Dopo lo sciopero della fame, durato sette giorni nella prima decade di novembre 2017, riprende la protesta delle lavoratrici e lavoratori da sei mesi senza stipendio, dipendenti della casa di Riposo San Francesco d’Assisi di Rizziconi. Un dramma umano e sociale senza fine, contornato da storie terribili, di madri e padri di famiglia ridotti alla fame, nonostante tutti i giorni si recano al lavoro nella casa di riposo di Rizziconi. Un lavoro onesto e dignitosi fatto di cure verso le persone più deboli della società, anziani e disabili, ma che non garantisce la sicurezza economica, né la tranquillità familiare.
Purtroppo la speranza di riscuotere lo stipendio a fine mese svanisce puntualmente e continua a svanire nei mesi successivi fino a quando queste persone si sentono soffocare dagli impegni economici presenti in tutte le famiglie senza reddito: non si pagano le rate del mutuo, l’affitto di casa, le bollette del metano, luce, acqua, tassa dei rifiuti, bollo auto, assicurazione, persino la spesa quotidiana per dare da mangiare ai propri figli diventa un dramma. Tutto sembra ruotare intorno a una burocrazia lenta e dannosa per l’economia di oltre 50 famiglie, senza capire bene da dove parte il problema e perché esiste.
La casa di riposo e protetta di Rizziconi, è convenzionate col Servizio Sanitario Regionale e le quote sanitarie e sociali devono essere erogate dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a fronte delle fatture elettroniche, mensilmente presentate dalla Fondazione di Rizziconi; queste fatture giungono in ragioneria presso l’ASP di Reggio Calabria e dovrebbero esser messe in pagamento. Purtroppo, spesso accade che i pagamenti non arrivano puntuali ed i motivi non sono sempre noti. A volte si mette in mezzo persino l’Agenzia delle Entrate che mette il blocco sui pagamenti per cartelle esattoriali già pagate, ritardando l’erogazione delle somme per un loro errore di comunicazione telematica. Errori che si presentano troppo spesso e a ridosso dei pagamenti. Tuttavia oggi possiamo dire che l’A.S.P. di Reggio Calabria deve ancora pagare tutte le fatture del 2018 delle quote sanitarie, mentre le quote sociali sono ferme al mese di agosto 2017 con un insoluto 2016 di ulteriori due mesi (novembre e dicembre). Quindi la somma complessiva che dovrebbe ricevere la Fondazione, dall’Azienda Sanitaria Provinciale, supera i 400.000,00 euro.
Questo continuo malessere economico ingenera condizioni di vita impossibili e il suo ripetersi espone i lavoratori a grossi rischi per se stessi e le loro famiglie. Pertanto sarebbe giusto che tutti gli attori in causa prendessero atto di tale imbarazzante situazione e decidessero una volta per tutte di assumersi le rispettive responsabilità emettendo i dovuti provvedimenti e pagare subito il dovuto alla Fondazione di Rizziconi. Una simile risposta immediata, figlia di regole certe a garanzia del mondo produttivo e del lavoro, si rende oltremodo necessaria per evitare il ripetersi di simili situazioni dannose per l’intero territorio provinciale.
IL SEGRETARIO REGIONALE S.U.L.P.I.
Giuseppe Gentile