avevano preparato anche degli straordinari dolci. Un’esperienza spiegano i docenti che oltre ad avere dato grandi soddisfazioni in termini di risultati, ha anche contribuito ad arricchire tutti i partecipanti dal punto di vista umano. Formare non solo tecnicamente dei giovani che sono incorsi in reati sanzionati con la detenzione, ma convincerli che un altra strada esiste, che è quella del lavoro e della professionalità da spendere nel rientro nella società. I giovani detenuti prossimi ad usufruire di permessi e di libertà vigilata, grazie alle competenze acquisite avranno un’opportunità in più, quella di dimostrare che volendo, applicandosi c’è la si può fare, chi ha progettato questo percorso, l’amministrazione carceraria, i docenti, e chi lo ha seguito da allievo ha già centrato il suo obiettivo.